Juve, Tudor apre per fare il traghettatore. Motta al capolinea, le ultime notizie sull’esonero
Il croato accetta un contratto breve e può subentrare a Motta addirittura prima del Genoa: l’ex bianconero per ridare dna e… Champions

Igor Tudor
Bologna, 23 marzo 2025 – Mai come oggi la panchina di Thiago Motta è oltremodo a rischio. Se dopo la disfatta di Firenze il direttore tecnico Cristiano Giuntoli aveva confermato pubblicamente l’allenatore bianconero, nel giro di una settimana tutto è cambiato. I colloqui e i confronti di questi giorni hanno aperto la crisi in maniera netta e conclamata e la dirigenza si è sentita in dovere di contattare altri allenatori per una sostituzione immediata. Evidentemente, il trend e la frattura in spogliatoio hanno messo a rischio l’ingresso in Champions, e 65 milioni di euro di ricavi, così si è resa necessaria una decisione estrema e urgente. Oggi è Igor Tudor il nome più vicino.
Mancini chiedeva il rinnovo. Tudor accetta ipotesi breve
Due gli allenatori a cui è arrivata una telefonata in questi giorni. Il primo è stato Roberto Mancini, reduce dalla brutta esperienza da ct dell’Arabia Saudita. La disponibilità dell’allenatore c’è stata, ma a patto che fosse inserito nel contratto un rinnovo automatico in caso di Champions League, ipotesi poco gradita al club bianconero che vuole tenersi le mani libere a giugno per prendere un altro allenatore (Gasp e Conte sono in lista). Così, Giuntoli ha poi contattato Igor Tudor, ex giocatore bianconero ma anche ex vice di Pirlo nella stagione 2021. Potrebbe ridare dna juventino e mentalità, soprattutto, può accettare un contratto breve che contempli le ultime partite di campionato e il mondiale per club. La soluzione migliore per la Juve che evidentemente ha capito che non si poteva andare avanti con Motta e ha trovato un traghettatore utile a riconquistare la Champions senza mettere un freno a eventuali strategie estive. L’avvicendamento appare molto vicino e la sosta per le nazionali ha rappresentato una finestra utile per un cambio, dando a Tudor, se venisse ufficializzato nelle prossime 24 ore, una settimana di tempo per preparare la sfida al Genoa. Dunque, mai come ora l’avventura di Thiago Motta appare al capolinea dopo tre eliminazioni nelle coppe (Milan in Supercoppa, Psv in Champions ed Empoli in Coppa Italia) e uno score in campionato di 13 vittorie, 13 pareggi e 3 sconfitte con il quinto posto a 12 punti dalla vetta occupata dall’Inter. Di fatto, la Juve non è mai stata in corsa per un trofeo e si è fin da subito chiamata fuori dalla lotta Scudetto, nonostante la timida reazione invernale che aveva portato i bianconeri a meno sei prima dello scontro diretto con l’Atalanta. Motta paga anche una gestione difficile del gruppo, con veterani esautorati (Danilo su tutti), giocatori emarginati (Vlahovic in primis), una identità di gioco poco visibile, una mentalità smarrita e risultati carenti. Le ultime due sconfitte, inoltre, hanno maturato l’idea di uno scollamento totale tra squadra e allenatore, con una mancata reazione alla prima difficoltà e mancate risposte agli stimoli. Sommando tutti i fattori si è resa urgente una riflessione interna che, oggi, propende verso l’esonero anticipato. Leggi anche - Under 21, l'Olanda batte l'Italia 1-2, decide Bruns
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