Champions League, la finale sarà Manchester City-Inter. Poker inglese al Real
Una doppietta di Bernardo Silva, l'autogol di Militao e la firma finale di Julian Alvarez mandano la banda Guardiola a Istanbul per giocarsi l'atto finale contro i nerazzurri
Manchester, 17 maggio 2023 - L'avversario dell'Inter per aggiudicarsi la Champions League 2022/2023 ha oggi un nome: il prossimo 10 giugno a Istanbul i nerazzurri dovranno vedersela con il Manchester City che, dopo l'1-1 della gara di andata, liquida il Real Madrid con un 4-0 senza appello. Per una volta il grande protagonista non è Haaland, che ingaggia per tutta la durata della partita un duello (sempre perso) con Courtois, bensì Bernardo Silva, che indirizza la contesa con una doppietta da urlo siglata nell'arco del primo tempo: una frazione meravigliosa che sembra il manifesto del calcio di di Pep Guardiola, che fa scacco matto a Carlo Ancelotti, il re della Champions League che per una volta deve abdicare a un passo dall'atto conclusivo. In realtà ci sono tracce di bel gioco anche nella ripresa e non solo per il tentativo di Haaland mandato da Courtois sulla traversa (colpita nel primo tempo dall'altro lato anche da Kroos): il bottino, giusto per confermare la serata nefasta, viene arrotondato da un autogol di Militao. Non solo: in pieno recupero il neo entrato Julian Alvarez cala il poker a coronamento di un'azione orchestrata da altri giocatori entrati dalla panchina, una delle armi più temibili del City in vista della finale. Dall'altro lato ci sarà un'Inter sfavorita nel pronostico ma forse più avvezza a disputare partite di questo genere in ambito continentale.
Le formazioni ufficiali
Guardiola si affida a un 3-2-4-1 aperto da Ederson, protetto da Walker, Dias e Akanji, con Stones e Rodri piazzati davanti alla difesa: l'unica punta è invece Haaland, innescato dalla fantasia di Bernardo Silva, De Bruyne, Gundogan e Grealish. Ancelotti risponde con un più classico 4-3-3: tra i pali c'è Courtois, i terzini sono Carvajal e Camavinga, con la coppia Militao-Alaba al centro. In mediana ci sono Valverde, Kroos e Modric, mentre la linea d'attacco è composta da Rodrygo, Benzema e Vinicius.
Primo tempo
L'inizio del match è nel segno dell'equilibrio, con entrambe le difese che si disimpegnano bene sui rispettivi tentativi in attacco. Chi prova a spezzare l'equilibrio è il solito Haaland, che al 7' riceve da De Bruyne, scarta Courtois ma poi, nel momento decisivo, si allunga la sfera e ne perde il controllo. Il City insiste e poco dopo manda al tiro Rodri, con un destro a incrociare dal limite sfiora il bersaglio. Al 13' si ripropone il duello Haaland-Courtois: il norvegese stavolta viene innescato da Grealish e colpisce di testa, trovando la replica miracolosa e fortunosa del portiere del Real. Haaland non ci sta e al 21' ci riprova con lo stesso fondamentale, ma Courtois è ancora provvidenziale. Il gol dei padroni di casa è comunque nell'aria e si materializza al 23', quando a chiusura di un'azione lunga e manovrata De Bruyne imbuca per Bernardo Silva, che trafigge Courtois sul palo di sua competenza. Il City non è sazio e soprattutto non lo è il solito Haaland, che riceve da Gundogan, si gira in un fazzoletto e tira: la palla sfila a lato di un soffio. Il Real prova ad imbastire una reazione, ma i tentativi di Vinicius e Rodrygo vengono spenti sul nascere: merito anche della difesa inglese, che però vacilla al 35', quando Kroos scocca una grande sventola da fuori area che si schianta sulla traversa. Gol sbagliato, gol subito: la classica legge non scritta del calcio si palesa 2' dopo, quando Bernardo Silva incorna nel sacco un cross di Gundogan diventato letale dopo una deviazione di Militao.
Secondo tempo
Il Real prova subito a riaprire la contesa: al 51' Alaba si incarica della battuta di una punizione che Ederson alza sopra la traversa con un gran colpo di reni. Scampato il pericolo, il City prova a controllare la sfera cercando di abbassare i ritmi. Ancelotti prova a cambiare qualcosa: fuori Modric e dentro Rudiger per quello che non sembra esattamente un cambio dal sapore offensivo. Guardiola invece, al netto di un battibecco a distanza con De Bruyne, è soddisfatto della prova mastodontica sfoderata dalla sua squadra in particolare del primo tempo: lo è meno Haaland, che prova senza successo a forzare la resistenza di Militao prima e Camavinga poi. Ancelotti cambia ancora: fuori Kroos e dentro Asensio, ma la trama della partita non cambia. Al 73' è infatti ancora il City a sfiorare la rete e il protagonista è di nuovo un assetato Haaland, che riceve da Gundogan e tira: Courtois compie il terzo miracolo della serata mandando la sfera prima sulla traversa e poi fuori. Il tris è nell'aria ma non lo firma il fuoriclasse norvegese: il minuto buono è il 76' e a bucare Courtois è il fuoco amico di Militao, che devia nella propria porta un colpo di testa di Akanji dagli sviluppi di una punizione. A contesa ormai decisa, entrambi gli allenatori, per motivi diversi, mettono mano alla panchina: Guardiola toglie Gundogan e inserisce Mahrez, mentre Ancelotti richiama Camavinga, Carvajal e Rodrygo e getta nella mischia Tchouaméni, Lucas Vazquez e Ceballos. Proprio il neo entrato Lucas Vazquez prova a segnare il gol del bandiera, ma trova sulla sua strada i grandi riflessi di Ederson, che poco prima si era superato su Benzema, il grande assente della serata. Guardiola sostituisce De Bruyne con Foden: un cambio per dare la meritata standing ovation a uno dei migliori di una serata magica che conduce alla finale di Istanbul. Prima però c'è il tempo per un'altra mossa dalla panchina: fuori Haaland, impreciso e sfortunato al cospetto di un Courtois maestoso e dentro Julian Alvarez, un altro innesto che serve a fare capire la profondità e la qualità della panchina inglese. Il Real tifa per il triplice fischio rapido di Marciniak, ma nel recupero proprio Julian Alvarez, a conferma della recensione precedentemente esposta sulla panchina a disposizione di Guardiola, cala il poker a coronamento di un'azione orchestrata da Mahrez e Foden: il biglietto da visita perfetto per fa paura all'Inter.
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