Impresa sfiorata, orgogliosi dell’Inter. Sarà bello riprovarci

La Champions League è del City di Guardiola, ma la squadra di Inzaghi si è riappropriata di una dimensione globale 13 anni dopo il Triplete

di LEO TURRINI -
10 giugno 2023

Orgogliosamente Inter. Nonostante la sconfitta. Non poteva accadere. E infatti non è accaduto. Per la gioia (anche) di chi tifa Milan o Juve (siamo pur sempre il Paese dei mille campanili…), la Coppa con le orecchie appartiene al City di Pep Guardiola.

La delusione dell'Inter
La delusione dell'Inter

Al di là delle dinamiche della partita, equilibrata fino all’ultimo istante!, alla fine della fiera persino questo pazzo pazzo pazzo calcio post moderno abbia una sua logica. Sarà anche vero che i soldi non garantiscono la felicità. Ma se, come gli emiri di Abu Dhabi, hai i petrodollari che ti escono anche dalle orecchie, beh, puoi permetterti operazioni di mercato che un club non di Premier League può solo sognare di notte.

Poi, per carità, Guardiola è un unicum. Con le sue ossessioni riadattate, da quasi vent’anni questo fiero indipendentista porta avanti una idea sana del football: vincere convincendo. In Champions non gli riusciva dal remoto 2011.

A cospetto di un simile avversario, l’Inter di Inzaghi era Davide contro Golia. E nella notte di Istanbul lo sapevamo tutti. I tifosi nerazzurri si sono lasciati cullare da una illusione durata una intera primavera, fra Porto, Benfica e Milan. Ma naturalmente la realtà ha i suoi contorni indelebili, ha i lineamenti di Bernardo Silva, Haaland, Stones, De Bruyne…

Sia chiaro, però. A prescindere dal risultato, l’Inter ha il diritto e il dovere di sentirsi orgogliosa. Si è riappropriata di una dimensione globale, tredici anni dopo il Triplete. Non era automatico e non è un traguardo da sottovalutare. Nelle ultime tre stagioni, la società di Zhang ha collezionato cinque trofei (uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe nazionali) e ha disputato due finali continentali. In casa nostra, nessuno può vantare un bilancio nemmeno lontanamente paragonabile.

Istanbul, in salsa nerazzurra, era come un miraggio. Era una meravigliosa allucinazione collettiva, perché da che parte pendesse il pronostico noi interisti lo sapevamo perfettamente. È stato bello provarci, sissignore. Sarà ancora più bello riprovarci, da settembre in poi…

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