Nazionale-Spalletti, i dettagli economici e il nodo clausola con il Napoli
Il dopo Mancini inizia nel segno del codazzo polemico tra il neo commissario tecnico e il suo ex club, che rivendica l'esistenza di un patto di non concorrenza
Roma, 18 agosto 2023 - Alla fine le indiscrezioni dei giorni scorsi hanno acquisito il crisma dell'ufficialità nella serata di venerdì 18 agosto, quindi leggermente in ritardo rispetto alla tabella di marcia iniziale: Luciano Spalletti, a partire dall'1 settembre, sarà il nuovo commissario tecnico dell'Italia, raccogliendo quindi il testimone lasciato (non senza polemiche e veleni) da Roberto Mancini.
I precedenti
Certo, di polemiche e veleni ce ne sono stati anche nei primi giorni da allenatore in pectore della Nazionale di colui che ha riportato lo scudetto a Napoli dopo ben 33 anni di digiuno. Tutto nasce proprio dall'esperienza trionfale chiusa al termine dello scorso campionato e dal codazzo successivo creatosi intorno ad Aurelio De Laurentiis, che a malincuore ha dovuto accettare la decisione di Spalletti di lasciare la panchina azzurra e di fermarsi per un anno a causa della stanchezza e della mancanza di motivazioni accusate dopo una cavalcata del genere. Tutto finito così, quindi? Macché: in ballo tra i due 'freschi ex' c'è una clausola rescissoria dal valore iniziale (ma destinato a decrescere) di 3 milioni (attualmente circa 2,6 milioni) che Spalletti dovrebbe versare nelle casse del Napoli per accomodarsi su un'altra panchina prima che sia trascorso il fatidico anno, quello che include la stagione da poco iniziata. Insomma, una sorta di patto di non concorrenza che in questi giorni ha animato il dibattito sul valore e sulla bontà dello stesso quando di mezzo non c'è un altro club, bensì un bene collettivo come la Nazionale, rappresentata nella vicenda dalla FIGC. La stessa Federazione nelle ultime ore aveva (invano) provato a mediare tra le parti per giungere a un epilogo non sanguinoso per nessuno dei protagonisti della vicenda: con un occhio di riguardo, ovviamente, per i propri interessi.
I dettagli economici e il nodo clausola
Alla fine la quadra è stata trovata innanzitutto con Spalletti, che sarà sulla panchina dell'Italia fino al 2026, anno dei Mondiali in programma in Canada, Messico e Stati Uniti: il neo commissario tecnico, che si insedierà l'1 settembre cercando di entrare la qualificazione ad Euro 2024, guadagnerà 3,2 milioni netti a stagione. E la clausola rescissoria della discordia? Quel che è certo è che per il momento Spalletti non ha versato alcunché nelle casse del Napoli né, soprattutto, ha intenzione di farlo. Si va quindi verso un contenzioso tra il neo commissario tecnico della Nazionale e il club partenopeo, come confermato dal legale di quest'ultimo Mattia Grassani. La FIGC in linea teorica sarebbe parte estranea alla causa che sembra profilarsi, ma l'impressione è che il sostegno a Spalletti non mancherà in quella che si preannuncia una battaglia lunga e complessa. Il motivo principale ruota intorno a un contratto di cui solo le parti hanno piena consapevolezza e, nonostante questo, anche due opinioni opposte: De Laurentiis include le Federazioni nel suddetto patto di non concorrenza da far valere per tutta la stagione appena cominiata, mentre Spalletti intende l'accordo relativo soltanto ai club.
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