Lazio: dominio e gestione perfetta, l'Europa esalta i biancocelesti

L'analisi della vittoria capitolina contro la Real Sociedad

di FILIPPO MONETTI
25 gennaio 2025
La Lazio festeggia il gol di Castellanos contro la Real Sociedad

La Lazio festeggia il gol di Castellanos contro la Real Sociedad

Roma 24 gennaio 2025 – Essere forti è così bello che alle volte certe vittorie possono addirittura essere noiose, anche se queste sono di prestigio. Questo è quanto è successo nella serata di giovedì all'Olimpico, quando la Lazio ha fatto un sol boccone della Real Sociedad battendola per 3-1 in una partita mai realmente in discussione. Una sfida dove i capitolini hanno sbloccato il risultato nelle primissime battute e approfittato dell'errore di Munoz, il quale costa un'ora di inferiorità numerica ai suoi compagni, colpendo fino a mettere in ghiaccio la partita, controllando poi per tutta la seconda parte di gara. Un successo, un dominio, che profuma di primato, perché i biancocelesti, grazie ai risultati sugli altri campi, ora hanno quasi la certezza aritmetica del primo posto, in virtù anche dell'ottima differenza reti accumulata in queste partite vinte. 

La sfida contro i baschi è l'ennesimo test di maturità superato dalla squadra laziale, la quale sembra esaltarsi quando deve superare il doppio impegno settimanale, così come aveva fatto nella prima parte di stagione. All'Olimpico arriva forse la squadra più attrezzata tra le rivali affrontate fin qui, insieme alla trasferta di Amsterdam contro l'Ajax. La Real Sociedad non è la versione più forte degli ultimi anni della squadra, in estate di Mikel Merino e Robin Le Normand hanno tolto molta solidità ai biancoblù. Il tecnico Alguacil ha dovuto adattarsi ai vuoti lasciati da questi due leader della squadra e nelle ultime settimane aveva guidato la squadra a una risalita importante in Liga, una formazione che però non si è rivelata all'altezza dei capitolini all'Olimpico.

La squadra di Baroni inizia con le marce alte: pressione asfissiante e rapido ribaltamento di fronte. I capitolini entrano nell'area di rigore ospite già nelle primissime battute di gioco, e su un calcio di punizione di Nuno Tavares, nasce il vantaggio realizzato da Gila: bravissimo a mettere la sfera sotto l'incrocio sulla sponda di testa di Castellanos. Lo spagnolo ex Real Madrid indirizza la gara e ci pensa un altro spagnolo a consegnare le chiavi del match definitivamente in mano ai biancocelesti.

Aihen Munoz in mezz'ora di gioco spende due cartellini gialli simili nella dinamica ai danni di Isaksen, lasciando i compagni in dieci forse nel momento migliore della Real Sociedad. I capitolini sono cinici e in 5 minuti dall'espulsione chiudono i conti, come fanno le grandi squadre. Prima Zaccagni trasforma in gol il tocco a rimorchio dello stesso danese, poi Castellanos trasforma l'assist di Tavares nel tris laziale, che chiude la partita. Il resto della gara è infatti una lunga e intoccabile gestione da parte dei ragazzi di Baroni, i quali si concedono una leggerezza nel finale, regalando ai baschi un passivo meno pesante. Il gol della bandiera lo firma Barrenetxea, ma non cambia il discorso della gara. 

Il dominio laziale è rimarcato ulteriormente da tutti i dati della gara. A partire dal possesso, dove i capitolini mantengono il pallone per il 71% del tempo, realizzando la bellezza di 785 passaggi su 842 (93% di precisione), mentre i baschi ne completano appena 170 su 237 (72% di precisione) nel restante 29% del tempo. Anche in zona gol i biancocelesti combinano per 19 tentativi totali, di cui 5 nello specchio, mentre gli ospiti su 9 tentativi complessivi ne mandano 4 verso lo specchio di Mandas. In termini di expected goals è pressoché pari: 1,53 xG contro 1,58 xG per gli ospiti, ma per la Real Sociedad il gol da solo vale ben 0,94 xG, andando a inflazionare pesantemente il proprio dato.

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