Disastro Napoli, tutti gli errori di De Laurentiis

Dall'addio di Spalletti, al mancato sostegno a Rudi Garcia fino alla scelta di Mazzarri, così i campioni d’Italia sono spariti dai rada scudetto

di PAOLO FRANCI
8 gennaio 2024

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

Napoli, 8 gennaio 2024 – Ma non era tutta colpa di Rudi Garcia? Conoscendolo un po’ e sapendo come ragiona l’uomo di Nemours, non abbiamo dubbi sul fatto che stia soffrendo. Per la squadra, ma anche per quei segnali che non sono stati colti. E qui, inizia la lunga sfilza del primo responsabile dello sfacelo napoletano, travolto dal Torino, annichilito da una stagione che somiglia sempre più a una camminata sui cocci di vetro. E già.

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Ma non era tutta colpa di Rudi Garcia? Pensate: c’è chi continua a prendersela con lui dicendo e scrivendo qua e là che stia godendo per lo sfacelo mazzarriano, che ad ogni gol subito è un brindisi. Cioè è colpa di Garcia anche quando Garcia non c’è più.

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Dicevamo del primo responsabile. Senza alcun dubbio Aurelio De Laurentiis. ADL l’ha fatta davvero grossa sin dall’inizio di questa stagione quando, invece di sostenere il suo allenatore - ricordiamolo: Rudi Garcia l’ha scelto lui - s’è schierato subito dalla parte dei suoi presunti fenomeni. Le ribellioni di Kvara per le sostituzioni (giuste) e Osimhen lasciate praticamente impunite, cos’altro sono state se non un endorsement in favore degli ammutinati? Mosse che hanno delegittimato Garcia sin da subito, togliendogli di fatto la leadership dello spogliatoio.

E poi, quella discesa nello spogliatoio a Empoli tra primo e secondo tempo, effervescente de profundis del povero Rudi. E ancora, i contatti con Antonio Conte molto prima dell’esonero di Garcia e poi la scelta di una minestra riscaldata e forse ormai calcisticamente insipida, come quella di Mazzarri.

Impietoso, il bilancio. La media punti di Garcia era di 1,7 a partita, adesso siamo a 1 punto ogni 90 minuti. Per non parlare dei gol. Con il francese in panchina il Napoli ne segnava due partita, adesso siamo a 0,5. Un’analisi cruda al limite del pulp? Se il Napoli era malato con Garcia, dall’arrivo di Mazzarri siamo ormai al coma profondo. Il punto ci porta a Spalletti. Big Luciano ha una capacità nel valorizzare il materiale umano a disposizione che non ha eguali. E allora Kvara, Lobotka, Rahmani, Mario Rui, lo stesso Osimhen, nell’anno del magico scudetto sono apparsi luminosi - forse - ben oltre il loro reale livello grazie al gioco e alla gestione di Spalletti. ADL, Luciano, se lo era giocato già prima che arrivasse la Nazionale. Errore tragico. Ora, si parla nuovamente di Antonio Conte. Subito o a fine stagione vedremo .Il punto è che a Napoli si narra di questa strana coincidenza. E cioè: tutte le volte che un allenatore assume contorni e notorietà così luminosi da mettere in ombra il presidente, iniziano i guai. Un presidente che in poco tempo ha perso gli artefici dello scudetto: Spalletti, Giuntoli, il capo del marketing Formisano, sostituito con Valentina, figlia di De Laurentiis, il cui compagno era già stato assunto come nuovo club manager.

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