Figuraccia Juve, Motta non molla: "Andiamo avanti con il mister"
Fagioli show a Firenze, Giuntoli dopo il disastro ha confermato il tecnico, ma è pronto l’ex ct Mancini

Thiago Motta sorridente con Palladino, prima della sconfitta della Juventus
Roma, 17 marzo 2025 – Come Thiago Motta possa salvare la panchina dopo questa ennesima umiliazione subita dalla Juventus, viene difficile da capire, al termine di una serata che la Fiorentina ricorderà a lungo: Locatelli & co. colpiti e abbattuti nell’arco di tre minuti, gara in ghiaccio dopo nemmeno venti, sterilizzazione del gioco avversario, terzo ceffone a inizio ripresa per il 3-0 di una partita nella quale non c’è stata partita, perché i bianconeri sono spariti già dopo la rete di Gosens, al primo tiro dei viola.
Reazione? Nessuna, anzi: raddoppio di Mandragora lanciato da Fagioli e quest’ultimo aspetto – a proposito: suo l’assist anche per il tris di Gudmundsson – rappresenta una formidabile nemesi proprio per Motta, che lo aveva giubilato con incredibile leggerezza nel mercato invernale. Ecco, il punto è qui: il tecnico bianconero ieri non si è dimesso ("Sarebbe troppo facile farlo"), Giuntoli lo ha confermato con una risposta secca ma di circostanza ("Avanti con Motta? Certo"), eppure di qui al ritorno in campo – contro il Genoa dopo la sosta – non si può escludere che qualcosa cambi, perché la Juve ieri ha perso anche il quarto posto. Supporre una rinascita da questa alchimia squadra-tecnico va oltre ogni immaginazione. Non ha più nulla da salvare la Juventus, deve al contrario conquistare ciò che le sta sfuggendo e non può più perdere tempo. L’ex ct Roberto Mancini aspetta, non è il solo. Tanto per capirci: detto di una reazione mai avvenuta, nonostante un primo tempo indecente, per cambiare qualcosa Motta (le cui scelte iniziali, Gatti fuori in primis, già lasciavano perplessi) ha atteso il terzo gol; una neghittosità chissà se figlia dell’ignavia o dell’incapacità di trovare una soluzione, mentre per la Fiorentina – Palladino ha avuto ragione nello schierare la stessa formazione vista col Panathinaikos – era tutto troppo semplice. Dalla gara di ritorno contro il Psv, la Juventus ha messo assieme una serie di figuracce inaccettabili: inerte, psicologicamente debole, è finita spesso ridicolizzata da avversari ai quali non pareva vero di trovarsi di fronte una squadra confusionaria, vuota e che ormai non fa paura a nessuno.
Per questa Juventus che, già dal punto di vista dirigenziale, appare un minuendo (Elkann lontano, Ferrero e Scanavino in apnea su un pianeta a loro sconosciuto e Giuntoli a difendere scelte poco sagaci), Motta è stato sinora il sottraendo, e la differenza ottenuta è esattamente ciò che i bianconeri hanno vissuto appunto nell’ultimo mese, culminata ieri in una classifica che – formidabile paradosso – ha visto il sorpasso del Bologna, che vola anche senza Thiago, anzi di più, e benedice il giorno del suo sì alla Juventus.
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