Come giocherà la Juve di Tudor. Tornano i cross per Vlahovic

Il nuovo allenatore bianconero potrebbe giocare con il 3-4-2-1. Una volta rientrato dall’infortunio Douglas Luiz, se la giocherà con Locatelli

di LORENZO LONGHI
23 marzo 2025
Igor Tudor quando era allenatore della Lazio (Ansa)

Igor Tudor quando era allenatore della Lazio (Ansa)

Roma, 23 marzo 2025 – Con l’ufficializzazione dell’esonero di Thiago Motta, l’avventura di Igor Tudor sulla panchina della Juventus è pronta a cominciare e, già prima che il croato diriga il suo primo allenamento, è parecchia la curiosità su come potrebbe giocare la squadra sotto la sua guida. Al momento, pertanto, si può ragionare solamente in base ad alcuni indizi riguardanti le sue esperienze passate, e in questo senso è possibile tracciare un’ipotesi di Juventus molto diversa da quella che si è vista in questa stagione con Motta. Posto che Tudor non è un integralista dal punto di vista tattico, pur avendo giocato sia a tre che a quattro in difesa, ha comunque sempre mostrato una certa predilezione per la prima, ed è probabile che faccia lo stesso in bianconero.

La scorsa stagione, subentrando a Maurizio Sarri sulla panchina della Lazio, il croato virò dal 4-3-3 del predecessore al 3-4-2-1, senza soluzione di continuità. Potrebbe farlo anche a Torino: in questo caso, spazio a Kalulu, Gatti e, verosimilmente, a Veiga, con Kelly e Savona come rimpiazzi, mentre sulle corsie esterne a tutto campo – con anche compiti di ripiego – ci saranno Weah a destra e Cambiaso a sinistra. In mediana, Locatelli e Thuram i favoriti ma, una volta tornato dall’infortunio Douglas Luiz, quest’ultimo se la giocherà con Locatelli. Cambierà molto l’attacco: probabile il rilancio di Vlahovic, assistito da Yildiz (in subordine Nico Gonzalez) e da uno tra Koopmeiners, Conceição e Kolo Muani, ma sarà una Juventus più verticale e che, probabilmente, utilizzerà con una certa continuità i corridoi centrali. Si torneranno a vedere, con gli esterni bassi, anche i cross per Vlahovic, che si dovrebbe giovare di un gioco più adatto alle sue caratteristiche, al contrario di quanto avveniva con Motta che, a un certo punto, lo ha sostanzialmente accantonato.

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