Juve: il Manchester City punta su Cambiaso, ma c’è poco tempo. Giuntoli deve trovare un sostituto

Il terzino, corteggiato dai citizens, salterà la partita di Champions. L’addio di Danilo con un video. Sergio Porrini: “Si è tolto qualche sassolino dalle scarpe”

di MANUEL MINGUZZI
29 gennaio 2025
Andrea Cambiaso

Andrea Cambiaso

Bologna, 29 gennaio 2025 – La Juve è impegnata sul campo contro il Benfica (più per mandare un segnale di rinascita che per vere chance di ottavi di finale) ma dietro le quinte si parla ancora di mercato, tra quello in entrata, con Veiga già a Torino dopo Costa e Kolo Muani, ma occhio a Gochlidze, e quello in uscita con Arthur in odor di cessione e il City ancora alle prese con la pista Andrea Cambiaso. Proprio su questo ultimo fronte potrebbe muoversi qualcosa nelle prossime ore e il club di Guardiola avrebbe intenzione di proporre una offerta succosa ai bianconeri. Che fare? Il club valuta e ragiona attentamente, se non altro perché ci sarebbe poco tempo per trovare un sostituto.

Cambiaso out, il City incombe

La prima notizia è l’esclusione di Andrea Cambiaso dalla partita di stasera in Champions League contro il Benfica. La motivazione è stata spiegata ieri da Thiago Motta: una caviglia ancora in disordine. Il terzino resta a riposo per recuperare totalmente dai suoi fastidi fisici e non ci sarebbero motivazioni di mercato alle spalle della scelta. Ma restano i rumors dall’Inghilterra con il Manchester City di Guardiola che sarebbe pronto a recapitare una offerta alla Juve. La valutazione bianconera è attorno ai 70 milioni, ma in ogni caso Giuntoli avrebbe di fronte a sé una scelta delicata: cedere Cambiaso a pochi giorni dalla fine del mercato significherebbe anche avere tempi troppo ristretti per trovare un sostituto. Vero è che l’incasso sarebbe notevole per finanziare le entrate, ma dall’altro lato il mercato proporrebbe prezzi alti e imbastire trattative in poco tempo diventerebbe oltremodo complicato.

E allora oggi è più probabile una permanenza, poi a giugno ci si penserebbe, consapevoli che i margini di manovra diventerebbero più ampi. Detto che allo stato attuale delle cose una offerta ufficiale non è arrivata, nelle prossime ore qualcosa potrebbe muoversi e la Juve si ritroverebbe di fronte a una scelta difficile e da ponderare. In entrata, invece, l’idea è prelevare un altro difensore oltre Veiga. Si raffredda la pista Todibo, ma resta viva quella Gochlidze dell’Empoli, che sta convincendo in Serie A sotto la guida di D’Aversa e piace molto a Motta e Giuntoli. Costo tra gli 8 e i 10 milioni di euro, ma anche in questo caso c’è poco tempo per agire e l’Empoli, che sta lottando per la salvezza, non vorrebbe cedere un giocatore importante.

Porrini: “Danilo? Con la triade non sarebbe successo”

Sono stati anche i giorni del doloroso addio di Danilo alla Juventus. L’ex capitano ha scelto un video social per esprimere la sua riconoscenza verso l’ambiente bianconero e verso i tifosi, senza lesinare qualche piccola frecciatina per le frizioni nate negli ultimi mesi e che lo hanno portato ad andare via. Lasciata sul piatto la buonuscita, Danilo ha deciso di chiudere il contratto con la Juve facendosi riconoscere solo l’ingaggio che gli spettava per questi mesi, una scelta dovuta e forzata dall’esigenza di non acuire troppo la tensione e andare altrove. Torna in patria, lasciando un pezzo di cuore in bianconero. Della delicata situazione che si è innescata, di fatto Motta lo ha messo ai margini, ha parlato l’ex bianconero Sergio Porrini a Radio Bianconera: “Il giocatore si è tolto qualche sassolino dalle scarpe e la ritengo una cosa normale – si legge su Tuttojuve – Posso immaginare la sua delusione perché si aspettava un finale diverso dopo tutto quello che ha dato. Ho percepito un po’ di astio nelle sue parole”.

Qui Porrini si lega al passato e vede, nella gestione attuale, tanti piccoli errori non da Juve. Il succo del discorso è presto detto: con altre figure dirigenziali non sarebbe successo. Quali? Quelle della triade: “Quanto accaduto con Danilo conferma gli errori che sta facendo la dirigenza da un po’ di tempo a questa parte – ancora Porrini – Nella Juve in cui ho giocato io c’erano in società dirigenti come Moggi, Bettega e Giraudo e sono convinto che queste cose non sarebbero mai successe". Poi, c’è Thiago Motta. Porrini chiede pazienza, perché alla fine la Juve tende spesso a cambiare allenatore nelle ultime stagioni, concentrando su chi sta in panchina le critiche in caso di risultati non all’altezza. Via Sarri, via Pirlo, via Allegri: “Max è stato mandato via come se fosse l’unico responsabile e ora il suo sostituto non viene considerato all’altezza. Motta va lasciato lavorare in serenità in modo che possa plasmare il nuovo gruppo”, il pensiero di Porrini.

Inoltre, sembrano mancare figure carismatiche nello spogliatoio: “Non siamo di fronte alla Juve del passato dove c’erano leader in squadra. Il gruppo è in fase di costruzione e ci sono prospettive importanti, ma serve tempo”, ancora l’ex. Tuttavia, l’integralismo di Motta secondo Porrini andrebbe rivisto. Bene andare avanti con le proprie idee, ma quando i risultati vengono meno sarebbe opportuno rivedersi, fare un passo indietro. D’altronde, la Juve già fuori dalla lotta scudetto a gennaio, nell’anno della rivoluzione dopo che Allegri fino a febbraio era rimasto in scia all’Inter, stona nell’ambito di un progetto che mira a riportare trofei importanti in bacheca. Porrini chiede un po’ più di umiltà al tecnico: “Motta è integralista e questo lo puoi fare se arrivano i risultati, altrimenti i problemi aumentano. Sarebbe lecita umiltà sotto questo aspetto e credo che il mister dovrebbe fare un passo indietro”, la chiosa dell’ex. Intanto, arriva il Benfica, partita da non fallire più per la crescita generale che per la classifica e contro una squadra che deve ancora lottare per prendersi la qualificazione. Sarà partita vera.

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