Lazio: in Olanda la partita più brutta, ma il tabellino europeo resta immacolato
L'analisi della terza vittoria di fila in Europa da parte dei biancocelesti
Roma, 26 ottobre 2024 – Non è stata una passerella come le sfide precedenti di questa stagione europea, ma il risultato alla fine non è cambiata: e questa era l'unica cosa che contava. La Lazio di Marco Baroni vince ancora e fa tre su tre in Europa League, superando nella trasferta di Enschede il Twente per 0-2 in una partita però più complicata rispetto alle precedenti. Se infatti nelle prime due uscite la squadra biancoceleste aveva colpito per la sua qualità in campo e la facilità di trovare la via del gol, così non è successo nei Paesi Bassi. La squadra biancorossa ha mostrato con orgoglio tutte le proprie qualità e il fattore campo si è fatto sentire, non abbastanza però da mettere una pezza al gap tecnico emerso con il passare dei minuti.
Per la sfida in Olanda, Baroni si gioca la carta Gigot, al debutto in biancoceleste, come compagno di reparto per Romagnoli, lui dentro per la squalifica che dovrà scontare in Serie A. Sulle corsie Pellegrini e Marusic, autori entrambi di prestazioni eccellenti, mentre in mediana la sorpresa è Dele-Bashiru al fianco di Vecino. Dia è il riferimento offensivo, mentre Pedro agisce al centro sulla trequarti, affiancato a sinistra da Zaccagni e a destra da Tchaouna. Dall'altra parte invece nessuna sorpresa: dentro la migliore versione del 4-2-3-1 a disposizione di Oosting.
Qualunque piano però il tecnico olandese avesse in mente per questa sfida, salta molto in fretta. Nei primi minuti di studio infatti la Lazio capisce che la soluzione in profondità può mettere in seria difficoltà la squadra avversaria. Se il primo affondo viene fermato da una posizione di fuorigioco in partenza, lo stesso non capita al minuto 10 di gioco. Dia infatti raccoglie perfettamente il suggerimento dei compagni e punta la porta. Uscita folle di Unnerstal lontano dai suoi pali: mancato il contatto con il pallone, ma non quello con l'attaccante biancoceleste, l'unica conseguenza possibile è il cartellino rosso per l'aver interrotto una chiara occasione da gol. La Lazio gioca così 80 minuti di superiorità numerica.
Un vantaggio numerico, che i capitolini fanno fruttare poco alla volta. I capitolini infatti dettano il ritmo, soffocando ogni velleità dei padroni di casa sul nascere. Il palleggio permette sempre di far salire in maniera importante il baricentro capitolino, fino a quando non arriva lo spazio per l'inserimento di Pedro, servito dal cross rasoterra di Vecino. Lo spagnolo ringrazia e tramuta l'assist del compagno nel gol del vantaggio. Nella ripresa la sfida viene sporcata molto dal Twente, nel tentativo di scalfire la tenuta mentale dei biancocelesti. Interventi duri e proteste continue a interrompere il palleggio, a tratti ipnotico della Lazio. La scelta sembra pagare alla distanza, con un momento di grande furore da parte dei biancorossi, poi spento definitivamente dal contropiede guidato da Dele-Bashiru e poi concluso da Isaksen nella rete del definitivo 0-2.
I numeri della partita sono molto facili da interpretare. La Lazio sfrutta al massimo la superiorità numerica e domina la squadra olandese in ogni singola voce statistica, confermando nei dati il risultato finale. Una squadra, quella di Baroni, forse anche meno precisa negli ultimi metri, rispetto a quanto costruito nelle restanti zone di campo. Gli aquilotti infatti costruiscono la bellezza di ben 2,82 xG, in 14 tiri totali, ma si fermano a un bottino di sole 2 reti, nonostante i ben 6 tentativi in porta complessivi. Per dare un termine di paragone: appena 7 i tiri totali dei padroni di casa, i quali combinano per soli 0,33 xG. Un risultato comunque apprezzabile per una formazione che il pallone lo detiene solo per il 33% del tempo totale, contro il 67% capitolino.
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