Zhang, il collezionista di trofei ci ha preso gusto. E ora sogna la Champions League

È il quarto presidente più vincente della storia dell’Inter grazie al trionfo in campionato e ai successi in Coppa Italia e Supercoppa

di MATTIA TODISCO -
9 giugno 2023
Steven Zhang e Simone Inzaghi con la Coppa Italia appena riconquistata

Steven Zhang e Simone Inzaghi con la Coppa Italia appena riconquistata

Milano, 9 giugno 2023 – Il settimo anno non è stato quello della crisi. È terminato il 6 giugno, quando Steven Zhang e Suning hanno tagliato il traguardo di fine settennato, dal momento dell’acquisto delle quote di maggioranza. Con una bacheca che pochi possono vantare, da proprietari dell’Inter. Solo i due Moratti hanno fatto meglio, l’inarrivabile Massimo a 16 trofei e il più vicino Angelo a 7, ma con due Coppe dei Campioni e altrettante Intercontinentali, oltre a tre scudetti. A Nanchino sono arrivati a cinque, sognano il sesto alloro, sarebbe anche il più lucente. Un bottino di tutto rispetto, messo da parte in un tempo relativamente breve. È vero che nella cinquina figura solo uno scudetto, ma bisogna anche guardare da dove si è partiti.

Quando a giugno 2016 Suning ha preso in mano le redini del club, l’Inter non vedeva una partecipazione alla Champions League da quattro anni (ne attenderà altri due per qualificarsi) e l’ultimo trofeo alzato al cielo era la Coppa Italia del 2011. Pian piano, un gradino alla volta, la società si è strutturata in modo da diventare una delle protagoniste in Italia e non solo, vista la finale di Champions League appena raggiunta. Ha lasciato da parte i proclami di inizio percorso, quando ci si proponeva di diventare una superpotenza anche a livello economico in poco tempo, prendendo la via obbligata della sostenibilità dopo che la pandemia e il cambio di rotta del governo cinese hanno di fatto chiuso i rubinetti.

Zhang ha così imposto l’autofinanziamento, quando non il player trading. Ha però saputo contornarsi delle persone giuste e anche questo è un merito. Ha sfruttato la fine del matrimonio tra Beppe Marotta e la Juventus per accaparrarsi uno dei dirigenti più di lungo corso del calcio italiano, indispensabile per prendere delle decisioni tanto drastiche quanto necessarie (vedasi la vicenda Icardi) e per portare a casa un tassello fondamentale quale l’allenatore dello scudetto, Antonio Conte. L’avventura si è poi chiusa in maniera burrascosa, ma il successore Inzaghi si è rivelato un’altra opzione azzeccata. Non ancora capace di conquistare il tricolore, in compenso per due volte oltre la fase a gironi in Europa, come non erano riusciti a fare né il predecessore né Spalletti nelle stagioni antecedenti. Conquistati tutti e tre i trofei italiani a disposizione, a Zhang manca l’alloro continentale.

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