La favola della Giamaica: ai Mondiali grazie al crowdfunding, le Reggae Girlz eliminano il Brasile
I tifosi hanno raccolto centomila dollari per pagare il viaggio alla nazionale, che rischiava di non poter partire. Ora agli ottavi affronterà la Colombia
Cantavano la loro canzone simbolo, ed era ovviamente perfetta: One love di Bob Marley dice «mettiamoci insieme e staremo tutti bene». Lo sanno meglio di chiunque altro le Reggae Girlz, come sono state ribattezzate le calciatrici della Giamaica femminile: senza l’aiuto di tutti non sarebbero andate al mondiale, senza lo spirito di squadra non avrebbero potuto eliminare addirittura il Brasile...
Sembra solo cronaca, invece è storia: la più bella di questa coppa del Mondo. Ad aprile la Giamaica rischiava di non avere i soldi per andare in Australia e Nuova Zelanda. Le casse della Federazione piangono da anni, mancavano 100mila dollari, e intanto stavano saltando allenamenti ed amichevoli...La Giamaica nel ranking mondiale occupa la posizione numero 43, era già un successo essersi qualificate per il mondiale. Dover saltare un sogno meritato sul campo per mancanza di fondi sarebbe stata una beffa atroce.
A quel punto si è mosso l’amore, let’s get together and feel all right: Sandra Phillips-Brower, la mamma della centrocampista Havana Solaun, ha lanciato la prima campagna di raccolta fondi su GoFundMe, raccogliendo 50mila dollari. L’ha chiamata Reggae Girlz Rise Up, ha funzionato e ha avuto anche un effetto contagioso perché altri 45mila euro sono arrivati da una seconda operazione di crowdfunding. «Mia madre è una persona molto intraprendente, ovviamente è una nostra grande tifosa e ha pensato: voglio aiutare in qualsiasi modo», ha raccontato la Solaun.
Una grossa mano l’hanno data le stesse giocatrici, sfruttando i social: ad aprile hanno pubblicato un post su Instagram nel quale spiegavano le difficoltà della federazione per raccogliere i soldi necessari a coprire anche le spese di viaggio e la paga per lo staff. «Gli ultimi anni sono stati duri», ha raccontato il portiere Rebecca Spencer. «Senza l’aiuto che ci è arrivato dall’esterno probabilmente non saremmo qui». Nei paesi più ’evoluti’ del calcio femminile, come Stati Uniti o Canada, la battaglia per i diritti riguarda la parità di trattamento economico tra calciatori maschi e femmine. In Giamaica il problema dei contratti delle giocatrici della nazionale è stato risolto alla radice: non ci sono i soldi per pagarle.
Per fortuna, c’è la grande famiglia allargata dei tifosi. E Bob Marley c’entra ancora, per una volta non solo con le sue canzoni o per un’associazione stereotipata con qualsiasi simbolo della Giamaica: la figlia del profeta del reggae, Cedella, cantante pure lei, ha contribuito in modo importante alla campagna.
Con una spinta così alle spalle, mancava soltanto l’impresa sportiva. Che ovviamente è arrivata, perché a quel punto il destino mica poteva rovinare il finale della favola. Pur senza incantare, le Reggae Girlz hanno conquistato un risultato storico superando il primo turno (e martedì sfideranno la Colombia negli ottavi): hanno pareggiato 0-0 contro la Francia, che nel ranking mondiale è al quinto posto, e l’hanno fatto nonostante l’espulsione della capitana Khadija Shaw. Che ha saltato la gara dopo, quella decisiva contro Panama: la Giamaica ha vinto 1-0 con una rete di Allison Swaby all’11’ del secondo tempo. A quel punto sarebbe bastato un pareggio contro il Brasile per eliminare la Seleçao femminile: è finita 0-0. Mentre le brasiliane piangevano, le Reggae Girlz cantavano.
One love...
Continua a leggere tutte le notizie di sport su