L’Inter crolla a Monaco: il Psg domina 5-0 e vince la sua prima Champions
Finale senza storia in Germania, l’Inter crolla nei primi venti minuti (Hakimi e Douè) e poi non si rialza più. I parigini alla fine ne fanno cinque e alzano per la prima volta la Champions League. Inzaghi verso la fine del ciclo. Zero titoli

Luis Enrique portato in trionfo dai suoi (Ansa)
Monaco di Baviera, 31 maggio 2025 – Una debacle. Una Caporetto. Una stagione senza trofei. Dal Triplete ai zeru tituli il passo è breve e lo ha compiuto l’Inter, rimasta a secco su tutti i fronti. La finale di Champions non c’è mai stata, non è mai nata, e probabilmente il Psg aveva già vinto negli spogliatoi per freschezza, gioventù e idea di calcio. La squadra di Luis Enrique ha dominato la scena, prendendosi una coppa che nella fase a campionato sembrava inarrivabile - con anche il rischio di una eliminazione precoce - invece, pur senza le stelle di una volta, ma con tanti giovani di talento, è arrivata. Due gol in avvio, Hakimi e Doué, poi ancora l’ex Rennes, Kvara e Mayulu a chiudere i conti e forse a sancire la fine del ciclo di Simone Inzaghi all'Inter. Festeggiano invece il Psg e il presidente francese Emmanuel Macron che dice: “Oggi Parigi è la capitale d’Europa”. Decine di migliaia di persone si sono riversate nelle strade della Ville Lumiére, invasi gli Champs Elyseés. A mezzanotte si contavano già 80 arresti.

Uno-due da ko: Inter inesistente
E’ la finale di Champions e Inzaghi non può non andare con i titolarissimi. Davanti c’è la Thu-La, in difesa c’è Pavard e non Bisseck. Luis Enrique sceglie Doue a completare il tridente con Dembele e Kvara. Prova a partire forte il Psg, con possesso e riaggressione, e subito l’Inter è alle corde in fase difensiva. Difficoltà sulla costruzione da basso, dove i nerazzurri faticano a innescare le fasce e la verticale per Thuram. I parigini si insediano nella metà campo interista e i primi minuti sono di grande sacrificio, per non dire sofferenza (e non sarebbe esagerato). La prima conclusione è un destro dalla distanza di Dembelé che finisce centrale tra le braccia di Sommer, ma l’inizio sprint del Psg ha un suo effetto immediato. All’11’ il primo gol. La difesa nerazzurra si scompone e perde la linea, Dimarco incomprensibilmente basso, così il taglio di Douè spariglia le carte e Hakimi è tutto solo sul secondo palo. Classico gol dell’ex che gela i 18mila interisti sugli spalti. Funziona poco nell’Inter, gli errori in fase di possesso sono troppi e il Psg ha un’altra occasione con Kvara col classico destro a rientrare: palla alta. Al 20’, arriva il secondo. Barella non riesce a difendere un corner in fase offensiva, così parte la transizione del Psg che sfocia con Doue a destra: destro e deviazione di Dimarco, che si gira sulla conclusione, e raddoppio. C’è, di fatto, una sola squadra in campo. Il Psg di Luis Enrique è una macchina perfetta, che ha una fase di possesso di grande qualità ma, soprattutto, arriva sempre prima sul pallone. Dall'altra parte, l’Inter è costretta a rincorrere e inseguire senza risultati, vagando per il campo senza una reale meta. Si vede poco la squadra di Inzaghi dalle parti di Donnarumma e l’unica mezza occasione è una zuccata di Acerbi da corner (i piazzati sembrano l’unica possibilità di fare male), perché in fase di manovra non c’è qualità e non c’è ritmo. Solo nel finale di tempo sale di colpi l’Inter, sfruttando soprattutto la fascia destra, ma il Psg, con un irreprensibile Pacho, fa buona guardia. Thuram ha una chance con un colpo di testa su corner di Calhanoglu: palla di pochissimo a lato. I parigini, in ogni caso, ne hanno di più e al tramonto del primo tempo costruiscono la palla del possibile tris. Douè si smarca con le sue consuete rotazioni e mette al centro per Dembelè sul secondo palo che sbaglia un gol all’apparenza abbastanza facile. All’intervallo, l’ufficio facce dice tutto.
Debacle totale: il Psg domina
L’Inter avrebbe bisogno di una reazione, e anche in fretta, per non decretare una finale sostanzialmente mai nata e decisa in venti minuti, ma è il Psg a pungere in contropiede e Kvara ha due palle sul sinistro da posizione ravvicinata; il georgiano è impreciso e così non c’è il tris. Arriverà più tardi, con gli interessi. I nerazzurri provano a giocare più alti, ma si scoprono dietro e le ali parigine vanno a nozze. Dembelé può chiuderla di destro a giro: non va. Dopo neanche dieci minuti di ripresa, senza percepire una inversione di tendenza, Inzaghi cambia due uomini e sceglie Zalewski e Bisseck per provare a dare energia a una squadra spenta. Subito l’ex Roma ha una incursione, ma è murato sul più bello e tutto si spegne in pochi attimi. Si accanisce anche la sfortuna e il neo entrato Bisseck appoggia male la gamba: stiramento muscolare, tocca a Carlos Augusto. Inzaghi ne approfitta e sceglie pure Darmian per Mkhitaryan: di fatto l’Inter passa a 4 dietro. Non c’è neanche il tempo di cambiare l’assetto che il Psg segna il terzo. La pressione offensiva dell’Inter è errata, così si invola Doué che beve Bastoni in velocità e trafigge Sommer: 3-0 al 64’. La partita è finita, ma sostanzialmente non è mai cominciata. Luis Enrique, tra l’altro, ha ancora la carta Barcola da giocare e lo fa al 66’ per l’ammonito Douè, che esce tra la standing ovation dei suoi tifosi. Proprio il neo entrato sfiora il quarto poco dopo con un destro ravvicinato sparato malamente alto, ma poco importa perché la partita è in ghiaccio. Lo è ancora di più al 72’, con l’Inter totalmente aperta. Basta una imbucata per la volata di Kvara, solissimo in campo aperto: sinistro e poker. Barcola, che ha gambe e velocità, banchetta in mezzo a nerazzurri fermi, ammaccati nel corpo e nello spirito, con tanto di gioco di suola fino al destro che si spegne a lato. Ma c'è gioia per tutti, arriva anche per Mayulu a quattro dalla fine con il quinto gol. Al Khelaifi, dopo 1.3 miliardi di euro investiti in acquisti, corona il proprio sogno. Per l'Inter, invece, il passivo peggiore in una finale di Champions e la sensazione di un ciclo tecnico giunto alla conclusione. Parigi capitale d'Europa. Inter a zero titoli.
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