Milan-Lecce 3-0, i rossoneri calano il tris e agganciano il Toro in vetta

A segno Morata, Theo Hernandez e Pulisic

di MATTEO AIROLDI -
27 settembre 2024
Alvaro Morata

Alvaro Morata

Fonseca recupera in extremis Morata e punta allora sul 4-4-2 – pronto a trasformarsi all’occorrenza in 4-2-3-1 o addirittura 4-2-4 – e allo stesso undici titolare che ha riportato i rossoneri al sucesso nel derby contro l’Inter: nel pacchetto difensivo davanti a Maignan, quindi, i centrali sono Tomori e Gabbia, mentre Theo Hernandez ed Emerson Royal presidiano le corsie laterali. Sugli esterni di centrocampo – ma con licenza di attaccare – si abbassano invece ancora Pulisic e Leao (a cui viene affidata la fascia di capitano), con Fofana e Reijnders a comporre la coppia in mediana. Davanti, infine, il tandem d’attacco Morata-Abraham. 4-3-3, invece, per il Lecce di Gotti, costretto pero a fare i conti con diverse assenze pesanti: a presidiare la porta giallorossa ancora Falcone, supportato da una linea a quattro di difesa composta da Dorgu, Gaspar, Baschirotto, Gallo. Pierret scala invece in mezzo al campo, con ai lati le mezzali Ramadani e Coulibaly. In attacco, il tridente composto da Morente, Krstovic e dall’ex di serata Rebic.

Primo tempo

L’entusiasmo per la vittoria nel derby non sembra farsi sentire nell’avvio troppo lento e compassato dei rossoneri. Al contrario, il Lecce gioca con buon piglio, mostrando grande compattezza in copertura e personalità nella fase attacco, dove porta tanti uomini e cerca la giocata in verticale soprattutto provando a sfruttare la verve di Gallo e Rebic sull’out di sinistra. Non è un caso che il primo pericolo della serata arrivi dalle parti di Maignan e porti la firma di Krstovic, che dalla distanza costringe il portiere francese agli straordinari per deviare la palla in corner. Una fiammata che non basta a scuotere il Milan, perché è il Lecce a cercare con maggiore convinzione di tenere sotto scacco i rossoneri, i quali concedono troppa libertà alla manovra salentina e quando attaccano lo fanno senza ritmo. Neppure Leao, responsabilizzato con la fascia di capitano, e Theo Henandez, sull’out mancino, riescono a imprimere il cambio di passo a un match che resta sostanzialmente bloccato fino al 38’, quando arriva il guizzo di Morata, che cambia le carte in tavola: sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Theo Hernandez sul lato corto dell’area di rigore, lo spagnolo stacca infatti di testa con tempismo perfetto e insacca il pallone che tocca la parte bassa della traversa prima di finire in rete. Un episodio che cambia radicalmente il corso del match, perché di colpo il Milan si accende e a appena 3’ più tardi trova anche il raddoppio. Al culmine di un’azione insistita, Leao e Theo danno a tutti il primo assaggio delle loro qualità: il portoghese, infatti, pesca con un filtrante con il contagiri il compagno che si incunea in area e con un potente mancino sigla il 2-0. La tempesta perfetta scatenata dai rossoneri, però, non si esaurisce qui perché al 43’ arriva il tris di Pulisic: Morata recupera un pallone sulla trequarti e serve Abraham che prima colpisce il palo e poi si fa negare la gioia del gol da Falcone; sulla respinta del portiere leccese si fionda però Pulisic che dal cuore dell’area non fallisce il colpo del 3-0 che il Milan si porta negli spogliatoi.

Secondo tempo

Dopo l’intervallo, i rossoneri ripartono con immutata cattiveria agonistica anche se dopo appena 7’, Morata – già in non perfette condizioni prima della gara – è costretto a lasciare il campo un po’ claudicante per fare spazio a Loftus-Cheek. Il primo cambio del Lecce arriva invece al 59’, quando Gotti toglie Morente per sostituirlo con Banda. La sostanza però non muta: forte del triplo vantaggio, infatti, il Milan continua a giocare sul velluto e al 61’ sfiora addirittura il poker con Abraham che non trova il bersaglio dopo aver deviato verso la porta avversaria una spizzata fuori misura di Loftus-Cheek. Con gli impegni di Champions sullo sfondo, Fonseca decide di far rifiatare anche Fofana e Pulisic, salutati dalla standing ovation di San Siro e sostituiti da Musah e Chukwueze. I due nuovi innesti si inseriscono immediatamente nei meccanismi del motore dei rossoneri che al 71’, in maniera un po’ fortuita, arrivano nuovamente a un passo dalla quarta marcatura con il tiro-cross di Loftus-Cheek, che si stampa sulla traversa. Finisce invece contro il primo palo, sul fronte opposto, la conclusione di Banda, che però è viziata da una posizione di offside. La gara continua così a scorrere a ritmi sostenuti e con un Milan che, nonostante il cuscinetto di sicurezza e l’espulsione per rosso diretto di Bartesaghi al 79’, appena 4’ dopo il suo ingresso in campo, non rinuncia ad attaccare almeno fino ai minuti finali, quando i ritmi calano comprensibilmente e vistosamente e il Lecce riesce a riprendere campo senza tuttavia trovare la via del gol. 

Il tabellino: 

Milan (4-4-2): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez (dal 75’ Bartesaghi); Pulisic (dal 63’ Chukwueze), Fofana (dal 63’ Musah), Reijnders, Leao; Morata (dal 52’ Loftus-Cheek), Abraham (dal 75’ Jovic). All. Paulo Fonseca.

Lecce (4-3-3): Falcone; Dorgu, Gaspar, Baschirotto, Gallo; Ramadani, Pierret (dal 73’ Rafia), Coulibaly (dall’83’ Oudin); Morente (dal 59’ Banda), Krstovic, Rebic (dal 73’ Pierotti). All. Gotti

Marcatori: Morata (38’), Theo Hernandez (41’), Pulisic (43’)

Note – Ammonizioni: Bascirotto, Emerson Royal. Espulsioni: Bartesaghi.

 

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