Tare, il derby del cuore: "L’Italia mi ha accolto, l’Albania è nel futuro"

Per l’ex bomber di Bologna e Brescia una sfida speciale: "Azzurri temibili, noi abbiamo una squadra giovane che comunque venderà cara la pelle"

di DORIANO RABOTTI -
15 giugno 2024
Tare, il derby del cuore: "L’Italia mi ha accolto, l’Albania è nel futuro"

Tare, il derby del cuore: "L’Italia mi ha accolto, l’Albania è nel futuro"

Dortmund, 15 giugno 2024 . Se non fosse così fiero delle sue origini, forse sarebbe difficile distinguere la parte albanese da quella italiana, nella personalità di Igli Tare. Perché l’ex dirigente della Lazio, e prima ancora bomber di Brescia e Bologna, incarna alla perfezione la fusione tra due anime.

Tare, dopo tanti anni nel nostro Paese, per lei Italia-Albania che cosa è, la sfida tra la mamma e la moglie?

"Posso dire più che altro che è un incontro che avrei voluto vivere in campo, è una specie di derby di emozioni, di nostalgia. Molti di noi sono cresciuti con la cultura e la lingua italiana, quando siamo partiti andavamo verso una terra che conoscevamo molto bene".

C’è ancora questa fascinazione degli albanesi per l’Italia?

"In realtà le cose sono molto cambiate, adesso sono gli italiani che vengono in Albania e poi ci tornano perché se ne innamorano".

Quindi è vero che i due paesi sono molto simili.

"Verissimo, lo sono sul piano della mentalità, della cultura, e soprattutto ci sono punti di contatto soprattutto con l’Italia del sud per l’ospitalità e per la serenità con cui la gente sa affrontare la vita. Con lo spirito giusto, senza stress. È la stessa sensazione che hai in Albania: anche chi non guadagna tanto riesce a godersi la vita con la giusta serenità. E infatti molti italiani quando vengono si sento a casa, ma con una ospitalità anche maggiore. Gli albanesi ti aiutano, ti fanno sentire a tuo agio, e se ti comporti bene ti trattano come uno di loro".

In fondo siamo tutti popoli di emigranti.

"Ma io non credo che sia più questo il punto. Certo, una volta per gli italiani e fino a qualche tempo fa anche per gli albanesi emigrare era una scelta forzata. Ma come dicevo, i tempi sono cambiati. Ormai tutto il mondo è un paese, basta andare in Australia o in America e scoprire che ovunque è pieno di italiani. Adesso è una scelta di opportunità per la vita, anche l’Unione Europea ti fa capire che certi confini non ci sono più".

A proposito: con l’ingresso nell’Unione per l’Albania cosa cambierà?

"Io non vedo nella Comunità Europea un modello da seguire, mi sembra che stia creando più problemi che soluzioni. Ognuno pensa soprattutto a fare i propri interessi".

Tare, ci dica la verita. Quando i tifosi del Bologna le cantavano ’È arrivato col gommone il nostro goleador’, non le dava neanche un po’ fastidio?

"No, assolutamente, sia perché io a Bologna sarò sempre grato, sia perché era chiaramente un modo per manifestare l’affetto, non era offensivo. In altri stadi invece me lo urlavano per farmi star male, i tifosi avversari. A Bologna era una cosa detta col cuore, e poi io comunque non sono arrivato col gommone. Verso Bologna porterò sempre grande rispetto e amore perché così sono stato trattato".

A livello calcistico lo scambio è stato fortissimo, da De Biasi a Reja, da Tramezzani a Panucci a Pea, avete avuto tanti tecnici italiani.

"Dovrebbe bastare un dato: ci sono più giocatori di origini albanesi tesserati in italia che in tutta l’Albania, tra professionisti e dilettanti".

Secondo lei Italia può andare avanti negli Europei?

"Non è la favorita, ma è una squadra da temere sempre e ha un grande allenatore, che sa movitare bene il gruppo e portarlo ad essere al posto giusto al momento giusto. Anche Buffon porta tanta esperienza nel gruppo, chi affronta l’Italia piangerà sempre, nel bene o nel male".

E l’Albania?

"È molto giovane, forse la più giovane dell’europeo. Vivrà una grande esperienza, ha una delle tifoserie tra le più belle dell’Europeo, calda, attaccata alle radici. Penso che farà un torneo dignitoso, è nel gruppo più difficile, ma venderà cara la pelle".

E il futuro di Tare?

"Io aspetto e mi godo la vita, viaggio, guardo tante partite. Aspetto il progetto giusto, tornerò solo quando ne sarò sicuro"

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