Nazionale, Buffon: “Vialli inimitabile. Spalletti? Toglie le parole"

L’ex portiere si presenta come nuovo capo delegazione dell’Italia: “Ringrazio chi mi ha voluto qui. Sono molto felice e ho grandi stimoli”

di MANUEL MINGUZZI -
4 settembre 2023
Il presidente Gravina, il ct Spalletti e il capo delegazione Buffon

Il presidente Gravina, il ct Spalletti e il capo delegazione Buffon

Coverciano, 4 settembre 2023 - Gigi Buffon torna in nazionale. Non da portiere, ma da capo delegazione. Appesi al chiodo i guantoni, un po’ con il rammarico per non aver preso parte al sesto mondiale, sarebbe stato un record, Buffon prenderà il posto del compianto Gianluca Vialli e farà parte del nuovo corso assieme a Luciano Spalletti, presentato qualche giorno fa a Coverciano come nuovo commissario tecnico. Buffon non vuole replicare l’amico Vialli, non si sente in grado, ma farà il suo percorso, portando la sua esperienza e il suo contributo per far crescere i giovani giocatori con la cultura della maglia azzurra. Quella che lui ha sempre avuto fin da bambino.

Buffon: “Vialli inimitabile”

Gigi Buffon avrà dunque un ruolo importante nel nuovo corso targato Luciano Spalletti. Il capo delegazione è una figura rilevante, che contribuisce all’amalgama del gruppo, alla sua creazione e condivisione, alla visione e alla prospettiva di una nuova cultura sulla maglia azzurra. Serve ricreare attaccamento ai colori della nazionale “Ringrazio chi mi ha voluto qui - le sue parole - Mi inorgoglisce pensare alla mia figura, sono stimolato, sono un uomo felice. Torno in un ambiente che penso di conoscere bene”. Il predecessore è stato l’amico Gianluca Vialli, fondamentale nella vittoria dell’Europeo 2021. Buffon non vuole imitarlo o replicarlo, non ne sarebbe in grado: “Ho un grande ricordo di lui, c’era un rapporto straordinario fuori dal campo e ci scambiavamo spesso delle maglie - ancora Gigi - Avevamo una condivisione totale e io non posso pensare di arrivare subito al suo livello. Ognuno di noi ha un passato e un percorso e non penso di replicare Vialli. Sarebbe sbagliato e non ne sarei all’altezza”. Il primo obiettivo è dunque ricreare attaccamento, lo stesso che aveva Gigi ripensando ai grandi miti azzurri: “Sono cresciuto con il mito di Paolo Rossi, Dino Zoff, gli azzurri del 1982 - l’ammissione di Buffon - Quando ho visto per la prima volta Riva è stato come vedere un monumento. I giovani vanno aiutati così. Speriamo di avere una nazionale bella e vincente”.

Con Buffon diventa inevitabile parlare anche del livello dei portieri, di nuovo alto da qualche anno a questa parte: “Il serbatoio è cresciuto tanto - l’analisi di Gigi - Ce ne sono 5-6 di grande livello, ovviamente con Donnarumma che è ormai consacrato. Vicario in Premier crescerà, Meret ha vinto lo Scudetto, Provedel sta facendo cose importanti, poi ci sono anche Falcone e Di Gregorio. Siamo messi bene”. La nazionale viene però da una grande delusione, la mancata qualificazione al Mondiale per la seconda volta di fila. Nel mezzo anche la vittoria di un Europeo e Buffon prova a vedere le cose con lucidità: “La verità sta nel mezzo. Ho avuto la fortuna di stare vicino a presidente e staff in questi giorni e ho risentito parlare di concetti e valori imprescindibili se si vuole arrivare a un obiettivo”. E poi c’è Spalletti, che ha già conquistato Buffon: “Mi toglie le parole, io dovrei intervenire ogni tanto quando ci sono dei vuoti, ma lui ha una completezza di ragionamenti impressionante e non c’è mai da aggiungere altro. Con un ct così penso dovrò dire poco”. Rimane un po’ il rammarico per il sesto mondiale sfuggito, a Buffon sarebbe piaciuto: “È un cruccio, avrei fatto qualcosa di unico nella storia. La via è stata comunque benevola con me, per quello che mi ha dato e sono stato ampiamente ripagato da quel dispiacere. Sono sempre stato altruista e mi sarei sentito a disagio da solo con sei mondiali disputati”. E l’Italia a cui è più legato? Semplice, quella mondiale del 2006: “Era un’Italia solidale, tutti eravamo a disposizione del compagno. Poi quella del 2012 che arrivò seconda all’Europeo, ma anche quella del 2016 di Conte che non fu la più forte ma fece emozionare. E anche oggi lo scopo è quello: rendere orgogliosi”. C’è stato modo anche di fare una parentesi in casa Juve. Leo Bonucci dopo oltre 500 presenze in maglia bianconera è rimasto ai margini e ha dovuto sposare la nuova causa tedesca dell’Union Berlino. Buffon ha condiviso con lui tanti momenti di spogliatoio e tanti successi, ecco il suo pensiero: “L’ho sentito questa estate, lo sentirò a breve dopo la firma a Berlino - il commento di Gigi - Penso abbia fatto una scelta ponderata e lui è abituato a lottare per raggiungere i suoi traguardi. Gli va riconosciuto affrontando questa sfida e per lui non è stato facile chiudere così. Non ha mollato ed è un insegnamento importante. Ritorno in nazionale? Non ho i titoli per dirlo”.

A fianco di Buffon c’era il presidente Gravina, che alla presentazione di Spalletti non ha mai nominato l’ex ct Roberto Mancini pur ammettendo la delusione per la situazione che si è venuta a creare. La Figc ha reagito prontamente andando su Spalletti, forse la scelta migliore possibile. E anche Buffon ha voluto glissare sulla questione, segno che l’amarezza è ancora tanta: “Non so cosa dire a riguardo - la chiosa di Gigi - Ha già parlato il presidente, lo ha fatto il ct, è successo qualcosa di inaspettato ma la federazione ha dato risposte convincenti in breve tempo. Credo che conti questo”. Ma il tempo delle parole è finito e ora la palla al campo per le qualificazioni europee. L’Italia è inserita nel Gruppo C e dopo due partite è terza con tre punti, mentre comanda l’Inghilterra a punteggio pieno dopo quattro match, davanti all’Ucraina che ha 6 punti in tre partite. E’ prevista la doppia sfida con Macedonia del Nord, anche lei a tre punti ma con tre match disputati, e proprio contro gli ucraini. Sono già due partite decisive. Serviranno sei punti.

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