Inter, Ausilio torna sulla vicenda Lukaku: “Mancano educazione e rispetto”

Il direttore sportivo nerazzurro a Radio Tv Serie A: “Questione chiusa, sono stracontento di quanto arrivato dopo”

di MATTIA TODISCO
1 novembre 2023
Romeru Lukaku nella partita Inter-Roma

Romeru Lukaku nella partita Inter-Roma

In una lunga intervista a Radio Tv Serie A, il direttore sportivo dell'Inter, Piero Ausilio, è tornato sulla trattativa Lukaku chiusasi la scorsa estate con la rottura tra le parti. Il giocatore, tornato lo scorso weekend da avversario a San Siro, è stato fischiato ad ogni tocco di palla dai suoi vecchi tifosi. 

“È una delusione per come è finita – afferma Ausilio – ma non voglio parlare di un giocatore che è di un'altra società. Mi piace guardare al futuro. Dico solo che in tutte le cose servono educazione e rispetto. A un certo punto, sono venute a mancare. Tante operazioni non vanno in porto, ma se c'è voglia di dirsi le cose guardandosi in faccia non c'è problema. Se ci si nega al telefono o si parla attraverso altre persone, non corrette, è il momento di voltar pagina. Per me è chiusa dall'8 luglio, sono stracontento di quanto arrivato dopo”.

Ovvero Thuram e la coppia con Martinez. “La prima volta che ne ho parlato in società – ricorda – fu dopo la cessione di Lukaku al Chelsea. Giocava esterno al Borussia, non sapeva nemmeno di poter essere una prima punta. Venne preso Dzeko a zero, ci mancava un altro attaccante per completare il reparto. Era il prescelto, ma s'infortunò. Avevo già parlato con il papà, con Marcus. Avevamo quasi definito tutto ma la domenica prima degli incontri definitivi si fece male e stette fuori qualche mese, per cui cambiammo obiettivo. Quegli incontri con il padre furono la base. In questi giorni mi ha ricordato che sono stato il primo a dirgli che Marcus poteva fare la punta centrale. Avevamo un progetto finalizzato su di lui e ci siamo presi il vantaggio”.

Il prossimo obiettivo è già fissato. Ausilio lo chiama un “sogno”. “Richiede tanto lavoro e continuità - afferma - Parlo di un sogno sportivo perché per il resto mi sento abbastanza realizzato. Mi piacerebbe la seconda stella. L'importante è lottare fino alla fine, poi se altri saranno stati più bravi gli stringeremo la mano”. 

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