Finale Champions, Moratti crede nell’impresa: "Se fossi nel City mi preoccuperei. L’Inter in Europa ha mille risorse"

Con lui sono arrivati sedici trofei, ma è entrato nella storia soprattutto per i trionfi del 2010 con Mourinho. Su Inzaghi però ha fatto un passo indietro: "Mi sono ricreduto, ma le sconfitte in campionato restano troppe"

di MATTIA TODISCO
8 giugno 2023
Moratti con la coppa della Champions League

Moratti con la coppa della Champions League

Milano, 8 giugno 2023 – La vivrà come sempre da tifoso , ma non più da primo. Era presidente, Massimo Moratti, quando nel 2010 l’Inter centrò la finale di Champions League contro il Bayern Monaco. La vinse e fu festa grande, che le voci di addio di Mourinho e Milito (le seconde poi smentite nei fatti) non oscurarono, piccoli dettagli in mezzo a un trionfo che fece storia. Dalla notte di Madrid sono passati tredici anni. Moratti, nel frattempo, è uscito di scena piano piano dai quadri societari. Un passaggio che non ha minimamente scalfito la passione che Moratti nutre nei confronti dei colori nerazzurri.

Un affare di famiglia, certificato dagli albi d’oro riempiti per mano sua e del padre Angelo nei due momenti più alti della storia della società.

Che effetto fa rivedere l’Inter impegnata in una partita così importante?

"Arrivare alla finale di Champions League è un fatto di grande orgoglio. C’è inoltre il piacere di aver strappato la qualificazione attraverso una vittoria molto netta contro il Milan. Questo alimenta il prestigio dell’impresa".

Lei è uno di quelli che non vede un pronostico così sbilanciato verso il Manchester City. Come mai?

"Perché l’Inter è stata sorprendente nelle partite importanti. Ha dato dimostrazione di buon gioco e anche determinazione facendo anche gol. Alcune partite perse in campionato sono state giocate con in campo alcune riserve, di recente anche per ragioni di calendario. Pensando all’Inter di Champions, se fossi un avversario avrei timore".

Fa paura anche il City, però. C’è un giocatore su tutti che l’ha impressionata?

"Il problema, più che altro, è che ogni giocatore che tirano fuori è buono. Li ho visti di recente, hanno schierato un giovane come Palmer e ha giocato in modo stupendo anche lui. Gli altri in generale sono tutti buoni e di classe. Hanno un grande allenatore, ma una partita è una partita e può succedere di tutto".

Quest’anno è stato critico verso Inzaghi, ma di recente ha fatto un passo indietro.

"Mi ha fatto ricredere a forza. Ha fatto molto bene, malgrado le sconfitte in campionato ha portato a casa i suoi risultati".

La finale di Champions rivaluta anche l’operato del criticato Zhang, dopo le difficoltà economiche di questi anni?

"Da quando Suning è arrivata al comando, l’Inter ha vinto campionato, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, ha centrato due finali europee. I risultati li ha fatti e sono ottimi. Trovo sia ingiusto criticarlo. Quando si parla di una rosa ampia dell’Inter, il merito è del presidente e di chi si è messo a disposizione per portarli a casa".

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