Una cavalcata trionfale. La cinquina di settembre al Milan: e da quel momento l’Inter non si ferma più

Il trionfo nella stracittadina d’andata mette le cose in chiaro per la concorrenza. A inizio 2024 il cambio di passo che lascia inesorabilmente indietro la Juve.

di MATTIA TODISCO -
23 aprile 2024
La cinquina di settembre dell'Inter contro il Milan

La cinquina di settembre dell'Inter contro il Milan

Milano, 23 aprile 2024 – Un campionato fotocopia di quello precedente. Non prendendo in considerazione quanto aveva fatto l’Inter, giunta a chilometri dal Napoli campione, ma avendo come termine di paragone proprio i detentori del titolo. La squadra di Spalletti aveva stradominato e lo stesso fa quella di Inzaghi.

Ci mette un po’ di più a scrollarsi di dosso le avversarie più pericolose solo perché le inseguitrici sono state più brave rispetto all’anno prima, almeno per un girone. La Juventus, in particolare, regge fino a gennaio inoltrato. Una volta avuta l’opportunità di sorpassare momentaneamente i nerazzurri durante la trasferta in Supercoppa, che rimanda la sfida con l’Atalanta, i bianconeri inchiodano e l’Inter non si volta più indietro.

La coppia d’attacco Lautaro-Thuram

Dei tre campionati di Inzaghi, è quello più lineare. In spinta dall’inizio, da quando la squadra mette le cose in chiaro vincendo 5-1 il derby. È soltanto la quarta di campionato, condita da altrettante vittorie. Le prime dimostrazioni delle possibilità della nuova coppia d’attacco Lautaro-Thuram.

Cinque reti l’argentino, due ma con l’exploit di un gioiello nella stracittadina per il francese, che comincia ad aggiungere anche i primi assist e rigori procurati. L’obiettivo principale della squadra è già chiaro. Lo è dall’estate, quando tecnico e dirigenza parlano apertamente di seconda stella e ancora di più nel momento in cui comincia la Champions League.

Settembre/ottobre: gli stop emiliani e la Juve alle calcagna

Il turnover prevede infatti formazioni sperimentali in Coppa, non in Serie A, dove Inzaghi punta sulle certezze, anche in prossimità con l’appuntamento europeo. L’Inter schiva anche il solo, vero momento complicato della stagione a cavallo tra settembre e ottobre, con la sconfitta casalinga contro il Sassuolo e il pareggio al cospetto del Bologna. Una consueta “tassa emiliana“ (entrambe sono bestie nere dei nerazzurri) a cui nemmeno un torneo da dominatori scampa.

La reazione è veemente, l’1-1 con la Juventus è l’unica eccezione in mezzo a otto vittorie in campionato. La Signora resta a contatto, sebbene i numeri siano nettamente differenti. L’Inter è già la difesa meno perforata, largamente l’attacco più prolifico. Vince 3-0 al Maradona contro i campioni in carica del Napoli, chiude la pratica della qualificazione agli ottavi di Champions League con 180’ d’anticipo e ancor di più Inzaghi fa uso delle rotazioni presentandosi a Lisbona con una formazione iniziale piena di giocatori utilizzati solitamente con il contagocce.

L’uscita dalla Champions e l’infortunio di Pavard

Tutto minutaggio risparmiato, anche se poi i nerazzurri pagano dazio arrivando secondi nel girone europeo e trovando nell’urna l’Atletico Madrid, a cui lasciano strada dopo il primo scoglio a eliminazione diretta.

Inzaghi perde un elemento importante come Pavard per un serio infortunio a Bergamo, ma qui il tecnico comincia a vedere i benefici della panchina lunga. Bisseck va oltre le aspettative, sostituendo alla grande il francese, segnando col Lecce e risultando determinante anche nella complicata trasferta di Genova contro la sponda rossoblu. Una delle partite più difficili della stagione, finita 1-1 mostrando un’insolita titubanza difensiva.

Il passaggio chiave di Capodanno

Sembra il preludio per un calo, invece la squadra supera il Capodanno e vince 2-1 in extremis con il Verona (decisivo Frattesi in pieno recupero) non senza polemiche arbitrali di mezzo. Per non lasciare alcun dubbio su chi abbia i meriti maggiori di finire in testa il campionato, la squadra comincia a macinare vittorie molto più nette, quaterne e cinquine in serie. Segna quattro gol a Roma, Salernitana, Lecce, Atalanta, le ultime tre senza subire nemmeno una rete e il tutto mentre la Juventus perde completamente il ritmo.

È il passaggio chiave della stagione, quello in cui si crea il divario incolmabile con la concorrenza, anche grazie a successi più sofferti come a Firenze oppure in pieno recupero a Udine, quando già il Milan (nel frattempo divenuto secondo davanti alla Juve) è a -14. La squadra festeggia sotto il settore ospiti come se fosse la conquista dello scudetto, pur sapendo che manca ancora un piccolo passo per l’aritmetica certezza. Ma ci sarà poco da attendere.

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