Cinquant’anni fa il primo ‘rosso’: "Tirai il pallone contro la panchina e l’arbitrò sventolò quel cartellino”

Il 28 ottobre 1973 il romagnolo Franco Nanni fu espulso con il nuovo metodo in Cesena-Verona "Fui squalificato per tre giornate, un milione e mezzo di multa, ci lasciai praticamente uno stipendio"

di CARLO CAVRIANI -
11 ottobre 2023
Un'azione durante la storica partita e, nel tondo, Franco Nanni oggi

Un'azione durante la storica partita e, nel tondo, Franco Nanni oggi

Riccione, 12 ottobre 2023 – Era il 28 ottobre del 1973, Cesena-Verona. Franco Nanni, cosa ricorda?

"Giocavo nel Verona con Zigoni, Maddè e Zaccarelli. Nel Cesena c’erano Ammoniaci, Cera e Danova. I romagnoli erano in vantaggio 1-0 con un gol di Toschi, detto Topolino. Non era alto, ma rapido e sgusciante. Mancavano 6 minuti alla fine, loro stavano perdendo tempo. Il pallone finiva spesso fuori e ci mettevano una vita a recuperarlo. A quel punto ho visto la palla a due metri dalla panchina del Cesena e ho calciato con tutta la forza. Solo che il plexiglass ha amplificato il rumore". Franco Nanni, riccionese di 79 anni, compiuti il 27 agosto, ha giocato a lungo a calcio nel ruolo di terzino. Cresciuto nel Rimini, con la squadra romagnola ha disputato tre campionati di serie C. Poi, nel 1965, il salto di categoria seguito subito da una promozione nella massima serie. Nel 1965, infatti, Nanni, ingaggiato al Venezia, ha giocato in serie B conquistando subito la promozione in A. Il 18 settembre 1966 il debutto a San Siro in Milan-Venezia. In quella stagione totalizzerà 20 presenze con i lagunari poi retrocessi. Cosa che avverrà anche l’anno successivo dalla B alla C.Successivamente il Verona lo riporta in A, dove Nanni giocherà fino al ’76 per chiudere poi la carriera l’anno dopo nel Rimini. Dopo il ritiro è diventato albergatore sulla riviera romagnola e ha fondato l’associazione beneficaex giocatori Hellas.

Un gesto di stizza, insomma?

"Ma sì. La bordata sfiorò l’allenatore Eugenio Bersellini e il vicepresidente Luciano Manuzzi, ma nessuno si fece male. Io però venni espulso".

Chi era l’arbitro?

"Fernando Lazzaroni di Monza. Estrasse dal taschino il cartellino rosso e mi cacciò".

Poi squalificato. Quante giornate?

"Tre. Un milione e mezzo di multa. Una bella cifra, prendevo due milioni al mese".

Arbitro severo. Una volta lo erano di più?

"Sì. Magari qualche parola ti scappava, ma non potevi gesticolare, altrimenti ti mandavano subito negli spogliatoi. Uno su tutti: il principe dei fischietti, Concetto Lo Bello, con lui era vietato fiatare…".

Episodi particolari?

"Una volta Michelotti a San Siro. Giocavo con il Verona e ci diede un rigore a favore a 5 minuti dalla fine. Pensi, contro l’Inter. Mariolino Corso, grandissimo e autorevole campione, si avvicinò all’arbitro e gli disse: “Tu non arbitrerai più a San Siro”. Michelotti rispose: “Vedremo. Intanto, lei va fuori”. E lo cacciò".

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Altri tempi, altri arbitri, altre squadre. E altri allenatori. Ricordi?

"Ne ho avuti tanti, dal grande Segato, la prima vittima della terribile Sla, a Cadè e Valcareggi. Brave persone. Per me quasi dei papà".

Come il mago Helenio Herrera?

"Beh, no. Herrera venne a Rimini in B nel 1976. Non poteva allenare perché era squalificato. La domenica si nascondeva in bagno quando arrivava l’arbitro. Un giorno, Gino Menicucci di Firenze, se ne accorse e a quel punto Herrera salutò la Romagna".

Ha affrontato tanti attaccanti, molti fuoriclasse. Il più forte?

"Ero difensore puro, ho marcato i più grandi: Gigi Riva, Josè Altafini, Pierino Prati, Roberto Boninsegna, Roberto Bettega, Giorgio Chinaglia, ma quello con cui ho fatto più fatica è stato lo svedese Kurt Hamrin, Uccellino, ala destra di Juventus, Fiorentina, Milan e Napoli. Ti andava via e non lo prendevi più".

Adesso ha 79 anni e vive a Riccione, la vita le ha regalato gioie ma anche dolori…

"Dopo il calcio mi sono dedicato agli alberghi in Riviera. Poi all’improvviso la vita è cambiata con la scomparsa della mia prima moglie in un incidente stradale. Mi sono trovato solo con due figlie, di 10 anni e di 6 mesi. Poi la vita ti dà un’altra possibilità, con la seconda donna della mia vita, Maria Jesus, spagnola, sposata nell’83".

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Ha dedicato molto tempo agli altri, ai più bisognosi.

"Sì, nel 2009 ho fondato l’associazione ex giocatori Hellas, Quando il successo lascia il posto ai problemi, i compagni di un tempo più fortunati scendono in campo e diventano una vera ‘squadra del cuore’".

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