Napoli, lo strano caso di Demme: stipendio stellare da fuori rosa

Il tedesco percepisce 2,5 milioni lordi a stagione e da qui al 30 giugno non vedrà più il campo: situazione simile a quella di Zielinski

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
8 febbraio 2024
Diego Demme (Ansa)

Diego Demme (Ansa)

Napoli, 8 febbraio 2024 - L'uragano Aurelio De Laurentiis ha colpito ancora e, come sempre, dopo il suo passaggio nulla è più come prima. L'ennesimo show in conferenza stampa del presidente del Napoli tocca diversi temi trasversali: dallo stato di salute del suo club e della squadra a quello del calcio italiano, passando per il tumultuoso addio di Luciano Spalletti e la successiva scelta, con il senno di poi, non proprio felice di virare su Rudi Garcia, fino ad arrivare al futuro e alle possibilità che ha in serbo. Insomma, al di là del valore delle singole dichiarazioni e dell'opinione generale che si può avere al riguardo, ADL non è mai banale e conferma l'attenzione verso la sua creatura, curandone come al solito prima l'aspetto economico e poi quello sportivo. Ecco, ogni tanto anche una gestione oculata come quella quasi ventennale di De Laurentiis incappa in qualche cortocircuito. Spesso è toccato all'addio a costo zero di diversi pezzi da novanta della rosa, copione che si ripeterà anche la prossima estate con lo svincolo di Piotr Zielinski, promesso sposo dell'Inter. L'ultima anomalia conduce invece a un giocatore non esattamente centrale nel progetto che però, a modo suo, nelle ultime settimane sta diventando rilevante. Non in campo, dove di fatto Diego Demme, escluso da tutte le liste, non potrà più mettere piede fino al termine di un contratto tra l'altro piuttosto oneroso.

Sei mesi in vacanza per Demme

Da qui al 30 giugno infatti il tedesco percepirà l'ultima parte dei 2,5 milioni lordi, per quello che è il quinto stipendio più alto della rosa dietro soltanto a quelli di Victor Osimhen (10 milioni), Piotr Zielinski (3,5 milioni), Matteo Politano (3,2 milioni) e Giovanni Di Lorenzo (3 milioni). Il classe '91, a differenza dei colleghi, fino al termine della stagione sarà di fatto inopesoro essendo state escluso sia dalla lista UEFA sia da quella per la Serie A. Una scelta quasi obbligata alla luce anche di un mercato di gennaio ricco di ingressi: tra essi quelli di Leander Dendoncker e Hamed Junior Traorè, destinati ad allungare le rotazioni a centrocampo. Rotazioni, almeno per quanto riguarda l'avventura in Champions League, che potrebbe durare solo due partite (quelle contro il Barcellona valide per gli ottavi di finale) o molte di più, dalle quali esce Zielinski, destinato a essere accantonato anche in campionato, come fatto intuire neanche tanto velatamente da De Laurentiis in tutti i suoi recenti comizi. All'occorrenza però il polacco potrà essere schierato, mentre Demme, da qui al 30 giugno, sarà pagato profumatamente (in pratica 1,25 milioni) in pratica per allenarsi con tranquillità e senza pressioni e per riposare. In realtà, un epilogo del genere danneggia lo stesso centrocampista, che non avrà modo di mettersi in mostra per trovare una nuova squadra: un problema che però, a quel punto, non riguarderà più il Napoli, uno dei club economicamente più virtuosi della Serie A che di tanto in tanto cade in situazioni curiose del genere. Per evitare l'ennesimo addio a zero De Laurentiis si era mosso anche in questa sessione di gennaio, cercando di piazzare Demme in qualche scambio. Invece niente da fare: il tedesco, tra l'altro pagato profumatamente per 'niente', a giugno saluterà dopo essersi vestito di azzurro a gennaio 2020 dietro pagamento di 12 milioni: nel mezzo 92 presenze corredate da 5 reti e 4 assist in 4989' in campo sui quali stanno già passando i titoli di coda.

De Laurentiis contro tutti

Qualsiasi questione extra campo viene però sagacemente fagocitata dallo show di De Laurentiis, che come sempre divide la platea. Da una parte c'è chi si schiera con il patron e le sue verità sotto ogni punto di vista e dall'altra c'è chi invece comincia a mostrare una certa insofferenza verso esternazioni sempre forti per tutti: anche per chi in futuro potrebbe approdare sul pianeta azzurro. Lo stesso patron, a domanda diretta, ha smentito la maldicenza che vede in corso una sorta di 'fuggi-fuggi' da Castel Volturno da parte di chi c'è già e di una repellenza verso la piazza per chi ancora non c'è: a detta di ADL, il Napoli ha una struttura societaria forte, variegata e ricca di maestranze che quindi non farebbero capo a un unico vertice centrale. Se questa è la teoria, la pratica è un po' diversa, con lo stesso patron a occuparsi a 360 gradi del mercato senza interpellare (almeno pubblicamente) il direttore sportivo Mauro Meluso: un'egemonia che spesso non piace né ai giocatori né agli allenatori. Dice bene De Laurentiis quando parla di club più prestigiosi e ambiti del Napoli: discorso che va allargato anche alle altre società italiane, spesso battute nel confronto a distanza con gli squadroni della ricca Premier League. Il problema per ADL potrebbe insorgere qualora il suo Napoli dovesse perdere il confronto con altre compagini di Serie A, diventando per gli eventuali giocatori o allenatori in entrata una sorta di giungla dalla quale restare fuori. Dalla bocca del patron arrivano rassicurazioni in tal senso sullo stato di salute anche esterno della sua creatura, che continua a godere della massima stima nonostante una stagione (finora) al di sotto delle aspettative. Non solo: De Laurentiis garantisce che nel quartier generale di Castel Volturno non esistono 'padri-padroni', salvo poi cadere in un turpiloquio diventato ormai una consuetudine. Tutto e tutti, tra amici, ex amici e rivali, finiscono nel tritacarne del patron: compreso Cristiano Giuntoli, il direttore sportivo dello scudetto diventato di colpo un 'traditore' dopo il passaggio alla Juventus, con tanto di dichiarazione di fede proprio verso i colori bianconeri. Un oltraggio che De Laurentiis, per sua stessa ammissione, non avrebbe potuto accettare se ne fosse stato consapevole a suo tempo. Parole dure e quasi al limite dell'integralismo, così come lo è la decisione di lasciare ai margini, totalmente in un caso e parzialmente nell'altro, da qui a fine stagione i 6 milioni di stipendio lordo del duo di centrocampo Demme-Zielinski.

Leggi anche - Milan, Pioli contro il tabù Napoli a San Siro

Continua a leggere tutte le notizie di sport su