Juve, resta la Coppa Italia: a febbraio fuori da Champions e scudetto

Dolorosa eliminazione in Champions per la Juve a cui resta ora solo la Coppa Italia a meno di una clamorosa rimonta scudetto: Motta non può fallire

di MANUEL MINGUZZI
20 febbraio 2025
Thiago Motta

Thiago Motta

Bologna, 20 febbraio 2025 – Alla Juve rimane solo la Coppa Italia. Strano vedere i bianconeri fuori da quasi tutto già nel mese di febbraio e, se non avverrà una clamorosa rimonta scudetto, resta solo la coppa nazionale come possibilità di alzare un trofeo a fine stagione. La cocente eliminazione in Champions per mano del Psv ha fatto tornare la Juventus sulla terra dopo la scintilla innescata dalle recenti vittorie consecutive, soprattutto quella sull’Inter, ed è balzata agli occhi la grande differenza di ritmo e intensità rispetto agli olandesi, capaci di schiacciare i bianconeri in un secondo tempo pressoché perfetto. Stridono anche le dichiarazioni contrastanti dei protagonisti, soprattutto quelle di Locatelli che ha ammesso: “Il Psv ha voluto la vittoria più di noi”.  

Motta, rimane solo un trofeo

Eliminato in semifinale di Supercoppa, lontano dal primo posto in Serie A, a meno di una clamorosa rimonta, fuori dalla Champions League: Juve out praticamente da tutto e con la sola possibilità della Coppa Italia. Rimane un solo trofeo a disposizione di Thiago Motta che proprio non riesce ad accendere la miccia della continuità, alternando ottime prestazioni ad altre meno. Il recente filotto di vittorie è stato subito interrotto a Eindhoven, dove il Psv ha soverchiato di ritmo la squadra bianconera, dimostrandosi più di stampo europeo e ottenendo una meritata qualificazione agli ottavi. A parte qualche sprazzo, la Juve ha sempre inseguito gli olandesi, capaci di imprimere, soprattutto nel secondo tempo, alta intensità alla partita schiacciando la squadra di Motta, la quale aveva invece preparato un altro piano tattico. La strategia era: pressing in avanti. Non è riuscita, perché ben presto la Juve è stata costretta a chiudersi dietro con evidenti difficoltà a ripartire. Solo una volta trovato il terzo gol, il Psv ha provato a gestire la partita, aspetto in cui non è maestro, e lì ha aperto un po’ il fianco ai bianconeri che hanno sfiorato il gol per i rigori con Vlahovic. Resta, però, la partita giocata sotto ritmo, con poche trame, poco pressing e poca qualità per poter sovvertire una partita che sembrava ripresa con la marcatura di Weah. Si chiude dunque con tre squadre eliminate l’esperienza playoff della Serie A, ancorata ora al rendimento dell’Inter che dovrà vedersela proprio con le killer di Milan e Juventus (Feyenoord o Psv).  

Locatelli e Motta

Insomma, la Juve ripiomba un po’ negli spettri del passato, di una squadra che non ha ancora una identità chiara e di conseguenza viaggia a corrente alternata di mentalità. Ha provato a spiegarlo Manuel Locatelli nel post partita olandese, parlando di un ‘Psv che ha voluto più di noi il passaggio del turno’. Una frase che non è passata inosservata e che probabilmente non è piaciuta tanto al tecnico Thiago Motta ‘Non sono d’accordo, dopo il nostro pari sono stati superiori ma abbiamo preso il palo con Vlahovic’. Si prevedono dunque confronti interni perché la voce dello spogliatoio non è stata univoca e questo, come si sa, a Thiago piace pochissimo. Resta però il problema di fondo, ovvero una Juve che appare sempre una eterna incompiuta, anche nel momento in cui sembrava aver trovato una quadra. Spesso si è detto che contro squadre chiuse è più difficile, ma ieri il Psv era tutto tranne che questo, anzi proprio perché costretto ad attaccare c’era spazio per mettere in moto le caratteristiche del reparto avanzato. La Juve lo ha fatto solo a sprazzi, principalmente nel primo tempo, mentre nel secondo c’è stato un ritmo schiacciante del Psv e i bianconeri non sono riusciti ad alzare il baricentro. Lo hanno fatto solo dopo il terzo gol, che ha portato gli olandesi a cautelarsi e a rischiare di meno, ma il palo di Vlahovic non può far gridare solo alla sfortuna e sanare una brutta prestazione. I più critici hanno individuato anche nei cambi tardivi una spiegazione della debacle, ma anche su questo Motta tira dritto: “Rifarei tutto”.  

Motta non rischia

Ma Thiago Motta rischia? La risposta è chiara: no. Non c’è nessuna idea di esonero in seno alla società, ma ovviamente il finale di stagione conterà per il futuro. Serve rimanere nelle prime quattro per tornare in Champions League e beneficiare dei ricavi a bilancio, ovviamente provare a vincere la Coppa Italia ma soprattutto dare l’impressione di crescita costante e generale. Quella che è un po’ mancata in questi mesi. La Juve alterna buone prestazioni ad altre meno, ma soprattutto sembra non avere ancora una identità di gioco chiara e forse è l’aspetto più stridente. I risultati, banalmente, arrivano se fai prestazione e mostri mentalità, aspetti che i bianconeri non sempre hanno avuto. La seconda parte di stagione, dunque, non può essere fallita per tanti motivi, compresi quelli economici. Servono i ricavi Champions per avere margine sul mercato, partendo dalla possibile conferma di Randal Kolo Muani, passando per ulteriori innesti offensivi qualora Dusan Vlahovic dovesse essere ceduto. Per il centravanti serbo ci sarebbe un interessamento dai club di vertice in Turchia, disposti a investire una trentina di milioni di euro, forse ritenuti pochi dalla Juve. Ma resta una pista da monitorare. Kolo Muani invece è confermabile in prestito oneroso, 10 milioni, più riscatto al 2026 da 50, ma nelle ultime ore Giuntoli si è interessato alla situazione Ademola Lookman, entrato in rotta con il tecnico Gasperini. La valutazione oscilla tra i 50 e i 60 milioni di euro, cifra inaccessibile senza adeguati ricavi. E poi c’è la Premier League, che oggi rappresenta una concorrente spietata e sicuramente con maggiori margini di manovra dal punto di vista economico.

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