Fiorentina, le pagelle. Terracciano super, Ikoné litiga da solo

I migliori e i peggiori dopo la vittoria – sofferta e di misura, ma preziosissima – contro l’Hellas Verona

di GIAMPAOLO MARCHINI -
18 dicembre 2023

Firenze, 18 dicembre 2023 – Le pagelle di Fiorentina-Hellas Verona, finita 1-0 per i viola.

IL MIGLIORE

Terracciano 7,5 Manco il tempo di sistemarsi i guantoni che il disastro madornale è in agguato. Troppo leggero nel controllare con i piedi il primo pallone che gli ruba Folorunsho poi falciato: fallo da rigore confermato al Var. Da qui il pomeriggio da idolo di San Pietro che si perdonare con una doppia parata: prima il rigore di Djuric, poi la ribattuta di Suslov. Super su Ngonge e si ripete su Folorunsho tenendo a galla la Fiorentina.

IL PEGGIORE

Ikoné 5 Litiga soprattutto con se stesso incaponendosi su alcune giocate che riesce a far diventare difficili anche quando sarebbero elementari. E questo è lo stato attuale del francese che proprio non riesce a riemergere da una situazione che gli sta facendo perdere soprattutto la fiducia nei suoi mezzi che restano inespressi. Ha sul piede il tiro (a giro) del possibile vantaggio, dopo un’azione travolgente.

Kayode 6 Resta più basso perché Lazovic e Folorunsho si alternano nella sua zona costringendolo a un doppio lavoro di copertura non sempre pulito. Quando può cerca la sovrapposizione con Ikone, senza essere corrisposto.

Ranieri 6 Si batte e si sbatte nel tentativo di non farsi travolgere nel primo tempo quando il Verona sembra la Fiorentina, producendo occasioni pericolose. Difficile passare dalle sue parti; si propone in attacco, cercando anche il fondo. Si conferma lottatore leale.

Quarta 5,5 Sembra quello con un pizzico di lucidità in una gara che di logico ha poco. Non sempre preciso, ha il merito di non perdere la concentrazione, tenendo la posizione quando il Verona si accende. Dal 72’ Milenkovic.

Biraghi 6 Alla fine della fiera se la cava con il mestiere che non gli manca. Ci prova anche su punizione, ma la mira non è dei giorni migliori. Lotta e sbuffa sulla corsia senza mai tirarsi indietro. Come nel suo Dna.

Maxime Lopez 5,5 Dovrebbe cucire il gioco, ma fatica a prendere ritmo e le distanze, senza poter andare in verticale. Spesso scavalcato dai lanci dalla retroguardia che non gli danno modo di incidere. Allora si mette in proprio con esiti alterni. Dal 46’ Arthur

Mandragora 6 Inizio in difficoltà, come tutti. Galleggia nella partita, rincorrendo tutti e cercando di accompagnare l’azione offensiva. Suo il lampo più pericoloso che costringe Montipò a un intervento complicato. Dall’85’ Mina.

Beltran 6,5 Non è Bonaventura e si vede anche se non si tira mai indietro, affidandosi all’istinto che non gli manca. Ma non gli basta per uscire dalla palude organizzata dai gialloblù. Nella ripresa gioca da 9 puro e segna da 9 vero.

Sottil 5,5 Sembra sempre sul punto di trovare la giocata vincente che però rimane incompiuta. Le scelte finali non lo premiano come si meriterebbe. Dovrebbe essere avvantaggiato dalla maggiore tecnica su Tchatchoua, senza tuttavia sfruttarla fino in fondo. Dal 46’ Kouame

Nzola 5,5 Una prova da ’vorrei ma non riesco’ (per ora). Vanifica una favorevolissima occasione quando si fa rimontare dai difensori a campo aperto. Segna anche, ma si aiuta con un braccio. Sostituito a metà gara. Dal 46’ Barak.

Le sostituzioni

Arthur 6,5 - Prova a mettere ordine, riuscendoci, in una ripresa giocata sulla linea della follia. Non a caso la Fiorentina ha più testa dopo il suo ingresso.

Kouame 5,5 - Confusionario, ma lotta sempre.

Barak 5,5 - Dovrebbe aggiungere peso in avanti.

Milenkovic 6 - Aggiunge chili e centimetri nel finale quando il Verona prova a pareggiare.

Mina sv - Ultimi minuti per portare a casa il risultato.

L’allenatore

Italiano 6 Raccoglie una vittoria che vale 6 punti per come è arrivata. Mette all’inizio le due punte. Ma sulla carta, considerato che Beltran agisce alle spalle di Nzola e la Fiorentina va in apnea, anche per altre scelte. Cambia tutto nella ripresa con l’ingresso del metronomo Arthur. Nel finale non si vergogna a difendere il risultato ripreso con i denti, anche con 5 in linea davanti a Terracciano.

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