L’Inter è di Oaktree, cambia la proprietà dei nerazzurri: Zhang non ha saldato il debito
Alle 17 è scaduto il tempo che il presidente nerazzurro aveva per restituire i 275 milioni (saliti a 375 con gli interessi) che nel 2021 ricevette dal fondo statunitense
È scattata l’ora X: oggi, 21 maggio 2024, alle 17 in punto è finito il tempo che il presidente dell’Inter, Steven Zhang, aveva a disposizione per restituire al fondo statunitense il prestito di 275 milioni, versato nel 2021 e arrivato oggi con gli interessi a 375 milioni.
Anche se al momento mancano comunicazioni ufficiali, con ogni probabilità già al vaglio di avvocati e commercialisti, si può mettere ufficiosamente un punto sull’era “cinese” dell’Inter: dopo 8 anni (Suning acquisto il 68,5% delle quote del club da Erick Thohir il 28 giugno 2016) e 7 trofei (2 scudetti, compreso l’ultimo storico della seconda stella, 3 SuperCoppe e 2 Coppe Italia) si apre un nuovo capitolo a stelle e strisce sotto il segno di Oaktree.
I freschi campioni d’Italia infatti proprio in queste ore stanno formalizzando il cambio di proprietà: la società passerà dalla famiglia Zhang al fondo statunitense Oaktree.
Oaktree come Elliot con Yonghong Li
Il passaggio di società potrebbe ricordare quanto accaduto nell’estate del 2018 sull’altra sponda del naviglio: il Milan infatti passò dalle mani di Yonghong Li, brooker cinese che acquistò il club da Silvio Berlusconi nel 2017, al fondo Elliott a seguito dell’inadempienza dell’uomo d’affari cinese.
Li aveva acceso un prestito di 303 milioni con il fondo d'investimento americano per onorare gli impegni assunti verso Fininvest e completare il closing. Una situazione molto simile a quanto sta accadendo a Steven Zhang e all’Inter. La gestione di Elliot al Milan è segnata dall’attenzione ai conti: la scelta di Oaktree, dunque, potrebbe essere analoga per sistemare la situazione economica dell’Inter (che, è bene ricordare, non è più spaventosa come nel 2021, anno in cui venne acceso il prestito) e poi rivendere i club.
L’esperienza con il Caen
Il fondo statunitense è ormai da 4 anni alla guida del Stade Malherbe de Caen, piccolo club di seconda divisione francese, acquistato sull’orlo del fallimento nel 2020. A fine stagione Oaktree ha già annunciato che lascerà il club. Dopo averlo sistemato sul piano livello economico: le prime operazioni sono stati tagli al personale e riduzione dei costi che ha portato al licenziamento di quasi la metà dei dipendenti (principalmente personale amministrativo e commerciale). Sul mercato il “credo” è il player trading, ovvero ottenere plusvalenze acquistando giovani giocatori per provare a valorizzarli e a rivenderli a prezzi più alti. Sugli aspetti di campo però (scelta dei giocatori, acuisti e tutto il lato tecnico) i vertici del fondo si sono sempre tenuti alla larga, delegando le decisioni al management del club (ragione per cui le posizioni di Marotta, Ausilio, Baccin e Antonello non sembrerebbero al momento in discussione)
Una scelta che parrebbe aver fruttato tanto che anche sul lato sportivo il club in sotto la gestione di Oaktree ha fatto notevoli passi avanti. Vero, non è arrivato il ritorno in Ligue1 ( l’obiettivo più o meno dichiarato dalla proprietà) ma nelle ultime 3 stagioni il Caen si è consolidato nella parte alta della classifica, sfiorando in questa stagione la zona Playoff.
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