Italia, Jorginho è tornato: "Ho ancora tanto da dare alla Nazionale"

Dopo cinque mesi, il centrocampista dell'Arsenal è stato di nuovo convocato: "Spalletti mi ha accolto bene. Macedonia del Nord? Mi aspetto un avversario chiuso e che cercherà di colpirci in contropiede"

di FRANCESCO BOCCHINI -
14 novembre 2023
Jorginho in azione

Jorginho in azione

Firenze, 14 novembre 2023 – “Le Finals di Nations League? Non ho mai pensato che quella potesse essere la mia ultima esperienza in azzurro. Ho tanto da dare al mister, ai miei compagni e alla nostra gente. Quello che ho sentito dopo l’Europeo lo voglio risentire, ho ancora tanto da dare alla Nazionale”. Parola di Jorginho, di nuovo convocato in Nazionale a distanza di cinque mesi dall'ultima chiamata. Stavolta non c'è più Roberto Mancini, ma Luciano Spalletti, che ha deciso di fare affidamento sul centrocampista dell'Arsenal per gli appuntamenti cruciali con Macedonia del Nord e Ucraina. In occasione della prima gara, l'ex Napoli tornerà in quello stadio (l'Olimpico di Roma) dove ha sbagliato uno dei due rigori con la Svizzera. Errori che sono costati carissimo agli azzurri nella corsa al Mondiale scorso. "È sempre bello giocare all'Olimpico, speriamo che sia pieno perché abbiamo bisogno di energia positiva. Se dovesse capitare di calciare un rigore non mi tirerei indietro, lo batterei senza nessun problema”.

Verso la Macedonia

Titolare nella triste notte di Palermo, quando l’Italia vide sfumare la possibilità di andare in Qatar, Jorginho conosce bene le insidie che può nascondere la partita con la Macedonia del Nord. “Mi aspetto un avversario chiuso, compatto, che cercherà di colpirci in contropiede - il pensiero in conferenza stampa del regista - Dovremo essere organizzati, cercare di attaccare e segnare, ma senza concedere. Abbiamo concesso due tiri in due partite e ci hanno fatto due gol, questo vuol dire che possono farci male alla prima occasione”. Per il classe '91, il ct Spalletti ha speso parole importanti, sottolineando in conferenza stampa come sia stato il primo domenica sera a varcare il cancello di Coverciano. "Mi ha accolto bene – conferma Jorginho - Mi ha fatto piacere che mi abbia richiamato, ci tenevo. Mi ha detto cosa si aspetta da me: tenere la squadra compatta, provare a fare un gioco propositivo”.

Traguardo all'orizzonte

Se dovesse giocare con Macedonia del Nord e Ucraina, Jorginho raggiungerebbe le 50 presenze in Nazionale, un bel traguardo per un calciatore che deve ancora spegnere 32 candeline. “Sono cresciuto tanto a livello di campo, di esperienza. Ho cambiato squadra, allenatore, quindi ora ho più informazioni. Ho capito ancora di più il gioco”. Per il futuro non esclude una nuova esperienza nel campionato italiano: “Vorrei tornare, ma non so quale possa essere il momento giusto perché sono felicissimo all'Arsenal. Ci vuole sempre tempo quando cambi squadra, ma i primi sei mesi all'Arsenal non sono stati negativi, anzi. Un mio erede? Arriverà qualcuno e sono certo che potrà fare bene tanto quanto me, per ora vi dovete accontentare – aggiunge sorridendo - In quel ruolo bisogna mettere il bene della squadra prima del tuo, bisogna far giocare bene chi ti sta intorno cercando di fare le cose semplici".

Da Mancini a Spalletti

Passato e presente. Mancini e Spalletti: “Non mi piace molto fare le comparazioni, ma sono senza dubbio due allenatori con grande esperienza. Parlano entrambi con sincerità ed è importante che la squadra senta questa sincerità, questa chiarezza dal mister”. Detto che in Italia bisogna dare più fiducia ai giovani (“spesso non ci si crede abbastanza”), in questa Nazionale non mancano leader del calibro di Chiellini e Bonucci. “Ogni volta che c'è un cambiamento, che arrivano altri giocatori nuovi, devono crescere. Ci sono giocatori di grande personalità che possono lasciare il loro marchio nella Nazionale facendo tante belle cose: Di Lorenzo, Cristante e Locatelli sono giocatori che stanno venendo fuori con grande personalità".

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