Inter campione d’Italia, Spillo Altobelli: “Per vincere ancora lo scudetto non bisogna vendere i più forti”
La bandiera nerazzurra che vinse il campionato nel 1980: “Le avversarie dovranno rafforzarsi se vorranno mettersi in scia ai campioni”
La fede interista è rimasta intatta. Quando parli con Alessandro Altobelli e gli chiedi dell’Inter, ogni tanto gli scappa un “noi“. Legittimo e legittimato da undici stagioni con 209 gol, con alcuni record che ancora gli appartengono. I suoi trentacinque gol nelle coppe europee sono ancora il miglior bottino di un nerazzurro nella storia del club, lo stesso vale per i quarantasei in Coppa Italia (e con gli altri dieci tra Brescia e Juventus è suo anche il primato di sempre). Il suo scudetto con l’Inter lo ha vinto nel 1980, una squadra di amici che ancora oggi si ritrova spesso, con il plus di una coppia d’attacco in cui “Spillo“ e il suo compagno di reparto Evaristo Beccalossi si trovavano a occhi chiusi.
Quella di oggi è un’Inter differente, non c’è più lo scoglio delle frontiere chiuse (riapriranno giusto nella stagione successiva all’undicesimo tricolore vinto con Altobelli in campo) ma con il lavoro di Marotta e Ausilio è stato riportato uno zoccolo duro italiano al quale Luciano Spalletti ha attinto a piene mani per la sua nazionale: Darmian, Acerbi, Bastoni, Dimarco, Barella, Frattesi. Una squadra che ha dominato il torneo, andando oltre le più rosee aspettative, sebbene l’obiettivo scudetto fosse stato messo in cima fin dall’inizio della stagione a luglio, sia da Simone Inzaghi che dai dirigenti.
Era pronosticabile una stagione così da parte dell’Inter o le modalità con cui si è svolto il campionato sono una sorpresa?
"Penso che nessuno aveva preventivato non tanto la vittoria del campionato, ma un vantaggio del genere sulle altre già con largo anticipo sulla fine della stagione. Parliamo di un distacco abissale. Questo dimostra la grande annata fatta da questa squadra".
Cosa è mancato alle principali rivali per riuscire a tenere il passo?
"La Juve, il Milan o il Napoli hanno buone squadre, ma dovranno rafforzarsi in estate se vorranno rimettersi in scia all’Inter. A tutte questa manca qualcosa in determinati reparti. I campionati li vinci anche con una panchina lunga, come dimostra quello che ha fatto l’Inter".
A chi darebbe il merito maggiore di un campionato come questo?
"Quando le cose vanno bene si danno meriti a tutti, dal presidente che ha scelto i direttori e che a loro volta hanno scelto allenatore e giocatori. La maggior parte di questi erano anche calciatori che sono stati convinti a cambiare squadra quando erano a scadenza. Il lavoro è stato fatto tutti assieme ed è stato fatto bene".
Chi sceglierebbe come giocatore simbolo della stagione dell’Inter?
"Bisognerebbe mettere i bigliettini dentro un cesto e prendendone uno a caso: non sbaglieresti comunque. Calhanoglu in mezzo al campo, forse: per me è il miglior centrocampista d’Europa o uno dei migliori. Lautaro, che sta crescendo e quest’anno ha dato tutto quello che un attaccante può dare. Non soltanto i gol, ma proprio la leadership".
È d’accordo con chi afferma che la chiave di quest’annata sia la chiusura di quella scorsa a Istanbul?
"Le sconfitte, in realtà, fanno sempre male. Certo, è stata una sconfitta che, se la analizziamo per bene, non era meritata. Abbiamo visto quante occasioni ha creato l’Inter. Ma forse può effettivamente aver compattato ancora di più l’ambiente".
C’erano le possibilità per fare meglio in Champions League, per quanto si è visto nei turni successivi?
"Evidentemente no, perché se l’Inter è uscita contro l’Atletico Madrid è perché in quel momento c’era qualche problema. Giocando oggi magari passavi, ma nel calcio devi prendere i risultati che arrivano. In ogni caso in campionato hanno fatto talmente bene che non mi focalizzerei su quello".
Dove aggiungerebbe un top player, se ci fosse la possibilità di prenderlo?
"La difesa è la meno battuta, l’attacco ha il capocannoniere, il centrocampo è forte. Io lascerei quest’ossatura. Il modo migliore per rafforzare la squadra è cominciare a tenere tutti i migliori. Sarebbe già qualcosa di molto importante".
Giusto, tra i parametri zero, pescare due giocatori come Zielinski e Taremi o il fatto che vengano da stagioni complicate andava tenuto maggiormente in conto?
"Hanno fatto bene. I parametri zero devi comunque prenderli prima possibile. I dirigenti stanno facendo quel che avevano fatto anche nelle altre sessioni. Sono pronti per il futuro. In passato, quando si è vinto il campionato, è capitato anche che ci si sia indeboliti. Adesso mi sembra si pensi a vincere anche nei prossimi anni".
Sarebbe contento se davvero dovesse rimanere Zhang alla presidenza?
"Assolutamente sì. L’Inter con questo presidente sta dimostrando di valere. Si è messo nelle mani delle persone giuste e i dirigenti stanno ripagando. Deve essere soddisfatto di quel che ha fatto e deve esserlo anche la tifoseria di lui".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su