Juve, la spending review di Giuntoli sugli ingaggi. Tacchinardi attacca: “Manca mentalità"
La Juve prova ad ampliare il margine di manovra liberandosi di qualche ingaggio pesante, ma si punta al rinnovo di Rabiot. Intanto Tacchinardi attacca: “La squadra non mi piace”
Torino, 17 aprile 2024 - Una spending review basata anche sull’uscita di qualche ingaggio pesante. La nuova Juve di Cristiano Giuntoli deve ripartire anche da un bilancio sostenibile, che dunque consenta margine di manovra sul mercato in entrata senza costringere l’azionista di maggioranza a continui aumenti di capitale. Serve il giusto compromesso tra gli obbligati investimenti sul mercato per aumentare la competitività della Juve, anche a livello internazionale, e al tempo tesso non appesantire i bilanci d’esercizio, ancora sotto controllo dalle autorità. Giuntoli punta ad una piccola rivoluzione, probabilmente a partire dalla panchina, con possibili interventi massicci su tutti e tre i reparti. In difesa, come noto, piace Riccardo Calafiori, a centrocampo occhi su Merino e Koopmeiners, mentre in attacco è duello con l’Inter per Gudmundsson, ma piace anche Greenwood del Manchester United. Difficile poter fare tutto senza fare uso di plusvalenze in uscita. Un aiuto, però, può arrivare da un abbassamento del monte ingaggi. Ad allargare il margine di manovra ci sarà ovviamente l’uscita di scena di Paul Pogba, che era tra i più pagati in rosa ma fermato da una brutta vicenda doping, mentre tra i giocatori in attività ci saranno le separazioni da Alex Sandro e probabilmente Arek Milik, con un altro forte risparmio in termini di ingaggi. In totale si parla di 20-30 milioni di euro. Situazioni più delicate e da definire quelle di Adrien Rabiot e Federico Chiesa. Sul francese la Juve, come noto, vuole rinnovare. Servirà un adeguamento di contratto per arginare la corte dei club europei e trattare con la madre agente non sarà facile, ma nella scelta del centrocampista peseranno due cose: il ritorno in Champions e l’eventuale scelta del nuovo allenatore. Tutto dovrà essere fatto prima degli Europei e la fase calda della trattativa partirà una volta che la Juve avrà blindato un piazzamento Champions League. Su Federico Chiesa, invece, pesa un rendimento sotto le aspettative e un rapporto tattico con Allegri non idilliaco. Anche il figlio d'arte guarda a possibili cambi in panchina, ma sull’adeguamento difficilmente la Juve lo accontenterà, proprio nell’ottica di una spending review. Inoltre, con un mercato in entrata che si preannuncia corposo, eventuali offerte importanti per lui verrebbero prese in considerazione. Anche così si finanzia il mercato.
Tacchinardi attacca: “Manca mentalità vincente”
C’è però una stagione da portare a termine e gli obiettivi sono due: Coppa Italia e qualificazione Champions. Chi proprio non vede un Dna juventino è Alessio Tacchinardi, che di trofei ne ha vinti ma ora percepisce una Juve spenta, in cui diventa necessario cambiare qualcosa. Questo il suo commento a Radio Bianconera: “Non mi piace la squadra, nelle ultime due partite ho visto una Juve aggressiva ma è durata un tempo - le sue parole - Aspettiamo da mesi prestazioni di altro tipo, invece l’intensità dura poco e sono deluso. Mi aspettavo progressi”. E per Tacchinardi la crisi non è dipesa dalla sconfitta con l’Inter: “Già con l’Empoli ci sono state difficoltà - ancora l’ex - Perdere con l’Inter ci può stare, ma tutto passa dall’atteggiamento e dalla voglia di fare qualcosa in più per la maglia. Chi veste il bianconero deve avere una mentalità vincente”. La Juve conserva quattro punti di vantaggio sul Bologna, che a sua volta ne ha quattro sulla Roma che deve recuperare i venti minuti di Udine: prossime tappe Cagliari in campionato e Lazio in Coppa Italia. Leggi anche - Champions League, ribaltoni di Borussia e Psg MANUEL MINGUZZI
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