Finale Champions, Calhanoglu gioca in casa: “Sarà un’altra San Siro”

A Istanbul sarà regista o mezzala a seconda che ci sia Brozovic o no. I dubbi di Inzaghi sulla formazione

di MATTIA TODISCO -
8 giugno 2023
Hakan Calhanoglu (© Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas)

Hakan Calhanoglu (© Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas)

Milano, 8 giugno 2023 – La finale di Champions League avrà anche chi gioca "in casa". Uno per parte, sebbene quello in maglia City sia un nazionale tedesco, nato a Gelsenkirchen (Germania), il cui cognome Gundogan tradisce le origini turche. Anche Hakan Calhanoglu è nato in terra teutonica, ma la Turchia la rappresenta nel calcio come sul passaporto.

È un pilastro della rappresentativa che ha visto passare tra le proprie fila giocatori molto amati in patria, come Emre Belozoglu oppure Okan Buruk, neo campione della SuperLiga da allenatore del Galatasaray (trascinato da Icardi).

Hanno entrambi trascorsi all’Inter, erano nel gruppo che l’Euroderby in semifinale lo perse nel 2003. Per loro, ma soprattutto per Calhanoglu, la porzione neutrale che popolerà lo stadio Ataturk sabato sera potrebbe pendere dalla parte dell’Inter. Staccato il pass per la finalissima, il centrocampista ha espresso il proprio orgoglio per la possibilità di giocare una partita così importante davanti ai connazionali. È uno di quelli che, salvo imprevisti dell’ultimora, sono certi di avere una maglia dal 1’. Come regista, se Mkhitaryan dovesse convincere Inzaghi negli ultimi allenamenti a schierarlo da titolare. Nel ruolo di mezzala, qualora (ipotesi più accreditata) il tecnico optasse per Brozovic con l’armeno seduto in panchina. Subito dopo la finale, settimana prossima, per Calhanoglu arriverà l’annuncio del rinnovo di contratto con l’Inter fino al 2026 con uno stipendio da 6 milioni l’anno.

Un ingaggio da top player, guadagnato grazie a un biennio in cui ha migliorato le prestazioni rispetto a quanto già aveva mostrato in maglia Milan. Perso Brozovic per infortunio, Inzaghi ha trovato nel turco un’alternativa valida quanto (se non più) del croato.

E quando la necessità ha spinto l’allenatore a riportare Calhanoglu alla vecchia posizione, nulla è cambiato in termini di rendimento. I dubbi di formazione in vista di sabato restano sostanzialmente due. Uno è quello già menzionato in mediana, l’altro è chi tra Dzeko e Lukaku affiancherà Martinez.

Ad oggi, sebbene il belga sia in condizioni ottime, tutto fa pensare che a giocare sia il bosniaco. Un ex dal dente non avvelenato, che al City è stato bene e ha vinto.

Quasi certamente è all’ultima occasione per vincere il trofeo e nonostante una grande carriera non ha mai giocato la finale di Champions League. È stato il prescelto per le partite importanti nei due mesi finali di stagione che hanno visto l’Inter vincere sempre o quasi (fa eccezione Napoli con una squadra di riserve e un’espulsione di Gagliardini poco prima dell’intervallo). Lukaku resterà il giocatore chiave da utilizzare nella seconda parte.

Quando Inzaghi spera di essere ancora pienamente in partita contro un’avversaria che a sua volta avrà in panchina elementi di assoluto livello.

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