Napoli, Kvaratskhelia torna a brillare da trequartista: pro e contro del nuovo ruolo

Il georgiano, accentrato da Mazzarri, si esalta contro il Verona in una posizione diversa, ma non è detto che l'esperimento venga riproposto

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
6 febbraio 2024
Kvaratskhelia contro il Verona (Ansa)

Kvaratskhelia contro il Verona (Ansa)

Napoli, 6 febbraio 2024 - Parlare di numero 10 dalle parti di Fuorigrotta, dove si è consacrato a livelli irraggiungibili un certo Diego Armando Maradona, l'interprete più brillante del ruolo, è una sorta di sacrilegio: a maggior ragione da quando la maglia in questione è stata ritirata. Eppure, di tanto in tanto, il numero magico torna in auge. In principio fu nel vero senso della parola, quando qualche inguaribile romantico vedeva in Lorenzo Insigne qualcosa di più di un 'semplice' capitano fatto e finito nella squadra della sua città. Poi, a maggior ragione dopo l'apoteosi scudetto, è stata la volta di Khvicha Kvaratskhelia, il carneade che in pochissimi mesi ha saputo imporsi a livelli altissimi, facendo dissolvere rapidamente nel nulla il ricordo proprio del 'Magnifico'. In realtà, gran parte della piazza partenopea ha continuato a vedere nel numero 10 un dogma intoccabile per tutti: anche per il georgiano, oggi di nuovo accostato alla casacca tabù soltanto per mere questioni di ruolo.  

Kvara trequartista?

  Tutto è nato dalle parole di Walter Mazzarri, che già da settimane aveva dichiarato di voler provare ad accentrare il numero 77 per avvicinarlo alla porta e provare a renderlo più letale per le difese avversarie, che intanto ne hanno ampiamente studiato movenze e antidoti. Nonostante le intenzioni, inizialmente le scelte del tecnico toscano sembravano andare verso un'altra direzione, quella atta a provare a blindare la difesa. Prima il 3-5-2 e poi il 3-4-3: Mazzarri, rinfrancato dai rinforzi che intanto arrivavano dal mercato di gennaio, ha prima pensato a dare un giro di vite alla retroguardia, raccogliendo buoni feedback prontamente stroncati dal contemporaneo ulteriore impoverimento della fase offensiva. Da qui il ritorno al 4-3-3 contro il Verona destinato a diventare una sorta di esperimento in vista di una sempre più probabile virata al 4-2-3-1, con Kvara a ricoprire il ruolo di trequartista e quindi appunto di 10: a sinistra verrebbe dirottato Jesper Lindstrom, che proprio in quella zona del campo, dopo tanti mesi di attesa, ha finalmente mostrato il meglio del suo repertorio, con tanto di (quasi) assist servito a Cyril Ngonge (con l'involontaria complicità di Pawel Dawidowicz). Non solo il danese, verosimilmente la carta buona per provare ad aprire in particolare quelle partite più ostiche contro avversari più chiusi come appunto un Hellas disperato in ottica classifica generale: qualora il livello degli avversari salisse, sulla banda mancina potrebbe essere dirottato anche Hamed Junior Traorè, un jolly che dalla mediana in su sa fare quasi tutto proprio come Piotr Zielinski, il promesso sposo dell'Inter (anche per chiara ammissione di Beppe Marotta) che da qui a giugno sarà una specie di 'desaparecido'. In tutti questi spostamenti, il principale riguarderebbe ovviamente Kvaratskhelia, centrale e più vicino alla porta per poter scatenare il suo mancino e anche per rendere onore al ruolo inedito provando a innescare l'attaccante di turno: quando poi davanti ci sarà uno specialista della profondità come Victor Osimhen, allora il duetto, tanto per restare in tema di Festival di Sanremo, potrebbe promettere molto bene.  

Rebus modulo  

 Tutto fatto e scelta quindi già presa? In realtà, come per ogni cosa, anche il dirottamento a sinistra di Kvaratskhelia potrebbe celare dei risvolti non proprio positivi più per il Napoli che per il diretto interessato, che con la maglia della Nazionale ha giocato 10 volte al centro, trovando ben 9 reti. Numeri importanti che però, appunto, richiederebbero a gran voce la virata verso il 4-2-3-1, un modulo ricco di insidie e non a caso finora letteralmente inutilizzato negli anni a Castel Volturno. La prima insidia è stata più volta snocciolata proprio da Mazzarri, che prova così a rispondere anche dialetticamente a chi, maliziosamente, lo indica più come il terapeuta che come l'allenatore, seppur praticamente ad interim, degli azzurri: il 4-2-3-1 con Kvaratskhelia sulla trequarti si presenta come un modulo sulla carta poco equilibrato. Certo, nel frattempo il mercato di gennaio ha portato al tecnico toscano anche Leander Dendoncker, il centrocampista più difensivo della rosa che potrebbe quindi fornire un'ottima copertura. Insomma, al momento sembra più probabile una soluzione intermedia: Kvara con più libertà in campo per potersi accentrare in determinati momenti delle partite. A proposito di partite: ce n'è un'altra, ben più ostica e complicata per tutte le parti in causa, che conduce alla tortuosa e lunga strada verso il rinnovo. Chissà che la gemma che ha deciso la difficile contesa contro il Verona non sia destinata ad accorciare i tempi e soprattutto le distanze. In realtà, qualsiasi discorso sembra rinviato a fine stagione, quando verosimilmente sulla scrivania di Aurelio De Laurentiis arriveranno anche le prime offerte interessanti per provare a interrompere un sodalizio breve ma intenso e che, dopo un inizio al fulmicotone, ha vissuto una lunga fase di flessione e raffreddamento reciproco. Poi il risveglio contro l'Hellas, propiziato a sua volta dagli accorgimenti tattici varati da Mazzarri ma probabilmente non in pianta stabile: ancora troppo delicati gli automatismi per un Napoli in continua e perenne convalescenza per provare a osare qualcosa di più con una mossa che rischierebbe di accorciare ulteriormente la coperta. La precedenza, come da Mazzarri pensiero, va alla difesa e all'equilibrio complessivo: a maggior ragione nel prossimo impegno, quello che vedrà gli azzurri ospiti di un Milan intenzionato a provare a diventare il terzo incomodo nella lotta scudetto. Il compito del Napoli, almeno per ora, è meno lusinghiero ma altrettanto complicato: la risalita in classifica fino alla zona Champions League, il livello minimo fissato da Aurelio De Laurentiis, che intanto indice un'altra conferenza stampa per la giornata di mercoledì. Il tema? Le verità del patron, pronto ancora una volta a lasciarsi andare, senza troppi freni, su tutti gli argomenti più svariati. L'ultima volta che ADL ha tuonato davanti a microfoni e taccuini, alla vigilia del match con il Verona, l'effetto è stato positivo e quasi benaugurante, con Lindstrom e in generale i volti nuovi della sessione invernale a essere finalmente decisivi.

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