Napoli, De Laurentiis show: "Avrei dovuto trattenere Spalletti. Garcia? Un errore"

Il patron a 360 gradi in conferenza stampa: "Motta vuole allenare all'estero, mentre per Zielinski non incolpo lui, quanto il suo agente"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
7 febbraio 2024
Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Napoli, 7 febbraio 2024 - Le verità di Aurelio De Laurentiis: quello che sembra il titolo di una serie tv per piattaforme streaming è invece il tema della conferenza stampa indetta per la mattinata di mercoledì 7 febbraio dal patron, che sfida così anche il tourbillon mediatico chiamato Festival di Sanremo che notoriamente, in questa settimana dell'anno, fagocita tutto o quasi. Se un anno fa di quesi tempi, se non addirittura prima, da parte di ADL cominciava la lunga marcia di autocelebrazione per un progetto pronto a toccare l'acme, con la tanto agognata conquista del tricolore, oggi dalla bocca del presidente del Napoli, che in tal senso si presta sempre bene a fungere da termometro quasi perfetto del mood di un'intera piazza, escono parole dal sapore ben diverso e comunque connotate da uno strisciante senso di rimpianto e fastidio per un post scudetto evidentemente non andato come da previsioni.

Da Spalletti a Garcia, passando per Thiago Motta

L'origine di (quasi) ogni male, a detta del patron, affonda le sue radici nella tempesta estiva che ha riguardato la panchina azzurra, con l'addio di Luciano Spalletti, destinato poi a diventare presto il ct della Nazionale, che ha lasciato una ferita ancora aperta. "Dopo la gara contro il Monza mi sono assunto tutte le responsabilità, ma il contratto di Spalletti, che prevedeva un'opzione di rinnovo unilaterale valida per un ulteriore anno, era fatto bene: l'errore è stato non attivarla. Quello che feci, dopo le tre deludenti partite ravvicinate contro il Milan, fu mandare una PEC: a detta di qualcuno, con un rapporto di amicizia di mezzo, fu un atto troppo formale, ma chi mi conosce sa l'importanza che do ai contratti. Mai avrei creduto che alla cena di squadra del 12 maggio da parte di Spalletti ci sarebbe stata la comunicazione di volersi prendere un anno sabbatico. Qui ho sbagliato: avrei dovuto far valere l'opzione per prolungare il sodalizio, anche a costo di adire a vie legali. Invece ho agito per riconoscenza per lo scudetto e ho commesso un grave errore". De Laurentiis torna sul dolente tasto Spalletti, tra frecciate e tentativi di leggere la separazione sotto una prospettiva meno polemica. "Forse lui pensava di aver dato tutto, toccando l'apice della carriera e di non potersi ripetere: voglio provare a vederla sotto questa prospettiva. L'altra invece, con la battaglia legale cominciata praticamente subito, mi fa pensare che dietro ci fosse già la mano di Gabriele Gravina e della Federazione". Al di là delle teorie e dei sospetti, fatto sta che la scelta per la panchina del Napoli ricade su Rudi Garcia: una scelta definita sbagliata da De Laurentiis senza troppi giri di parole. "Era arrivato qui con un bel curriculum, ma nel giorno della presentazione, quando disse di non aver guardato le partite del Napoli, già non gli avevo creduto. Poi mi sono accorto che non utilizzava i nuovi acquisti e che voleva andare dritto per la sua strada. Nonostante i risultati scadenti, ho deciso di dargli varie chance - ammette De Laurentiis - ma poi l'ho esonerato dopo la partita con l'Empoli, al termine della quale gli feci notare gli errori che stava commettendo. Mi rispose 'mi lasci fare' e se uno ti risponde o stai zitto o lo mandi a quel paese (usa un'espressione più colorita, ndr): il tutto considerando che già all'intervallo ero sceso negli spogliatoi per avere spiegazioni". Inutile anche solo ribadire quale sia stata la scelta del patron, che in realtà prima di virare su Garcia aveva avuto un contatto bello forte con un altro allenatore, in un certo senso accostato al Napoli anche per la prossima estate almeno fino alla secca smentita arrivata nelle ultime ore dal suo entourage: Thiago Motta, a detta di Dario Canovi, padre dell'agente Alessandro, non si accomoderà sulla panchina di Fuorigrotta. "Si trattava di un profilo che seguivo, ma dopo una conversazione di sei ore a Roma mi disse che avrebbe voluto allenare all'estero. E' successo anche con Luis Enrique, col quale i dialoghi sono durati molto di più. La verità, emersa anche dalla recente scelta di Radu Dragusin, è che esistono club più prestigiosi del Napoli: è un dato di fatto e non ne faccio un cruccio. Quello che non accetto è quando si parla della nostra come di una società spoglia, con ruoli vacanti e con me come 'padre-padrone': tutte cose che non corrispondono alla verità".

Rimpianto Champions League

La chiacchierata del patron davanti a microfoni e taccuini prosegue nel solco del medesimo mood che oscilla tra passato, presente e futuro del Napoli: con tanto di ritorno in auge del capitolo Spalletti, legato stavolta alla scorsa Champions League. "Vincere lo scudetto è bello e importante, ma trionfare in Europa lo è ancora di più e il fatto che l'Inter, che nel campionato passato ci inseguiva a 20 punti, fosse arrivata in finale ha accentuato i miei rimpianti". Insomma, messo in bacheca il trofeo dello scudetto è chiaro quale sia il prossimo obiettivo di De Laurentiis. Per dare l'assalto alla competizione continentale più prestigiosa serviranno però diversi ingredienti, tra i quali tanti investimenti e la conferma dei pezzi da novanta: su tutti Khvicha Kvaratskhelia, tornato al gol contro il Verona grazie a una posizione inedita (almeno all'ombra del Vesuvio). "Kvara, col quale riparleremo a fine stagione per il rinnovo, spostato al centro è veramente tanta roba: Mazzarri ha avuto l'umiltà di capire questo e di provare a imitare il gioco di Spalletti, anche se intanto le difese avversarie ci hanno studiato e quindi è giusto cambiare qualcosa". Infine un commento su Piotr Zielinski, promesso sposo dell'Inter per l'estate e fino ad allora praticamente ai margini. "Se non gioca non è una questione di mancato rinnovo, per cui incolpo più il suo agente che lui, quanto del rendimento in campo. Poi certo, il futuro c'entra: da qui a giugno dovranno avere la precedenza quei giocatori sui quali bisogna fare ancora delle valutazioni".

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