Juve, barra dritta per la finale di Coppa Italia. Poi via al futuro

Il pareggio scialbo con la Salernitana è stato comunque sufficiente per il ritorno in Champions, ma c’è aria di fine ciclo. Ultimo sforzo con l’Atalanta

di MANUEL MINGUZZI -
13 maggio 2024
Max Allegri

Max Allegri

Torino, 13 maggio 2024 - Tutto in una partita, per riportare un trofeo in bacheca dopo 3 anni. Salernitana-Juve è stato forse il punto più basso dell’Allegri bis a Torino, ma il pareggio contro l’ultima in classifica, e già retrocessa, è comunque valso il ritorno in Champions League. Magra consolazione, ovviamente, per l’ambiente bianconero che mai si sarebbe immaginato una crisi così da febbraio in avanti. Da rivale dell’Inter per lo Scudetto alla fatica a raggiungere il traguardo minimo dei primi cinque posti, con tanto di possibile sorpasso del Bologna di Thiago Motta che ora è a pari punti e lunedì giocherà in casa lo scontro diretto. Servirà solo per le posizioni di classifica, perché entrambe le squadre sono ufficialmente nella rinnovata Champions League. Resta però la sensazione di fine ciclo, acuita da una squadra spenta, distratta, poco concreta e concentrata, ben lontana dal dna Juve di cui tanto parla Allegri. E infatti si cambierà. Difficile che una vittoria in Coppa Italia possa far cambiare idea a Giuntoli, sempre più intenzionato a dare vita ad un futuro rinnovato.

Ultimo sforzo, poi la rivoluzione

La partita con Salernitana, ultima e già retrocessa, ha lasciato il segno e probabilmente chiuso l’avventura di Max Allegri alla Juve. Troppo evidente la crisi di risultati e gioco avvenuta da febbraio in avanti per poter dare l’idea di ravvivare un ciclo seppur con una rosa rinnovata. Giuntoli vuole nuove filosofie e con ogni probabilità sceglierà di cambiare. Thiago Motta resta il candidato principale in attesa che sciolga le riserve dopo la qualificazione Champions con il Bologna. Un incontro con Saputo stabilirà se il tecnico ha una mezza idea di continuare o se invece il richiamo di una big, e la sensazione di aver fatto il massimo possibile a Bologna, possa fare breccia. Prima, però, c’è una Coppa Italia da giocare e la Juve di ieri contro l’Atalanta in piena forma di Gasperini, anche se priva di Scamacca, rischierebbe sul serio la brutta figura. Il tecnico bianconero punta sul fatto che una finale per un trofeo, che in bacheca manca da tre anni, possa ridare mentalità e fiato ad una squadra stanca e probabilmente desiderosa di veder finire la stagione il prima possibile. La voglia di cambiare è tanta e le prestazioni della squadra la rispecchiano. L’ultimo sforzo è mercoledì, in una partita difficile ma che può in ogni caso salvare la stagione. Non salverà, quasi con certezza, Max Allegri nonostante un altro anno di contratto. La società dovrà trovare un modo per fare spazio ad un nuovo tecnico, il che significa o raggiungere un accordo per transare oppure esonerare Allegri e continuarlo a pagare per la prossima stagione.

Motta il primo nome

Come noto, la Juventus lavora da tempo su Thiago Motta, ma per ora il tecnico rossoblù si è sempre trincerato dietro risposte di circostanza come la più classica ‘quando ci saranno novità le saprete’. Thiago è in scadenza di contratto con il Bologna e non ha dato respiro alla trattativa per il rinnovo, che invece il club sarebbe deciso a portare avanti. Motta ha garantito al Bologna che non ha ancora scelto nulla del suo futuro e così sarà un incontro con il presidente Saputo a sancire un prolungamento, opzione difficile, o una separazione. Motta vorrebbe centralità di scelte e ovviamente la costruzione di una rosa competitiva per la Champions League, aspetti che Saputo sarebbe pronto a garantire grazie ai ricavi che otterrà la prossima stagione partecipando alla massima competizione continentale. Basterà per convincere Thiago? Missione molto complicata, a maggior ragione con il richiamo di Giuntoli, da sempre estimatore di Motta e artefice, assieme a Spalletti, dello scudetto del Napoli. E alla Juve c’è terreno florido per un rilancio viste le difficoltà del finale di stagione, mentre a Bologna fare meglio di così potrebbe risultare difficile. Tra pochi giorni si saprà tutto.

Occhio ai rinnovi

Cristiano Giuntoli non deve solo guardare alla panchina ma anche ai rinnovi. Il più spinoso è quello di Adrien Rabiot, corteggiato da diversi club europei. Il francese vuole decidere del futuro prima dell’Europeo, ma tra le sue richieste ci sarebbe anche un adeguamento di contratto che la Juve, anche per esigenze di bilancio, difficilmente potrà concedere. Il rischio che dall’Europa possano arrivare offerte economiche superiori c’è e Rabiot ha recentemente affermato che il suo futuro a Torino non dipende dalla vittoria o meno della Coppa Italia: “Il mio futuro non è basato sul vincere o no la Coppa Italia - le sue parole alla Rai - Questo è il mio quinto anno qui e negli ultimi tre non ho vinto nulla. Sarebbe importante vincere un titolo e significherebbe che la squadra ha fame e voglia”. Attenzione dunque al mercato in uscita, con Szczesny che ha contratto fino al 2025 ma l’Arsenal lo corteggia e Giuntoli punta con decisione a Di Gregorio del Monza. Il polacco dovrà decidere il da farsi, con Perin che potrebbe cambiare aria per giocare di più. Occhio in difesa. Bremer ha la Premier addosso e in base all’offerta che giungerà si prenderà una decisione. In entrata piace, tanto, Riccardo Calafiori, il cui link sarebbe ovviamente Thiago Motta qualora sbarcasse a Torino. Costa 30 milioni e la Juve punta a finanziarlo con la cessione di Dean Huijsen. Si punta a un miglioramento anche delle fasce dove un obiettivo è Tiago Santos del Lilla. Insomma, il futuro è già ora, anche se prima c’è una Coppa Italia da vincere e l’Atalanta sarà avversario durissimo da affrontare. Gasp, che ha già fatto la storia raggiungendo la prima finale europea della Dea, vuole bissare e conquistare sia Coppa Italia che Europa League. Rimarrebbe per sempre nella storia di Bergamo. Allegri, invece, deve salvare una stagione minimale, per non dire semi fallimentare nel 2024. Ma un trofeo in bacheca forse non basterà per tenerlo saldo sulla panchina.

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