Sam Beukema: "San Siro ci ha ridato la carica. Questo Bologna ha ancora molto da dire"
Parla il difensore: "Con il Milan un punto importante, ma avremmo potuto vincere. Il primo rigore non c’era, il secondo è colpa mia. L’Europa? Ne riparliamo ad aprile, ora testa solo al Sassuolo. Mai avuto dubbi sul venire qui: sono in un club molto ambizioso"
Bologna, 1 febbraio 2024 – Sotto il sole di Riccione, Sam l’olandese camminava incrociando, inconsapevole, il destino. "Vedevo tante maglie rossoblù, ma ero piccolo e conoscevo soltanto Juventus e Milan. Poi quando sono arrivato qui, pochi mesi fa, ho avuto come un flash: quelle erano tutte magliette del Bologna!".
In Riviera la famiglia Beukema conserva tanti bei ricordi e una casa che accumula polvere nell’attesa che l’estate riapra le finestre. "Da quando ho firmato per il Bologna, non sono ancora tornato a Riccione: ma quest’estate ci andrò sicuramente", spiega in inglese, ma avventurandosi spesso nell’italiano.
Studia tanto, Sam l’olandese: oltre al corso organizzato dal club, prende lezioni private due volte a settimana. "Sto imparando tante parole, ma sono un perfezionista: se faccio un errore, poi la prendo malissimo". E questa sua scrupolosità si coglie anche quando il correttore torna sulla gara di San Siro.
Beukema, il pareggio con il Milan vi ha lasciato più fiducia o più amarezza per come si è svolta la partita e per gli episodi arbitrali?
"Penso che, prima di una gara così, in uno stadio così, chiunque magari firmerebbe per il pari. Ma provo un po’ di frustrazione se guardo a come si è sviluppato il match: siamo partiti forte, abbiamo segnato con Joshua e stavamo per andare all’intervallo in vantaggio; i rossoneri sarebbero stati costretti a scoprirsi nella ripresa e, a quel punto, avremmo potuto vincere. Invece è arrivato il pari a fine primo tempo. Poi, nell’economia della gara, vanno considerati quei due rigori: il primo non c’era, il secondo, sì, è stato un mio errore. Alla fine, però, siamo felici di questo punto".
Intanto la vittoria manca da oltre un mese. Pensa che il trittico di gare casalinghe che si apre sabato con il Sassuolo possa essere il momento decisivo della stagione?
"No, sarebbe sbagliato ragionare così. La gara di Milano ci ha ridato grande fiducia, perché abbiamo giocato davvero bene. Ma ora siamo focalizzati solo su sabato: dobbiamo essere super pronti per il Sassuolo, una sfida da vincere assolutamente, anche perché davanti ai nostri tifosi. Certo, abbiamo vissuto una piccola flessione, dopo tanti mesi straordinari: ma San Siro ci ha dato la consapevolezza per riprendere a correre".
Destinazione Europa?
"Tra di noi non fissiamo obiettivi, non ne parliamo: perché crearci inutili pressioni da soli? Ora viviamo gara per gara, poi ad aprile vedremo dove saremo e dove potremo arrivare".
Sembra di sentire Thiago...
"Il mister sabato sera era molto orgoglioso di noi: ci ha aspettato nello spogliatoio, ci ha abbracciato uno a uno".
Pensava onestamente che il Bologna potesse andare subito così forte?
"Quando ho scelto di venire qui, sapevo che sarei andato in uno dei club più solidi della serie A, in una società con grandi ambizioni. Poi è chiaro che, se parti bene, tutto ne risente in positivo e ci prendi gusto. Ma le dirò una cosa: siamo un gruppo molto giovane e con molto talento, nessuno di noi è ancora arrivato a esprimersi al massimo del suo potenziale".
E’ vero che lei studia gli avversari prima delle gare?
"Sì, lo facevo già all’AZ, e ora anche qui. Abbiamo chiesto ai nostri video-analyst Flavio e Alessandro (Colasante e Francisco Garcia, ndr) di mandarci dei filmati e loro alla vigilia ce li girano. Li studio sul mio telefonino: un minuto, un minuto e mezzo per ogni attaccante, i suoi movimenti, le sue ’abitudini’, il suo stile".
Beh, Giroud deve averlo studiato benissimo: il francese non ha visto mai il pallone...
"Sì (ride, ndr), guardo spesso il Milan perché ci gioca il mio amico Tijjani Reijnders. Dopo la gara, sabato sera, ci siamo salutati: abbiamo parlato un po’ delle nostre situazioni, è sempre bello rivedere un amico".
Lo sa che i rossoneri cercano un difensore centrale?
"No, non lo so (ride, ndr). E non mi preoccupo di questo ora: gioco per il Bologna".
L’attaccante più forte che ha affrontato fin qui in Serie A?
"L’attaccante più forte lo affronto ogni giorno in allenamento, ed è Zirkzee. Perché Joshua ha tutto: talento, velocità e potenza. Se ne devo dire uno di un’altra squadra, allora rispondo Osimhen o Lookman".
Santiago Castro lo conosce?
"No, non l’ho mai visto, sono sincero. Ma credo sia un bel giocatore, perché il Bologna l’ha davvero voluto. Non vedo l’ora di vederlo all’opera".
I tifosi, intanto, vorrebbero vedere il vero Karlsson.
"Lo conosco bene, dai tempi dell’AZ. E’ un amico, Jesper. Per lui l’inizio è stato difficile, si doveva adattare, capire le richieste dell’allenatore, non parlava italiano. E poi si è infortunato, cosa che non l’ha aiutato. Ma tranquilli: ora è tornato e vuole dimostrare quanto vale. Io lo so: è davvero forte, specie col pallone tra i piedi, e sono sicuro che lo farà vedere".
E pensare che un tempo era Beukema a giocare con la 10.
"E’ vero, fino a undici anni facevo il trequartista, avevo anche il poster di Totti in cameretta. Poi sono passato a centrocampo e crescendo ancora d’altezza mi hanno messo in difesa".
La sua squadra del cuore?
"Tifo per il club della mia città, Deventer: i Go Ahead Eagles. E’ stata la mia prima squadra da professionista, ora sono in Eredivisie. Quando posso, la domenica guardo sempre le loro gare. E quando posso torno sempre a casa, i miei vivono lì".
Gira voce che lei sia un grande appassionato di videogame, nello specifico di Fifa.
"Confermo. E’ un modo piacevole per restare in contatto con i miei amici in Olanda, perché giochiamo online a ’Ultimate Fifa’: ognuno si può costruire la sua squadra, prendere giocatori attuali, ma anche le leggende".
Qual è la sua formazione?
"Allora: Yashin in porta. Difesa a quattro con Cafu a destra, Van Dijk e Carlos Alberto centrali e Davies a sinistra; a centrocampo Gullit e Zidane, con Donyell Malen a destra e George Best a sinistra; davanti la coppia Eusebio-Mbappé".
Non ci sono italiani.
"E’ vero. Avevo fatto un pensierino su Baggio che è fortissimo, e volevo comprare Maldini: ma costa davvero troppo, non posso permettermelo".
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