Napoli, tempi duri per Cajuste
Dopo quella di Frosinone, per lo svedese arriva la bocciatura di Berlino. Anguissa ancora out: Garcia riflette e rispolvera Elmas
Napoli, 27 ottobre 2023 - Parlare di un vero e proprio caso è prematuro: sia per le tempistiche sia perché nell'ultimo periodo a Castel Volturno i problemi sono stati ben altri. Eppure, anche nel contesto di un Napoli che torna a vincere e a convincere (quasi) completamente, Rudi Garcia trova il modo per rimandare gli acquisti estivi. Se Natan ha trovato spazio e minutaggio grazie agli infortuni dei compagni di reparto, con il grande persistente dubbio sull'effettivo realizzarsi di questo scenario anche senza alcuna emergenza, lo stesso non si può dire di Jens Cajuste e Jesper Lindstrom, ancora alle prese con una prima parte di avventura in azzurro piuttosto deludente.
Un impatto complicato
Le difficoltà di ambientamento del danese sono ormai note da tempo e di certo la forma crescente del resto della batteria degli esterni non aiuta: a sinistra Khvicha Kvaratskhelia era inamovibile anche durante la lunga crisi, figurarsi ora e a destra Matteo Politano sta diventando un fattore sempre più importante nell'economia del gioco del tecnico francese, che ha a disposizione anche il jolly Giacomo Raspadori, attualmente impiegato al centro in attesa del (lontano) ritorno in campo di Victor Osimhen. Il caso dello svedese è potenzialmente ancora più delicato: lo è fin dal disastroso esordio allo Stirpe, indolore per il Napoli, che riuscì a battere in rimonta il Frosinone, ma non per l'ex Stade de Reims, che dopo quella partita tutt'altro che perfetta (per usare un eufemismo) impiegò tempo per riscattarsi agli occhi di una piazza notoriamente molto severa. Strada facendo e a suon di spezzoni sempre più convincenti, il classe '99 ha riguadagnato credito e minuti, con la definitiva consacrazione arrivata grazie all'infortunio di André-Frank Zambo Anguissa. In realtà, quello che doveva essere il passo buono per introdursi in pianta stabile nelle rotazioni di Garcia è diventato un altro esame superato a metà. O forse addirittura fallito. Un primo verdetto lo aveva emesso a parole proprio l'allenatore francese, che aveva chiaramente sottolineato (senza nascondere un pizzico di preoccupazione) le diverse qualità tecniche dei giocatori in esame. Insomma, mentre tutti erano in ansia per le sorti dell'attacco azzurro, orfano di Osimhen, Garcia si tormentava per l'assenza di Anguissa, non a caso uno dei tasselli cardine della cavalcata scudetto. I fatti del campo avrebbero dato ragione al tecnico francese: alla faccia dell'allenatore disabituato al calcio italiano e poco inserito nel contesto. Già, perché mentre il reparto avanzato ha continuato a macinare azioni e gol, pur restando ancora distante agli standard offensivi dei giorni d'oro, la mediana ha sofferto non poco in particolare contro l'Union Berlino, che nella prima frazione ha letteralmente conquistato il predominio del campo, con il Napoli che se l'è cavata con astuzia, fortuna ed esperienza prima della crescita del secondo tempo. Il problema per Cajuste è che, nel frattempo, Garcia aveva effettuato una mossa: fuori proprio lo svedese e dentro Eljif Elmas, un altro elemento a sua volta a caccia di minuti con l'avvento del nuovo corso.
Kvara vs Leao
Per il momento, volendo ridurre il tutto a una partita virtuale, Elmas batte Cajuste, candidandosi a una maglia anche in vista dell'imminente sfida interna contro il Milan, l'ultima del trittico delicato per la panchina di un Napoli chiamato, tra l'altro, a vincere il primo scontro diretto della stagione. A tal riguardo, tornano alla ribalta anche nomi ben più altisonanti di quelli presi finora in esame, in effetti sbarcati in estate a Castel Volturno per allungare le rotazioni dalla panchina. I riflettori, su tutti, vanno su Kvaratskhelia, rinato dopo il lungo digiuno semestrale e dopo l'altro spezzone temporale complicato che aveva visto il Napoli andare incontro allo stesso destino. Napoli e Kvaratskhelia: due pianeti che regolano l'esistenza di fatto di un intero sistema. Parlare di dipendenza reciproca è forse eccessivo con particolare attenzione al georgiano, che ha dimostrato di saper brillare di luce propria anche in Nazionale. Probabilmente ad oggi è più che altro il Napoli a necessitare della migliore vena della propria stella, tanto per restare in ambito astronomico. Finora il numero 77 ha risposto a scatti, con il meglio che è stato fornito al cospetto di avversari sulla carta di qualità inferiore. Il copione, in effetti, era stato abbastanza comune anche nella stagione dello scudetto, sfamando così i detrattori (per la verità pochi) di uno dei giocatori dall'impatto più forte con la Serie A nei tempi recenti. Pochi, ma rumorosi, come solo le voci discordanti sanno esserlo. Se poi si crea una rivalità virtuale, altro piatto forte del calcio italiano anche a costo di mettere a confronto giocatori dalle caratteristiche tecniche molto diverse, allora il continuo bisogno di superare esami su esami è servito. Napoli-Milan metterà sul piatto proprio una sfida del genere, con Rafael Leao che da sempre viene visto come la nemesi di Kvaratskhelia. La realtà è ben diversa: il piatto forte del portoghese è la velocità con cui fare a fette le difese avversarie, smembrate invece dal georgiano a suon di giocate nello stretto prima di sfoderare cross o conclusioni sempre velenosi. Una qualità in comune ai due fuoriclasse però c'è: la mancanza di continuità in stagione e addirittura anche nell'arco della stessa partita. Proprio questi continui salti di tensione creano problemi alle rispettive squadre, accomunate anche dalle vittorie degli ultimi due campionati e dalle successive difficoltà nell'annata seguente i propri trionfi. La situazione attuale del Napoli, nonostante un turbolento e tribolato cambiamento in panchina, è decisamente più rosea di quella del Milan di oggigiorno e di una stagione fa: questo dato la dice lunga sul potenziale di una squadra, quella azzurra, che probabilmente deve davvero soltanto (si fa per dire) trovare la continuità perduta per spiccare di nuovo il volo. Per farlo c'è bisogno di tutti: anche e soprattutto di coloro che finora hanno faticato a ritagliarsi il proprio spazio nel progetto. Come Cajuste, a caccia di riscatto dopo le bocciature di Frosinone prima e Berlino poi.
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