Juve, la crisi di Allegri e una Champions da salvare

Quattro sconfitte nelle ultime otto, una sola vittoria nelle ultime nove: corto muso al contrario. Allegri sotto la lente di ingrandimento. Juve smarrita

di MANUEL MINGUZZI -
31 marzo 2024
Max Allegri

Max Allegri

Torino, 31 marzo 2024 - Il mistero aleggia e non c’è risposta: che fine ha fatto la Juve? Fino al 21 gennaio era in lotta per lo Scudetto con l’Inter, anzi con fondate possibilità di arrivare allo scontro diretto del 4 febbraio addirittura avanti, con i nerazzurri che avrebbero recuperato successivamente il match con l’Atalanta rinviato per la Supercoppa, ma qualcosa, il 27 gennaio in occasione del pareggio di Baldanzi dell'Empoli, si è inceppato. E’ stata una partita strana, che la Juve stava portando a casa a sua maniera, cioè col corto muso quanto mai necessario dopo l’inopinata espulsione di Milik, ma quel sinistro radente di Baldanzi, colpevolmente smarcato al limite dell’area, è come se avesse fatto crollare il mondo addosso ai bianconeri. Da lì, crisi acuta. Nelle successive nove partite è arrivata una sola vittoria, con il Frosinone allo scadere, ben 4 sconfitte e altrettanti pareggi. La Juve ha sostanzialmente perso ogni sua prerogativa ‘allegriana’, perché subisce troppi gol, 12 in 9 partite, e segna poco, ma questo aspetto poteva essere una volta colmato da una difesa di ferro, cioè quella che ora non c’è più. Fare sette punti in nove partite significa avere una media da retrocessione e questo spiega bene la crisi juventina. C’è un dato eloquente: nelle ultime dieci partite la Juve è quindicesima in classifica con 10 punti e sarebbe a più 4 dalla zona retrocessione, a meno 12 dal quarto posto e meno 18 dal primo. Se il campionato fosse iniziato dieci partite fa quasi si potrebbe considerare concluso per i bianconeri, quanto meno in ottica Scudetto, e la prima missione sarebbe salvarsi. Incredibile.

Allegri con gli stessi punti

Nell’anno in cui sembrava possibile la lotta Scudetto, tra l’altro con il ‘vantaggio’ di non giocare le coppe, la Juve ha invece steccato nuovamente. Si è passati in fretta dal ‘guardie e ladri’ di gennaio, che lasciava intendere, anche per parola di Allegri, l’obiettivo Scudetto, al ‘abbiamo guadagnato un punto sul Bologna’ nell’ottica di tenersi una qualificazione Champions che ora rischia di traballare. Allegri non ha cambiato passo e in questa stagione i punti, dopo trenta partite, sono gli stessi dei due precedenti campionati: 59. Due anni fa la Juve ottenne 17 vittorie, 8 pareggi e 5 sconfitte, stesso score di ora, mentre l’anno scorso le vittorie erano 18. Insomma, praticamente lo stesso passo, solo che ora la crisi è certificata dalle ultime dieci partite che lasciano intendere come il rendimento precedente non fosse veritiero. Non solo, Allegri resta per ora indietro ad Andrea Pirlo che nel 2021 aveva tre punti in più e chiuse la stagione con Supercoppa e Coppa Italia in bacheca prima di essere sostituito. A Max resta solo la Coppa Italia…

Allegri predica calma, ma rischia

Difficilmente la Juve esonera a stagione in corso e anche stavolta andrà così, ma la posizione di Allegri, che ha contratto fino al 2025, rischia di essere sempre meno salda. Vero è che da un lato l’amministratore delegato Scanavino gli ha ribadito fiducia, ma lo è altrettanto un rendimento insufficiente, senza tante prospettive tecniche e senza una identità chiara di gioco. Tutti aspetti che rendono perplesso Giuntoli, il quale, ovviamente, valuta possibili cambiamenti. Non è un mistero l’interessamento per Motta, ma cambiare Allegri sotto contratto significa fare uno sforzo a livello economico che dovrebbe essere sorretto dall’intera società e dalla proprietà. Non facile. Intanto, Allegri predica calma: “Stiamo facendo male, lo dicono i numeri, ma ci vuole calma - il suo commento post partita - Abbiamo ancora punti di vantaggio sulla quinta e dobbiamo continuare a lavorare per centrare il nostro obiettivo. Ce la faremo, anche se fosse all’ultima giornata”. Mai Allegri ha usato toni duri nei confronti della squadra dopo una sconfitta e anche ieri ha proseguito su questa strategia: “Non siam diventati brocchi tutti assieme, abbiamo lasciato punti per strada ma il gruppo è straordinario e martedì le cose cambieranno”. Ecco, martedì nella semifinale di andata c’è un primo crocevia importante con la Lazio, perché ad Allegri viene chiesta la vittoria della Coppa Italia considerando che le milanesi sono fuori e la Juve è la prima forza di quelle rimaste in gara, con Atalanta e Fiorentina dalla parte opposta del tabellone. L’ambiente è spaccato tra critici e sostenitori, ma Allegri ha chiesto unità al tifo: “I tifosi ci sostengono e devono continuare a farlo perché l’impegno non è mai venuto meno. In questi momenti serve stare sereni”. Serenità che la classifica rischia di incrinare dato che il Bologna, se battesse la Salernitana, potrebbe salire a meno due, e la Roma, impegnata a Lecce, a meno cinque, mentre l’Atalanta ha una partita da recuperare ed è potenzialmente a meno sei. Insomma, quello che sembrava certo, cioè il ritorno in Champions, oggi certo non lo è e la Juve avrà ancora del lavoro da fare nelle ultime otto per cementare la qualificazione, e con essa i nuovi ricavi a bilancio. Poi il futuro, che Giuntoli voglia Motta per il prossimo anno è assodato, ma la realtà propone un allenatore sotto contratto per un'altra stagione ed è un fattore da non trascurare. Di sicuro, all’Olimpico le scelte prima di De Sciglio e poi di Sekulov non sono state illuminanti e lungimiranti per Allegri che in passato era sempre stato perfetto nella lettura delle partite, mentre ora lo è decisamente meno. Insomma, se uno guardasse alle ultime sfide sarebbe tutto da buttare, ma nel calcio non funziona così e serve ragionare per gradi e con calma, tuttavia resta evidente la difficoltà di Allegri nel ridare alla Juve uno slancio verso i trofei e le vittorie. E così il nome di Motta, come quelli di Palladino e Conte, resta sullo sfondo in vista dell’estate. Questa Juve rischia di far perdere la pazienza a tanti e il futuro è tutto da scrivere, soprattutto fa una certa differenza essere o non essere in Champions League. Allegri proverà ad arginare la crisi a partire da martedì e la vittoria della Coppa Italia, forse, potrebbe dargli nuova linfa e rintuzzare l’ombra incombente di Thiago Motta. A meno che non sia lo stesso tecnico del Bologna a chiudere la porta rinnovando con i rossoblù…. Leggi anche - Marusic allo scadere, Tudor batte Allegri alla prima e amplifica la crisi Juve

Continua a leggere tutte le notizie di sport su