Napoli ok in Champions League. Ma Garcia non convince e Kvaratskhelia si è perso

Gli azzurri battono a domicilio lo Sporting Braga, ma attacco e difesa preoccupano ancora

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
21 settembre 2023
Kvaratskhelia

Kvaratskhelia

Napoli, 21 settembre 2023 - Se in Italia esiste una piazza dove quasi sempre il 'giochismo' prevale sul 'risultatismo' quella è la partenopea, che fin dalla gestione di Maurizio Sarri in poi ha maturato un palato fine reso ancora più tale dall'apoteosi scudetto, raggiunta mostrando per gran parte della cavalcata un dominio netto. A tal riguardo, l'approccio sulla panchina del Napoli di Rudi Garcia sembra condurre a una strada diversa. Il tutto a prescindere dai risultati.

Kvaratskhelia ancora deludente

Giusto per avvalorare questa tesi può tornare utile respirare il clima di perdurante sfiducia verso il nuovo corso azzurro che si respira quasi in un'intera città, alla quale non è bastato neanche aprire l'avventura stagionale in Champions League con una pesantissima vittoria in trasferta, quella ottenuta in casa dello Sporting Braga. Un successo pesante, pesantissimo, nell'economia del Gruppo C di Champions League, dove le gerarchie sembrano addirittura già tracciate e definite: Real Madrid e Napoli, in quest'ordine o in quello opposto attualmente in vigore, in rampa di lancio verso gli ottavi di finale, con Sporting Braga e Union Berlino in lotta per provare a sovvertire le gerarchie. Parlando dei portoghesi, in realtà l'impresa è stata quasi confezionata a dovere: poi la sciagurata autorete di Sikou Niakaté ha vanificato tutto, regalando agli azzurri una vittoria in effetti non proprio immeritata alla luce delle tante chance collezionate ma non concretizzate in particolare nel primo tempo. E qui si torna a uno dei difetti palesati dal Napoli in queste primissime battute stagionali: uno scarso cinismo nell'area di rigore avversaria che dopo un inizio al fulmicotone sembra aver coinvolto anche Victor Osimhen. Certo, includere anche il nigeriano nella lista dei problemi che attualmente affliggono gli azzurri sarebbe esagerato e prematuro: specialmente se si confronta un digiuno breve e destinato prima o poi a interrompersi alle situazioni ben più allarmanti di altri protagonisti dello scudetto che sembrano dei lontani parenti degli artefici del tripudio. Il primo pensiero corre a Khvicha Kvaratskhelia, ancora una volta sostituito e, soprattutto, bocciato: l'unica cura per il georgiano, almeno a detta di Garcia, è continuare a giocare per ritrovare la condizione fisica. Ma ciò che sta rallentando le prestazioni del numero 77 forse addirittura dalla seconda parte della scorsa stagione è soltanto una lacuna a livello di forma? A detta del tecnico francese, non senza un bel pizzico di ottimismo, apparentemente sì. Poco male che intanto colui che aveva guadagnato presto (forse troppo) il paragone illustre con un certo Diego Armando Maradona oggi sia accostato a giocatori diventati loro malgrado famosi per un impatto devastante con la Serie A oscurato presto da una flessione lenta ma inesorabile. Chiaramente, anche questo giudizio sul conto di Kvaratskhelia è parziale e magari destinato a essere rapidamente spazzato via alla prima giocata riuscita. Al momento, in realtà, il vero problema di casa Napoli sembra un altro: il reparto arretrato, scorporato in ogni singolo componente.

Allarme difesa

Si parte da un collettivo privo della necessaria armonia e si arriva ai vari protagonisti dello stesso, tutti più o meno alle prese con un inizio di stagione in salita. In realtà, le eccezioni ci sono e sono due, quelle che di fatto stanno limitando i danni. Alex Meret para tanto e bene, eppure una parte della piazza partenopea nei suoi confronti sembra sempre pronta a sollevare le critiche più feroci: praticamente il trattamento opposto riservato a Kvaratskhelia, ancora avvolto da un'indugenza plenaria. Ha invece messo tutti d'accordo da tempo capitan Giovanni Di Lorenzo, il leader perfetto che il Napoli si è ritrovato già in casa dopo l'esodo sul mercato dell'estate 2022. Se adesso il terzino comincia anche a segnare con regolarità, come tra l'altro già mostrato ai tempi della sua militanza all'Empoli, allora un rendimento già stellare è destinato a raggiungere vette finora forse mai toccate in azzurro. Nel calcio, come nella vita, c'è chi scende e chi sale. La picchiata per ora sta coinvolgendo innanzitutto Amir Rrahmani, che ha perso sicurezza senza Kim Min-Jae smentendo così chi propugnava la teoria opposta: per molti era il kosovaro a fungere da propellente per le prestazioni del sudcoreano. Probabilmente solo quando l'ex Verona avrà risolto i tanti problemi fisici che lo stanno attualmente limitando il verdetto sarà più chiaro. Poi ci sono Juan Jesus e Leo Ostigard, i comprimari diventati (più il primo che il secondo) improvvisamente titolari. Il brasiliano, complice il peso degli anni, non sta mostrando la brillantezza necessaria per fronteggiare avversari di livello medio-alto, mentre il norvegese fin dal suo arrivo in azzurro di fatto non ha mai convinto. Dal mix di queste diverse problematiche emerge un Napoli finora quasi sempre incapace di chiudere la porta, venendo così meno a un'esplicita richiesta di un Garcia consapevole che le fortune di una squadra, a lungo termine, passano dalla salute del reparto arretrato. Insomma, non sempre ci sarà uno scellerato Niakaté che improvvisamente, nella coda della partita, regalarà una vittoria gli azzurri. Da qui il pessimismo della piazza anche dopo la vittoria all'esordio in Champions League da campioni d'Italia: con tanto di perdurante sfiducia nei confronti di Garcia, che (per ora) vince ma non convince. Al di là dei giudizi, il tecnico francese ha passato (quasi) indenne il primo dei due esami forse già decisivi per salvare la sua panchina da qualche scricchiolio di troppo. Il secondo avverrà domenica al Dall'Ara di Bologna. Dalla Champions League alla Serie A: cambia la competizione e ovviamente cambiano anche le priorità del Napoli, che in campionato deve già limitare i danni per non perdere ulteriore terreno dal treno delle migliori. Per evitare altri giri a vuoto gli azzurri dovranno ridurre gli errori in entrambe le fasi, con un occhio di riguardo ovviamente per quella difensiva. Il tutto nel giro di pochi giorni nel contesto di autentico tour de force che forse, proprio alla luce delle tante criticità da sistemare, capita nel momento peggiore per il Napoli e soprattutto per Garcia.

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