Napoli, la crisi di Di Lorenzo e il post di Spalletti: la serata da incubo di Coppa Italia

Il capitano sbaglia di tutto e spiana la strada al Frosinone, mentre l'ex tecnico ruba la scena con uno strano messaggio su Instagram (poi cancellato): gli emblemi di una notte da dimenticare

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
20 dicembre 2023
Giovanni Di Lorenzo (Ansa)

Giovanni Di Lorenzo (Ansa)

Napoli, 20 dicembre 2023 - Da isola felice di un club che per anni faceva fatica a inserirsi ai piani altissimi della classifica del campionato a vera e propria maledizione: la Coppa Italia si conferma indigesta per il Napoli, che per la terza volta consecutiva saluta subito, agli ottavi di finale e sempre al cospetto di squadre sulla carta meno attrezzate.  

Il giallo (nero) di Spalletti

  Ad aprire questo tris, nella stagione 2021-2022, era stata la Fiorentina di Vincenzo Italiano, forse il più grande oggetto del desiderio di Aurelio De Laurentiis per la panchina della sua creatura, che versa in condizioni preoccupanti ora che un altro obiettivo stagionale è scivolato via. O meglio: in estate nessuna big del campionato afferma di puntare con decisione alla Coppa Italia, salvo poi rivalutarla, anche grazie a un format molto amico, allorché con l'arrivo dell'inverno la situazione in campionato e magari in Champions League non è rosea. Tornando alla infausta panoramica, nel 2022-2023 a giustiziare gli azzurri agli ottavi di finale fu una Cremonese poi destinata a retrocedere in Serie B ma che prima di farlo avrebbe eliminato anche la Roma per un confronto che, curiosamente, si riproporrà tra poche settimane. Il tonfo di un anno fa fu però attutito dal grande paracadute chiamato campionato, dove curiosamente oggi il piatto piange parecchio: alla squadra di Luciano Spalletti, lanciatissima verso un tripudio atteso per oltre tre decadi, tutto poteva e doveva essere perdonato. Proprio il grande (e rimpianto ex), nonché attuale ct della Nazionale, dopo la disfatta di ieri sera contro il Frosinone, l'ultima del tris maledetto in Coppa Italia, si è ripreso le luci della ribalta con un post sulla propria pagina Instagram difficile da interpretare: una schermata totalmente nera, poi prontamente rimossa ma non in tempo per fermare le speculazioni intanto partite nel capoluogo campano (e non solo). Secondo la tesi più gettonata, la scelta cromatica di un uomo notoriamente molto attento alla comunicazione non è casuale e attiene al tunnel nero, nerissimo, imboccato dal Napoli dopo la sua partenza, forse una delle poche mosse che attualmente si può imputare a De Laurentiis. Per il resto, il patron ha mantenuto quasi intatta l'ossatura dello scudetto: in quel 'quasi' è però nascosta (neanche tanto) la voragine lasciata in difesa da Kim Min-Jae più dal punto di vista della leadership e della personalità che da quello tecnico. Il discorso non è inedito e, in fondo, il clamoroso poker messo a referto dal Frosinone, che si prende così una bella rivincita proprio di fronte a De Laurentiis e alle sue frasi infelici del passato, lo ha solo riportato a galla. Se poi però ci si mettono anche i veterani a tradire il Napoli, allora il tunnel nero al quale faceva probabilmente riferimento Spalletti, se possibile, assume tinte ancora più fosche.

La crisi di Di Lorenzo

  Curiosamente, per una volta quando di mezzo c'è la tanto bistrattata Coppa Italia è impossibile biasimare il turnover. Anzi: il Napoli 2.0 schierato inizialmente da Walter Mazzarri il suo lo stava facendo, non con grande profitto ma comunque con una generosità che nel corso della serata si sarebbe poi persa quando sul prato del Maradona si sono affacciati i big. Tra essi si staglia, per una volta in negativo, Giovanni Di Lorenzo, incappato forse nella peggiore serata da quando veste la maglia azzurra. Il capitano rileva Mario Rui, uno abituato nel capoluogo campano a fare spesso da parafulmine incassando critiche anche eccessive e immeritate e ne combina tante, diventando il simbolo della disfatta prima mandando letteralmente in porta Giuseppe Caso, che non si fa pregare e poi commettendo l'ingenuo fallo su Francesco Gelli che avrebbe propiziato il rigore poi trasformato da Walid Cheddira. Insomma, per una sera a molti è sembrato di rivedere quel Di Lorenzo dei tempi di Empoli che, dal punto di vista difensivo, convinceva poco. Certo, una giornata no capita a tutti: anche ai migliori. L'impressione però è che il capitano azzurro abbia imboccato da diverso tempo una parabola discendente che, non a caso, in estate aveva portato i piani altissimi del club partenopeo a pensare a un restyling della corsia bassa destra. All'epoca tutto ruotava intorno ad Alessandro Zanoli, l'eterna giovane (ma neanche tanto più) promessa da decidere se continuare a far crescere in prestito in giro per l'Italia o se trattenere al Napoli: Rudi Garcia, colui al quale oggi qualcuno starà facendo ammenda, optò per la seconda scelta. In realtà, il terzino di scuola Carpi il campo lo avrebbe visto poco comunque, anche con lo stesso Garcia ancora in panchina. E l'altro problema ancora più grande riguarda la crisi di Di Lorenzo che potrebbe portare a qualche decisione per gennaio. A tornare in auge è il profilo di Marco Davide Faraoni, seguito già in estate esattamente come Pasquale Mazzocchi, in profonda rottura con la Salernitana ma già nel mirino della Fiorentina. A prescindere dai nomi, quel che è ormai quasi certo è che la corsia destra sarà toccata, con lo stesso Zanoli che reclama spazio, lasciando così libera una casella: con ogni probabilità sarà quella destinata a essere occupata da un profilo che non farà ombra a Di Lorenzo ma che dovrebbe fornire a Mazzarri una valida alternativa per ricorrere a un turnover evidentemente salvifico per tutte le parti in causa. Per il Napoli, che così facendo potrà contare su due giocatori di buon livello, evitando così squilibri e carenze in zone del campo dove il turnover si rivela impossibile o quasi da applicare. E anche per lo stesso capitano azzurro, che così avrebbe la possibilità di rifiatare e di ricaricare le energie, mentali e fisiche. Poi a fine stagione le parti verosimilmente si incontreranno per parlare di un futuro che mai come in questo caso esulerà da una situazione contrattuale molto solida (30 giugno 2028): l'importante sarà evitare che uno dei sodalizi più positivi della storia del club partenopeo si trasformi in qualcosa di negativo. Esattamente come la serataccia di Coppa Italia.

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