Italiano a tempo di record. Ha rifatto un Bologna da Champions. E adesso il club è pronto a blindarlo
Il nuovo allenatore ha riportato i rossoblù in alto: al quarto posto solitario e in semifinale di Coppa Italia. Le altre big lo corteggiano, ma a Casteldebole hanno già un piano: allungargli il contratto fino al 2027.

Il tecnico del Bologna Vincenzo Italiano
Sembra una ‘non notizia’ ma non lo è: se il campionato finisse oggi il Bologna sarebbe di nuovo in Champions. E Vincenzo Italiano, lo splendido architetto di un gruppo che sta firmando un altro capolavoro, entrerebbe nella più nobile delle competizioni dall’alto del quarto posto in classifica, vale a dire un gradino sopra il predecessore Thiago Motta (che un anno fa approdò alla Champions da quinto). Va da sé che il campionato non finisce oggi bensì il 25 maggio. E che in questa pazza corsa al quarto posto, con annessi premi di consolazione in forma di coppe accessorie (Europa League e Conference League), con sei squadre racchiuse in un fazzoletto di 6 punti tutto può ancora succedere.
Intanto è successo che in classifica Italiano abbia messo la freccia sull’inviso Motta: un sorpasso che i bolognesi sognano da maggio 2024, quando Thiago si rese protagonista del Gran Rifiuto. Ora, con tutto l’entusiasmo che sa generare questo Bologna, a cominciare dal pieno di euforia che domenica ha fatto il Dall’Ara con la ‘manita’ alla Lazio, è quasi stucchevole tenere in vita l’eterno confronto tra due Bologna che hanno fatto, e stanno facendo, sognare.
Per amor di statistica, un anno fa dopo 29 giornate il Bologna di Thiago era quarto con 54 punti, uno in più dei 53 di oggi: un bel ‘chisse’ non fu mai scritto, perché dietro i freddi i numeri c’è molto di più.
C’è un club che gli architetti bravi li sa scegliere se è vero che nel giro di due anni ha ‘battezzato’ prima Motta e poi Italiano. E che ha imparato anche a sanare i conti: prova ne sia il fatto che l’ad Fenucci si appresta a chiudere il primo bilancio in attivo.
Nella macchina perfetta che oggi è diventato il Bologna il carburante lo mette Joey Saputo, uno che in tema di benzina non ha mai fatto mancare nulla nei suoi dieci anni di presidenza ma che dal 2022 tocca con mano che affidare il portafoglio del mercato a un drago come Sartori (e a un Di Vaio cresciuto nel ruolo di diesse) può generare utili, non solo gioie sul campo. Dopo un’annata che sembrava un unicum impossibile da replicare (il mantra estivo di Casteldebole era: "Sarà molto difficile ripetere una stagione come l’ultima") il Bologna è di nuovo lì, tra le prime quattro della serie A.
Occhio, perché esserci per due volte consecutive ti fa venire il gioioso sospetto che stare tra le grandi possa diventare la regola.
Tra le regole non scritte del calcio c’è quella che vuole che un allenatore bravo sia anche corteggiatissimo. Ecco perché a Casteldebole sono pronti a giocare, per vincerla, un’altra partita strategica: quella per l’allungamento di contratto del nuovo Re Mida rossoblù fino al 2027. Poi ci sono le nove partite di campionato da giocare sul campo: quattro nel fortino inespugnabile del Dall’Ara e cinque in trasferta. Tra gli avversari spiccano Napoli, Atalanta, Inter, Juve, Milan e Fiorentina. Calendario da brividi? Sì, ma per gli altri dal momento che questo Bologna contro le big si esalta e domenica una big come la Lazio l’ha messa al tappeto con un 5-0 che negli annali mancava dal 1968: Bologna-Atalanta 5-0. Un altro record è aver riagguantato una semifinale di Coppa Italia (con l’Empoli) a 26 anni di distanza dall’ultima volta. Decisamente un Bologna ‘no limits’.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su