Juve, nuovo allenatore e mercato: Giuntoli alla rivoluzione

Il direttore tecnico punta a cambiare allenatore, anche se a parole conferma Allegri, e a rivoluzionare la rosa: ma sarà mercato sostenibile

di MANUEL MINGUZZI -
25 aprile 2024
Cristiano Giuntoli

Cristiano Giuntoli

Bologna, 25 aprile 2024 - Una Coppa Italia da raggiugnere, ‘è un trofeo molto importante’ e una rivoluzione da portare avanti. La primavera di Cristiano Giuntoli è fatta di una agenda piena per cercare di ricostruire alla Juventus un ciclo vincente e duraturo, soprattutto sostenibile. Si parte dall’allenatore, dove Max Allegri resta in bilico, passando per una rosa da riqualificare, soprattutto a centrocampo, terminando con i rinnovi di contratto (Rabiot e Chiesa i casi più spinosi). Saranno settimane di grande lavoro per Giuntoli che ha ricevuto piena fiducia e pieno raggio d’azione dall’azionista di maggioranza.  

Il futuro di Allegri

Cristiano Giuntoli nelle recenti interviste ha lasciato intendere una già decisa conferma di Max Allegri, ma è tutto ancora in divenire e nella mente del direttore c’è sempre Thiago Motta, autore di una straordinaria stagione con il Bologna ora quarto in classifica. Tutto passa anche dal fattore economico. Per esonerare Max e per prelevare Motta serve l’ok dal punto di vista finanziario della proprietà, perché il club, oltre al contratto oneroso di Allegri, deve anche riconoscere dieci milioni di euro a Cristiano Ronaldo. Insomma, tra una cosa e un’altra la Juve dovrebbe impegnare oltre 20 milioni di euro, risorse da sottrarre alla rivoluzione tecnica sulla rosa e con obiettivi costosi nella lista di mercato come Teun Koopmeiners e Riccardo Calafiori. E attenzione ad Antonio Conte, che un pensierino a tornare lo sta facendo e sotto traccia si registra qualche contratto, anche perché un’ala della dirigenza lo vedrebbe volentieri sulla panchina bianconera per rilanciare ciò che aveva già rilanciato anni fa dopo Calciopoli, portando i bianconeri dal settimo posto a rivincere gli Scudetti. Ma in ogni caso è una decisione economica sia che si tratti di Conte che di Motta: servono risorse per chiudere con Allegri e investire su un nuovo allenatore. Tra l’altro, Max ha contratto fino al 2025 e pare non aver intenzione di transare e liberare la Juve dall’accordo, così l’unica soluzione è l’esonero a stagione finita. E allora quanto valgono le parole di Giuntoli su Allegri? Il direttore a margine di Lazio-Juve ha detto ‘parleremo con Max e programmeremo il futuro’, una frase che può avere diversi significati. Una conferma e di conseguenza una programmazione sul mercato da fare, oppure una valutazione se proseguire assieme o no, partendo dal presupposto che non c’è nessuna intenzione di rinnovare il contratto, facendo capire all’allenatore che in ogni caso il ciclo si chiuderebbe nel 2025. E proprio per questo, per accelerare, serve l’ok della proprietà sulle risorse da impiegare per il cambio in panchina e la vicenda Ronaldo.  

Poi c’è il mercato

Non solo allenatore, anche se è la prima pedina da incasellare per programmare il futuro. C’è il mercato, perché la Juventus deve trovare la chiave, sostenibile, per alzare il proprio livello e tornare competitiva in Italia e un Europa. Non che non lo sia, dentro ai confini, ma il distacco dall’Inter e la mancanza di un trofeo da tre anni spiegano bene le difficoltà bianconere dopo anni di dominio. La crisi invernale ha poi acuito la sensazione di inferiorità e la necessità di aumentare il tasso tecnico generale. Servono innesti quasi in ogni reparto, soprattutto in difesa e a centrocampo. Dietro piace Riccardo Calafiori, a maggior ragione se dovesse arrivare Motta, ma i costi rasentano i 30 milioni di euro e tutto si scontra con l’idea di un bilancio sostenibile. Significa fare plusvalenze in uscita per finanziare il mercato in entrata, sostanzialmente come fanno tutti. In mezzo la maggior parte della rivoluzione. Weston McKennie è in scadenza e probabilmente non rinnoverà, mentre Adrien Rabiot sta ricevendo la corte di numerosi top club europei a ha rimandato a fine stagione ogni decisione, ma prima degli Europei per evitare distrazioni. Il francese guarda a due cose: il progetto di rilancio juventino ad alti livelli e il futuro allenatore, senza dimenticare la parte economica perché dall’estero potrebbero arrivare offerte superiori. Per la Juve sarebbe un problema perdere un titolare a zero euro. In entrata piace Teun Koopmeiners, che costa 60 milioni, mentre è caduta la pista Ferguson dopo l’infortunio al crociato, così emergono i nomi di Merino della Real Sociedad e Sudakov dello Shaktar. E occhio all’attacco. Federico Chiesa ha il contratto in scadenza nel 2025 e il capitolo rinnovo è tutto da scrivere. La Juve non sembra intenzionata a proporre un adeguamento e il giocatore si guarda attorno, cercando di capire anche chi sarà l’allenatore. Ci sono interessamenti dall'estero e la Juve probabilmente valuterà offerte importanti. Non significa che Giuntoli voglia cederlo, ma a fronte di una proposta economica di un certo tipo si potrebbe prendere in considerazione una plusvalenza per reinvestire. Si punta invece a confermare Dusan Vlahovic, su cui si cerca un accordo sull’ultimo anno di contratto e renderlo ancora prima punta titolare l’anno prossimo. Si agirà sugli esterni o sulle seconde punte. Sfumato Felipe Anderson, Giuntoli sta sondando il mercato con Gudmundsson obiettivo sensibile, ma con il Tottenham, con più risorse, in rampa di lancio esattamente come con Dragusin a gennaio. Insomma, per Giuntoli ci sono diversi nodi da sistemare in una estate che si preannuncia calda. Il pieno mandato fornito da Elkann è un punto di forza, ma l’esigenza di creare una gestione sostenibile, con i bilanci ancora sotto controllo, limita in parte il raggio di azione del direttore tecnico che non potrà dare ampio sfogo a tutte le sue idee. Dovrà centellinare le risorse, oppure fare affidamento su qualche cessione per generare un circolo virtuoso di investimenti e sostentamento sulle proprie gambe senza fare uso ricorrente agli aumenti di capitale della proprietà. Non sarà facile, ma c’è l’urgenza di riportare la Juve ai vertici dopo anni difficili. In ogni caso, la vittoria in Coppa Italia potrebbe salvare la stagione e dare un appiglio tangibile a Max Allegri

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