Albania, chi sono i migliori giocatori agli Europei di calcio 2024. Quanto guadagna il calciatore più pagato
Con l’arrivo in panchina di Sylvinho le Aquile hanno cambiato faccia e ora guai a prenderle sottogamba
Per la seconda volta nella sua storia, dopo l’avventura del 2016 con Gianni De Biasi, l’Albania si presenta ai blocchi di partenza di Euro 2024. Una squadra da rispettare, che nasconde molte più insidie di quello che banalmente si potrebbe pensare, ma che gli Azzurri non possono temere. Dopo un 2022 da incubo nel quale le Aquile hanno vinto solo una delle dieci partite disputate, la Federcalcio ha optato per il brasiliano Sylvinho in panchina. L’ex collaboratore di Mancini all’Inter e di Tite nel Brasile era reduce da esperienze dimenticabili a Lione e al Corinthians. Il tecnico però è riuscito a imporre subito la sua filosofia di calcio, completamente opposta ai suoi predecessori (De Biasi, Reja e altri), optando per un gioco più propositivo e aggressivo invece del 3-5-2 attendista a cui erano abituati gli albanesi. Dopo l’iniziale sconfitta contro la Polonia sono arrivati successi importanti, come le due vittorie in casa che hanno decretato il passaggio del turno.

La rivoluzione di Sylvinho funziona, ma alcuni problemi restano
Via l’obsoleto 3-5-2, bisogna essere più aggressivi, imporre il proprio ritmo e non aver paura di giocare a viso aperto anche contro quelle squadre che sulla carta sono più quotate. Sylvinho vuole fare le cose a suo modo e non è disposto per nulla a cambiare, nonostante buona parte dei giocatori in rosa non abbiano proprio le caratteristiche ideali per il gioco dell’ex terzino di Arsenal e Barcellona. Difesa a quattro, centrocampo a tre e tre davanti, oppure due mediani e linea a tre dietro all’unica punta. L’esperimento funziona, l’Albania gioca bene, si diverte e diverte il proprio pubblico. Tenere dietro nel gruppo E delle qualificazioni Repubblica Ceca e Polonia non è cosa da tutti, data la base di partenza. Le scelte fatte dal tecnico brasiliano sono studiate in ogni minimo dettaglio, tanto che nulla è lasciato al caso. Infatti per individuare i migliori convocati possibili viene usato anche un algoritmo per trovare i giocatori nati all’estero ma con origini albanesi. Il metodo viene perfezionato di anno in anno e venne inserito nel 2017, quando arrivò come match analyst Alarico Rossi. Nell’ipotetico 4-3-3 di partenza, le due ali Seferi e Asani devono essere sempre pronte ad abbassarsi per aiutare i terzini in fase di ripiegamento per riempire le corsie. Dietro Hysaj, Djimsiti, Ajeti e Mitaj devono restare compatti e bassi per non concedere nulla e non esporsi agli uno contro uno avversari. Non è un caso se tra tutte le squadre che hanno giocato le qualificazioni, solo Francia e Portogallo hanno concesso meno gol dell’Albania. Ma sarebbe un errore pensare che le Aquile sono tutta difesa e contropiede. Perché uno dei segreti sta anche nell’italianissimo centrocampo a tre: Ramadani, Asllani e Bajrami. I tre volti ben noti a noi italiani sono molto bravi negli scambi stretti e riescono sia a far ripartire l’azione molto velocemente, innescando le finte ali, ma anche a fraseggiare tra di loro per abbassare il ritmo e prendere il controllo della partita. Al netto dell’ottimo lavoro svolto da Sylvinho e dal suo vice Zabaleta (ex terzino del City), ci sono però dei problemi duri a morire. Uno di questi è la fase realizzativa: le ali sono chiamate a fare un grandissimo lavoro anche difensivamente e, dunque, possono stancarsi velocemente e perdere lucidità per eventuali uno contro uno. Inoltre, quello che dovrebbe essere il centravanti titolare Armando Broja è reduce da un’annata anonima in Premier: 1 gol in 17 partite. Meglio ha fatto un’altra vecchia conoscenza della Serie A, Rey Manaj che ha segnato 18 reti nel campionato turco con il Sivasspor, ma resta dietro nelle quotazioni di partenza. Anche i numeri testimoniano l’inefficacia offensiva della squadra di Sylvinho: nel 2023 il xG creati dall’Albania sono 0,62, ma il dato reale è di 1,5 gol ogni novanta minuti, un exploit che però non si sa se sia destinato a durare anche per questo campionato europeo. Realisticamente, dato anche il girone in cui è stata inserita, l’Albania potrebbe chiudere come ultima nel proprio gruppo, ma guai a sottovalutare la forza del gruppo delle Aquile e gli assi nella manica di Sylvinho perché lo sgambetto a una delle tre e un insperato terzo posto, che potrebbe voler dire qualificazione, è dietro l’angolo e di magate il brasiliano già ne ha fatte…
Probabile formazione (4-3-3): Berisha; Hysaj, Ajeti, Djimsiti, Mitaj; Asllani, Ramadani, Bajrami; Asani, Broja, Seferi.
L’uomo chiave: Kristjan Asllani. La capacità dei centrocampisti di fraseggiare rapidamente e di aiutare i difensori sarà fondamentale.
Giovane da seguire: Ernest Muci. Il trequartista del Besiktas, classe 2001, si può rivelare un jolly importante dalla panchina (3 gol in 10 presenze in nazionale fin ora). Servirà anche un buon apporto del centravanti classe 2002 Armando Broja, nonostante una stagione non positiva in Premier League.
Il più pagato nei club: Armando Broja (Fulham) 2,08 milioni all’anno
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