Juve, la rivoluzione è nella mentalità: Chiesa e Vlahovic rinati, Cambiaso il jolly che non ti aspetti

Il primo tempo di Udine il manifesto per il rilancio: Allegri ora non deve rinunciare a pressing e verticalità, difficile ora per Giuntoli liberarsi dei due talenti in attacco per esigenze di bilancio

di PAOLO GRILLI -
21 agosto 2023
Juve, il saluto ai tifosi dopo la vittoria a Udine

Juve, il saluto ai tifosi dopo la vittoria a Udine

Pochi lo sottolineano, ma la continuità nel calcio è un fattore fondamentale. Lo provano gli exploit di Conte all’Inter, di Pioli al Milan, di Spalletti al Napoli, tutti ottenuti al secondo anno di conduzione tecnica. Anche per questo, non deve essere necessariamente un male, in casa Juve, che il mercato abbia portato un numero ben ridotto di innesti: non servono mesi di rodaggio per inserire nuove forze nei meccanismi di gioco.  Quel che si è visto a Udine coi soliti noti è stato un cambio di passo. Raramente si era visto, con Allegri in panchina, un atteggiamento tanto spavaldo in campo. I friuliani non hanno saputo reggere l’onda d’urto della Signora, che con tre gol ha messo al sicuro i tre punti. Pressing, gioco a un tocco, pochi passaggi in orizzontale e il tentativo di avanzare sempre. Questo lo spartito che ha consentito ai bianconeri di sbancare la Udinese Arena. La squadra è sembrata percorsa da un nuovo spirito. E quello che hanno combinato da subito Federico Chiesa e Dusan Vlahovic è sotto gli occhi di tutti. Significativo che siano andati entrambi a segno, per di più in appena venti minuti, circostanza che mai si era verificata da quando sono approdati a Torino. Fede, in particolare, è parso incontenibile anche se il ruolo di seconda punta non sarebbe esattamente il suo. Per Max, però, la sua qualità è tale da aspettarsi 14-16 gol in questo campionato. A Udine c’è stato un altro protagonista, oltre al duo d’attacco e Rabiot: Andrea Cambiaso. Il laterale con licenza di accentrarsi è parso subito sintonizzato sulle frequenze della squadra, in bianconero potrebbe fare il definitivo salto di qualità.  Nella ripresa di domenica sera, è stato inevitabile un calo di ritmo a risultato ormai acquisito. E c’è stato spazio per gettare nella mischia chi aveva iniziato dalla panchina: Arkadiusz Milik, Nicolò Fagioli, Samuel Iling Junior, Kenan Yildiz, Weston McKennie. Non propriamente delle vere riserve. Ed è rimasto fuori Paul Pogba, convocato all’ultimo. Per Allegri le opzioni sono numerosissime in fatto di uomini, anche senza variare il 3-5-2 di base. Senza le coppe europee, le energie a disposizione saranno mediamente superiori a quelle delle avversarie. Anche per questo, sarebbe imperdonabile tornare a un atteggiamento riflessivo e speculativo in campo. 

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