Napoli, Raspadori ancora senza ruolo: idee opposte per Spalletti e Garcia
In nuovo ct dell'Italia lo vede come punta, mentre il tecnico francese pensa di trasformarlo in una mezzala
Napoli, 8 settembre 2023 - Un giocatore in cerca di ruolo: è il caso di Giacomo Raspadori, diviso tra il credo tattico del suo ex mentore Luciano Spalletti e quello di Rudi Garcia, attuale allenatore del Napoli.
Predestinato e talismano
Il primo, oggi alla guida della Nazionale, nonché fresco ex, sta pensando di collocare il classe 2000 al centro del suo 4-3-3, che debutterà nella gara in casa della Macedonia del Nord: una squadra che, per usare un eufemismo, non rievoca bei ricordi all'Italia. Poi ci sono le vicende di casa Napoli, ben più definite per quanto riguarda il reparto avanzato: con un totem come Victor Osimhen a svettare al centro dell'attacco e con un rincalzo di lusso come Giovanni Simeone alle sue spalle, per Raspadori il rischio di rimanere spesso ai margini è bello alto. Curiosamente, proprio lo stesso Spalletti, ai tempi della sua militanza sulla panchina del club partenopeo, cominciò a studiare delle soluzioni alternative per valorizzare al meglio il talento dell'ex Sassuolo: nell'interesse della squadra ma anche della società, che appena un'estate fa sborsò in totale 30 milioni per accaparrarsi colui che da sempre viene considerato un predestinato e un talismano. Entrambe le teorie sono state confermate dai fatti: prima in Nazionale, con il trionfo a Euro 2020 come testimonianza e poi con il Napoli, che ancora si gode il codazzo dello scudetto vinto pochi mesi fa. Insomma, Raspadori è un patrimonio del club partenopeo ma anche dell'Italia: due realtà spesso lontane e quasi antitetiche che però, mai come per la tutela del proprio pupillo, potrebbero ritrovarsi più vicine del previsto.
Un limbo senza fine
In realtà però qualche divergenza di vedute esiste anche nella gestione del classe 2000, che per Spalletti è una prima punta, mentre per Garcia qualcosa di diverso: un esterno o forse addirittura una mezzala. Curiosamente, lo scorso inverno fu proprio l'attuale ct della Nazionale a inaugurare gli esperimenti per provare a rendere ancora più duttile colui che già attualmente viene considerato uno dei jolly più preziosi in circolazione. La buona notizia è che Raspadori è al centro dell'attenzione di tutti: dell'Italia e del Napoli. La cattiva è che questo perenne limbo in cui versa il ragazzo nativo di Bentivoglio alla lunga potrebbe essere deleterio. Il discorso, per una mera questione di minutaggio, riguarda maggiormente le vicende del club di appartenenza, dove di fatto ad oggi Raspadori è quasi totalmente chiuso nel reparto avanzato: al centro, ma anche allargando la questione alle corsie esterne. In Nazionale al momento il classe 2000 beneficia di una fase di transizione dell'attacco, dove la leadership di Ciro Immobile, nonostante l'imminente elezione a capitano, comincia a vacillare. Eppure, prima o poi altri interpreti del classico numero 9 saliranno (o torneranno) alla ribalta: motivo per cui Raspadori meriterebbe maggiori attenzioni e certezze. Pena il rischio di rimanere in eterno nella pericolosissima terra di mezzo, quella che notoriamente ha inghiottito diversi talenti più o meno cristallini del mondo del calcio.
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