Eriksson ha un cancro terminale: “Mi resta al massimo un anno”

Il tecnico svedese, 75 anni, racconta della sua malattia in radio. “Sono svenuto e così ho scoperto di avere un tumore. Ma il giorno prima avevo corso 5 km. Ora potrei sedermi a casa ed essere infelice. Ma no, guardo i lati positivi delle cose”. Tutti i successi, da Goteborg alla Lazio

11 gennaio 2024

Roma, 11 gennaio 2024 – Cancro allo stadio terminale. La diagnosi fatta a Sven-Göran Eriksson, l’ex allenatore svedese che portò la Lazio allo Scudetto – è una sentenza. “So che nel migliore dei casi ho circa un anno – ha confessato il tecnico, 75 anni, alla radio svedese P1 – nel peggiore dei casi anche meno. O nel migliore dei casi suppongo anche di più. Non credo che i medici che ho a disposizione possano essere del tutto sicuri, non possono mettere un giorno”. Si sapeva che Eriksson non stava bene: 11 mesi fa si era dimesso dal suo ultimo incarico di direttore sportivo della società di calcio svedese Karlstad a causa di non meglio precisati problemi di salute. Oggi Eriksson chiama per nome il suo male. O per lo meno ne definisce l’entità. "Tutti vedono che ho una malattia che non fa bene, e tutti suppongono che sia un cancro, e lo è”, ha ammesso.

Sven-Goran Eriksson al derby Roma lazio lo scorso marzo (Ansa)
Sven-Goran Eriksson al derby Roma lazio lo scorso marzo (Ansa)

Ai microfoni della radio svedese Eriksson ha raccontato il momento in cui ha scoperto di essere malato. "Ero completamente sano, poi un giorno sono svenuto e sono finito in ospedale – narra – . Dopo un consulto medico ho scoperto di avere avuto in ictus e che avevo già un tumore. Non so da quanto tempo, forse un mese, forse un anno. Avevo il cancro ma il giorno prima avevo corso cinque chilometri”. La malattia poi è progredita ma per quanto sia senza appello la parola “terminale”, Sven non ha intenzione di sedersi e attendere la fine. “È meglio non pensarci – dice -. Devi ingannare il tuo cervello. Potrei andare in giro a pensarci tutto il tempo e sedermi a casa ed essere infelice e pensare di essere sfortunato e così via. È facile finire in quella posizione. Ma no, guardo i lati positivi delle cose e non bisogna farsi seppellire dai problemi, perché questo è ovviamente lo battuta d'arresto più grande di tutti".

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Dal Goterborg alla Lazio, i successi di Eriksson

A 30 anni Eriksson porta il Goteborg a vincere la tripletta, campionato e coppa svedese e Coppa Uefa. Mai nessuna squadra svedese era riuscita in questa impresa che lancia il tecnico nell’olimpo degli allenatori europei. Cos, giovanissimo, Eriksson approda al blasonato Benfica con cui vince due volte la Primeira Liga e una coppa portoghese. Nel 1984 l’arrivo in Italia, alla Roma. Nel triennio giallorosso Eriksson sfiora lo scudetto con un’impressionante rimonta ai danni della Juve di Trapattoni e vince una Coppa Italia. Dopo un anno alla Fiorentina torna a guidare il Benfica, vincendo il terzo campionato in tre stagioni. Dal 1992 è sulla panchina della Sampdoria: in cinque anni si aggiudica una Coppa Italia e un terzo posto in campionato. 

Il ‘97 è l’anno della Lazio: Eriksson ci arriva portandosi dietro il pupillo Roberto Mancini: nella prima stagione vince 4 derby su 4 e la Coppa Italia, la seconda della sua carriera. Negli anni biancocelesti conquisterà altri 6 trofei, un’altra Coppa Italia, due supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe, una supercoppa Uefa e soprattutto il Campionato, l’ultimo vinto dalla Lazio, nella stagione 1999-2000. È stato il primo commissario tecnico straniero dell'Inghilterra (dal 2001 al 2006). Dal 2007 inizia il suo giro sulle panchine di tutto il mondo: dopo un anno a Manchester, guida la nazionale messicana, poi quella ivoriana, rientra in Inghilterra ereditando il Leicester City da Paulo Sousa. Seguono quattro anni in Cina e uno al timone dalle nazionale filippina. E’ l’ultima panchina prima di passare ai ruoli dirigenziali, lasciati solo un anno fa, a causa della malattia. 

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