Rodri segna ed è un muro. Lautaro e Lukaku deludono. Le pagelle di City-Inter
Finale Champions nel segno della solidità della squadra di Guardiola, salvata in un paio di occasioni da un grande Ederson. Bene la difesa di Inzaghi
Istanbul (Turchia), 10 giugno 2023 - Rodri decide, Ederson para, Stones fa tutto: ecco i migliori del Manchester City fresco campione d'Europa. Nell'Inter deludono Lukaku e Lautaro che sprecano occasioni gol troppo grandi. Difesa ok con Acerbi e Bastoni. Queste le pagelle della finale Champions City-Inter.
Le pagelle del City (di Paolo Croce)
EDERSON 7,5. Il portiere brasiliano ostenta sicurezza con i piedi ma all’11’ dorme su uno spiovente. Nel finale diventa eroe con tre parate miracolose (anche di ginocchio).
AKÉ 7. Si ispira a David Luiz, in realtà è più forte del brasiliano. Gioca a sinistra, il gioco si sviluppa sempre dai suoi piedi. Sostituisce Walker nessuno se ne è accorto.
DIAS 6,5. Il centrale portoghese ex Benfica ha il senso della posizione. Ci mette personalità. I compagni lo cercano e lui c’è sempre.
AKANJI 6,5. Tanta sostanza, a destra si trova a suo agio anche a 3. Rende la vita dura a Lautaro ma qunado lo perde rischia la beffa. Va al tiro alla fine del primo tempo ma non è preciso come gli orologi del suo paese.
STONES 7,5. Il tutto fare inglese è una delle 'scoperte' di Guardiola. Parte da esterno basso poi te lo trovi in mediana a fare superiorità numerica. Ieri il 29enne si è messo anche a destra per intasare la corsia di Barella macinando chilometri su chilometri. Quando attacca l’Inter è in area a difendere. Qui si vede la mano di Guardiola nel costruire un giocatore che prima era bravo ora è un campione.
RODRI 7,5. Il centrocampista firma la finale con una storica rete. Davanti alla difesa è un muro, anzi a volte diventa pure lui un difensore a testimonianza che nel calcio di oggi i moduli contano poco.
BERNARDO SILVA 6,5. Il centrocampista portoghese crea superiorità numerica. La prima azione degna di nota è sua e non sarà l’ultima. Sente la partita, troppo nervoso.
DE BRUYNE 6. Non è fortunato con le finali. Il Dio del calcio con lui non è stato generoso. Esce per un problema muscolare
GUNDOGAN 6,5. Il capitano dei Citizens vive una seconda giovinezza.
GREALISH 6,5. È il giocatore più caro nella squadra più cara. Spaventa Dumfries e gli toglie spazio, ma dal fantasista inglese ci si aspetta di più.
HAALAND 5. Quasi una bestemmia calcistica mettere il norvegese fra i peggiori. Diciamo allora che decisamente da uno che quest’anno ha segnato 52 gol ci aspettavamo molto di più. Ci sono voluti 26 minuti per vedere che era in campo. Sicuramente lui è il presente e futuro del calcio e non c’è nulla che non sappia fare. Poi trova un onesto operaio del pallone come Acerbi e deve soffrire come un terrestre qualsiasi.
FODEN 6,5. L’inglese non è certo uno dei preferiti di Guardiola. Vede il campo per l’infortunio del belga De Bruyne costretto ad uscire come contro il Chelsea. I numeri però ci sono tutti.
WALKER sv.
GUARDIOLA 7. "Il segreto del mio successo? Ho allenato Messi e oggi Haaland" ha detto nei giorni scorsi sapendo di mentire. Se il City quest’anno ha vinto tutto è grazie alla mano del tecnico che aggiunge la Champions alle 2 vinte con il Barcellona. Inzaghi le prova tutte, Pep però conosce lo spartito a memoria.
Le pagelle dell'Inter (di Mattia Todisco)
ONANA 6,5. Spinge la palla fuori con lo sguardo quando Bernardo Silva prova a piazzarla già in avvio. A Haaland e Foden oppone il corpo. Il tiro di Rodri non si può prendere.
DARMIAN 6. Lascia Grealish a Dumfries e aiuta Acerbi con Haaland. Non spinge, anche perché tutta l'Inter fatica ad avanzare.
ACERBI 6,5. La prima intenzione è quella di giocare d'anticipo su Haaland. Il norvegese è più facile da tenere se è spalle alla porta, quando lanciato diventa imprendibile. Concede al blasonato avversario uno spazio in verticale a metà primo tempo e deve chiedere aiuto a Onana, che fa il suo lavoro. Il compito diventa più difficile nel secondo tempo perché il City comincia ad avanzare appoggiando di più l'azione del suo centravanti e il subentrato Foden trova spesso campo dalle sue parti. Ma lui tiene fino alla fine.
BASTONI 6,5. Fondamentale l'intervento difensivo con cui ferma un tentativo di scambio tra Haaland e Foden al limite dell'area. Positivo fino al cambio.
DUMFRIES 5,5. Beccato dai suoi stessi tifosi quando ha tempo per crossare e non lo fa. Si oppone a Grealish con le maniere forti e rischia il giallo.
BARELLA 6. Ha un'occasione colossale quando la porta gli si spalanca davanti, dalla trequarti ma poteva far meglio. Resta su buoni standard, gli manca quel qualcosa in più che altre volte ha tirato fuori dal cilindro.
BROZOVIC 6. Prova sempre a giocare palla in tempi rapidi e questo significa sbagliare di più. Cosa che accade.
CALHANOGLU 5. La finale in casa pesa, eccome. Almeno all'inizio. Qualche stop non è all'altezza delle sue possibilità. Quando sembra trovare il settaggio giusto ricade in un passaggio a vuoto.
DIMARCO 6. Uno dei più attivi nel provare l'affondo, nonostante in difesa debba tenere Bernardo Silva (complicato). Colpisce una clamorosa traversa a pochi passi da Ederson.
DZEKO 5,5. Incespica sul pallone al primo tentativo di entrare in partita. Non gli arrivano rifornimenti facili da controllare e si fa male un attimo prima di lasciar spazio a Lukaku.
MARTINEZ 5. La vittoria del Mondiale dovrebbe aiutarlo a sostenere meglio l'importanza della partita. Viene invece disinnescato agevolmente dai difensori in maglia celeste e fallisce una grande chance.
BELLANOVA 6. Un paio di spunti a destra, senza troppo successo. Sicuramente più fresco e propositivo di Dumfries.
GOSENS 6,5. La sponda per Lukaku a 2' dalla fine è perfetta, il belga non la sfrutta. Va vicino al gol a un passo dal triplice fischio.
LUKAKU 5. Come col Belgio, nella partita decisiva manca l'occasione che può cambiare il destino della partita. Entra in area un altro paio di volte, provando a incrociare senza la necessaria convinzione. Gli rimarrà un senso d'incompiuto in una seconda avventura all'Inter della quale ancora non si sa quale sarà la prosecuzione. Se però vuole fare un passo ulteriore nella carriera deve centrare match come questo e per ora non è praticamente mai riuscito a farlo, considerando che anche col Siviglia nel 2020 mancò la palla del possibile 3-2 in campo aperto, prima di uno sfortunato autogol.
D'AMBROSIO sv.
MKHITARYAN sv.
INZAGHI 6. Si gioca la prima finale di Champions League della carriera da sfavorito, con la formazione ampiamente annunciata. Sceglie Dzeko e non Lukaku, il belga da subentrato lo tradisce all'ultimo metro e i nerazzurri (pur soffrendo) colpiscono anche un legno, oltre a sfiorare il pari più volte.
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