Mancini: “Gravina pensava cose opposte alle mie, non ha voluto che restassi”

L’ex ct della Nazionale spiega i motivi delle dimissioni: “Il presidente in questi mesi mi doveva dare tranquilllità ma non l’ha fatto. Non ho fatto niente per essere massacrato così”

di Redazione Sport
15 agosto 2023
L'ex ct della Nazionale Roberto Mancini

L'ex ct della Nazionale Roberto Mancini

Roma, 15 agosto 2023 – "Non ho fatto niente per essere massacrato così. Mi sono solo dimesso e ho detto che e' stata una mia scelta". In una intervista a Repubblica l'ormai ex Ct della Nazionale di calcio, Roberto Mancini spiega le ragioni delle sue dimissioni alla vigilia di Ferragosto. "Quando sono arrivato in azzurro ho rinunciato a opportunità più redditizie, ho fatto una scelta ed è stato il lavoro più importante della mia vita. Ho vinto un Europeo, non sarà molto ma intanto l'abbiamo vinto. Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l'ha fatto". "Mi sarebbe bastato un segnale, non me l'ha dato. La verità è che non ha voluto che restassi, e che erano mesi che c'era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l'Europeo, non per gli errori che ha fatto". 

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L'ex ct della Nazionale Roberto Mancini
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"Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni", spiega il tecnico di Jesi. "Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l'ha fatto e io mi sono dimesso".

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Ancora: "Dovevo farlo prima? Può darsi. Ma io ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre. E penso di essere sempre stato corretto in questi anni". A proposito delle nomine fatte dal presidente federale, che ha coinvolto nello staff della Nazionale anche gli ex azzurri Buffon e Barzagli, Mancini ha commentato: "Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l'Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff".

La verità, aggiunge l'ormai ex commissario tecnico della Nazionale, è che "da un po' di tempo lui pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? Cosa c'entra? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l'occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo". 

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