Juve, è pareggite acuta: il treno scudetto parte…

Ancora un pari per i bianconeri di Motta e ancora due punti lasciati per strada: Atalanta e Napoli scappano a più 9

di MANUEL MINGUZZI
30 dicembre 2024
Thiago Motta

Thiago Motta

Torino, 30 dicembre 2024 – Non esistono medicinali per risolvere la pareggite acuta, semmai l’unica soluzione è il lavoro e, forse, il mercato. Altro giro, altro pareggio. La Juve impatta pure contro la Fiorentina, stavolta andando sopra due volte e per due volte rimontata. Cominciano a essere tanti i punti lasciati per strada da situazione di vantaggio e spesso sono situazioni addomesticabili, gestibili nel finale di gara. E’ successo a Lecce, con Cambiaso che inopinatamente è fuggito palla al piede perdendola, è successo con la Fiorentina, dove il terzino è scivolato nel tentativo di rinviare. Motta non crede alla sfortuna, ma in ogni caso il distacco dal treno Scudetto inizia a essere consistente.

Zero sconfitte, ma non basta

Le zero sconfitte in campionato sarebbero un enorme pregio, utile a generare grande mentalità, se non fossero affiancate da ben 11 pareggi, francamente troppi per una squadra chiamata a tornare al vertice. Invece, sono già nove i punti di ritardo da Napoli e Atalanta, poi l’Inter, che ha una partita in meno e potrebbe addirittura allungare a più 11. Insomma, vero è che mancano 20 partite alla fine del campionato, ma il distacco è consistente e rischia di tagliare fuori la Juve dalla lotta Scudetto già a metà stagione. Non è un caso, infatti, che recentemente il direttore tecnico Cristiano Giuntoli abbia tarato gli obiettivi sul ritorno in Champions League, ovvero i primi quattro posti. Si può fare dato che la Lazio dista solo tre lunghezze, ma forse è un po’ troppo poco per una formazione che anche l’anno scorso, con meno mercato, ha ottenuto il ritorno nella massima competizione continentale. Inutile fare paragoni tra Motta e Allegri, Thiago è al primo anno, ma era sicuramente lecito attendersi di più e meglio.

Cosa non va?

L’attenuante sono state le assenze, alcune lunghe e dure, ma alla base c’è anche una filosofia di gioco e una mentalità non ancora del tutto chiare. Rispetto al passato la Juve predilige il possesso palla e la mentalità propositiva, ma occorre anche altro. Condizione sufficiente e necessaria è la personalità, la lettura delle situazioni, mantenere un risultato, di conseguenza la mentalità vincente. Fatica a tornare, quest’ultima, ed è un problema. Vero è che i trofei si decidono in primavera, e uno in inverno con la Supercoppa, ma per il campionato serve molto di più di quanto fatto fino a qui. La sensazione è che Motta non sia ancora riuscito a calibrare le due fasi di gioco. Quando la sua Juve diventa più offensiva, più pericolosa davanti, poi presta il fianco in difesa, concedendo più occasioni all’avversario, viceversa, quando è solida dietro e non prende gol fa fatica a creare in attacco. Servirà trovare il giusto equilibrio. A Monza, per esempio, squadra offensiva con Gonzaleze trequarti, ma anche tante occasioni concesse ai brianzoli. Invece, quando dietro la punta stazione Koopmeiners, non nella sua posizione ideale, sembra esserci più solidità, ma l’olandese ancora non si è espresso ai suoi livelli. Sarà un enigma da risolvere per Motta.

Thiago: “Non credo alla sfortuna”

Per Motta ora la missione è una sola: migliorare sotto tutti gli aspetti. La Juve deve crescere come gioco, identità, ma anche come mentalità e personalità, andando a prendersi i punti che servono a rilanciare la classifica. E non parlate all’allenatore di sfortuna, perché vi dirà che sarebbe servito il terzo gol per chiudere i conti: “Non credo alla sfortuna – le sue parole dopo la partita – Serve fare la terza rete perché può capitare di prendere un gol. Io credo solo nel merito e il risultato dice che non abbiamo fatto abbastanza”. E dire che contro la Fiorentina si era vista una delle migliori Juve della stagione, con buona produzione, tutto sommato pochi rischi, ma due distrazioni sono state fatali e davanti è mancato il cinismo per chiudere i conti: “Serve equilibrio nella gestione e non abbiamo preso molte ripartenza, ma dovevamo chiudere la partita. Abbiamo creato tanto per il terzo gol ma non abbiamo segnato. Se lasci in vita l’avversario può succedere che ti punisca”. E se si guarda la classifica si nota il distacco quasi da doppia cifra con le prime, che viaggiano con sei vittorie in più dei bianconeri. Troppe, ma Motta non può cambiare le cose: “Io posso anche guardare la classifica ma non posso cambiarla, lo scopo è concentrarsi al meglio sulla prossima partita e su dove migliorare la squadra”. Ecco, la prossima è la semifinale di Supercoppa contro il Milan, trofeo che i bianconeri vorrebbero vincere: “Vogliamo dare il massimo e imporre il nostro gioco per ottenere la vittoria, dobbiamo essere concentrati per fare una grande partita contro una grande squadra”, la risposta di Motta. Si gioca venerdì, mentre giovedì tocca a Inter e Atalanta.

Problemi per Antonio Silva

E poi c’è il mercato. La Juve cerca un difensore e un attaccante. In difesa il candidato principale è Antonio Silva del Benfica, ma la trattativa sembra attualmente arenata. Il suo agente Jorge Mendes è uscito allo scoperto ‘Antonio vuole la Juve e la Juve vuole lui’, ma il Benfica non molla. I lusitani, infatti, non vorrebbero cedere a gennaio un difensore centrale, essendo ancora in gioco su tutti i fronti stagionali. Il manager Rui Costa non sembra intenzionato a sconti, prestiti e diritti di riscatto, e l’unico modo per prelevarlo è pagare la clausola, ipotesi non contemplata da Giuntoli che ha margine ristretto sul budget. In attacco, invece, sfuma Kolo Muani, su cui c’è il Chelsea, mentre si continua a tenere d’occhio Joshua Zirkzee. Lo United starebbe pensando a Gyokeres dello Sporting Lisbona e così l’olandese potrebbe essere sacrificato, ma non di certo gratuitamente. In estate è stato pagato 40 e passa milioni di clausola rescissoria e la Juve non può certo impegnarsi su quelle cifre a gennaio. Difficile anche Raspadori, che ieri ha segnato il gol decisivo contro il Venezia e Conte non ci pensa nemmeno a rinforzare una diretta concorrente.

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