L’Inter spreca, Rodri no: la Champions vola a Manchester. Quanti rimpianti per i nerazzurri

Il gol del centrocampista spagnolo completa il 'Treble' dei Citizens che si impongono in una finale molto equilibrata. La squadra di Inzaghi sbaglia troppo con Lautaro, Dimarco e Lukaku

di MANUEL MINGUZZI -
10 giugno 2023

Istanbul (Turchia), 10 giugno 2023 - Tre finali ma nessuna coppa in bacheca per il calcio italiano. Anche la Champions League scivola via, e lo fa con rammarico per una Inter coriacea e coraggiosa, soprattutto nel secondo tempo, ma sprecona con due grosse occasioni non concretizzate. Così è bastato un gol di Rodri a venti dalla fine a regalare la prima Coppa dei Campioni al City e il triplete a Pep Guardiola. Spreca prima Lautaro, su regalo di Akanji, poi Lukaku che spara addosso a Ederson. Nel finale Gosens sfiora il pari ma il portiere glielo nega. Sfuma il sogno nerazzurro tra le lacrime di Lautaro.

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Primo tempo

Inzaghi non lascia spazio a sorprese nell’undici titolare con Dzeko che affianca Lautaro davanti, dietro Acerbi perno centrale con Bastoni e Darmian braccetti. In mediana ci sono tutti i titolatissimi con Brozovic regista e Barella e Calhanoglu ai lati. Guardiola con la formazione standard, a parte Walker in difesa, c’è Ake, che prevede Haaland davanti supportato da Grealish, Gundogan, De Bruyne e Silva. Non succede tanto nella prima frazione, perché il City, come era lecito aspettarsi, ha il comando del possesso palla ma l’Inter aggredisce quando c’è da aggredire e aspetta quando c’è da aspettare. Solo due le occasioni per i citizens che tentano un tiro a giro di Bernardo Silva dopo pochi minuti, palla di poco a lato, e poi, nell’unica azione degna di nota di Haaland, la fuga dell’attaccante norvegese che trova però la manona di Onana. Non succede granché, anche perché l’Inter è brava a controllare senza farsi schiacciare troppo mentre davanti il pressing funziona su qualche partenza da basso del City che porta ad un paio di errori di Ederson. Su uno di questi Barella tenta l’eurogol ma colpisce male la palla. L’altra conclusione dei nerazzurri è di Brozovic da fuori dopo scambio con Lautaro, ma la palla finisce abbondantemente alta. Di fatto la prima frazione è tutta qui, con Guardiola spazientito dal nervosismo in fase di possesso dei suoi - più volte ha gridato ‘relax da bordo campo - mentre Inzaghi può essere soddisfatto dell’organizzazione e della predisposizione al sacrificio di una Inter ben disposta in campo. Da segnalare anche l’infortunio muscolare di De Bruyne a metà primo tempo che ha portato all’avvicendamento con Foden. All’intervallo l’Inter è meritatamente in partita e i tifosi nerazzurri sugli spalti iniziano a pensare che la versione odierna del City sia affrontabile e, di conseguenza, battibile.

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Secondo tempo

Non un bell’inizio di secondo tempo da entrambe le parti e la tensione continua a farla da padrone, soprattutto nel City che non trova la fluidità della sua solita manovra. Inzaghi allora è il primo a cambiare e mette Lukaku al 55’ al posto di Dzeko acciaccato. Subito l’Inter ha un grande occasione quando Akanji lascia sfilare un pallone sanguinoso su cui si avventa Lautaro, ma il numero dieci, invece di servire l’accorrente Lukaku, decide di essere egoista e si fa murare da Ederson. Rabbia sanguinosa dei compagni. Il City rischia qualcosa, e continua a farlo, ma ogni volta che c’è una situazione di pericolo ha una grande capacità di ricompattarsi e di leggere le linee di passaggio con grande sapienza calcistica. L’Inter continua a resistere e lo fa con grande sacrificio, soprattutto quello dei centrali che annullano di fatto Haaland, ma nell’unica vera disattenzione arriva il gol del City. E’ al 68’ che la fuga di Bernardo Silva a destra trova la deviazione di Acerbi che accomoda il pallone per Rodri: piattone e 1-0. Boato del tifosi Citizens. I nerazzurri hanno il merito di non uscire di partita e tre minuti dopo costruiscono una incredibile azione per il pari. Manovra avvolgente e insistita dell’Inter che trova la palombella di testa di Dimarco a centro area, palla sulla traversa, poi il laterale ha l’occasione del tap in ma spara addosso a Lukaku col portiere a terra. Increduli gli interisti sugli spalti. Inzaghi cambia ancora e inserisce Gosens a sinistra al posto di Bastoni, con Dimarco che scala braccetto, e Bellanova a destra per Dumfries con l’Inter che reagisce ancora agli stimoli del suo allenatore e arremba come può nel finale. Foden in serpentina ha l’occasione per chiudere i giochi ma Onana c’è, mentre Inzaghi tenta anche la carta Mkhitaryan. Altra grande occasione nerazzurra all’89’: cross di Brozovic, poi sponda di Gosens e testa di Lukaku che solo da due passi spara addosso a Ederson divorandosi un pari già fatto. L’Inter non molla lo stesso e anche in pieno recupero si crea l’occasione per pareggiare: all’ultimo assalto, con dentro anche Onana, è Gosens a girare di testa ma Ederson ci mette la mano e consegna la Champions League al City. Marciniak fischia e spegne il sogno dell’Inter: la coppa dalle grandi orecchie è di Guardiola, che consegna al City il triplete e la prima coppa campioni della sua storia.

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