Roma, De Rossi: "Il derby con la Lazio? Da allenatore cambia, ma mi sento tranquillo"

Le parole di Daniele De Rossi alla vigilia del derby contro la Lazio

di FILIPPO MONETTI -
5 aprile 2024
Daniele De Rossi, allenatore della Roma (Ansa)

Daniele De Rossi, allenatore della Roma (Ansa)

Roma 5 aprile 2024 - È stata senza dubbio una settimana elettrica dalle parti di Trigoria, preparare il derby non è come preparare una partita qualunque e lo sa bene Daniele De Rossi. Lui che di derby ne ha vissuto 31 da giocatore, questo sabato vivrà il suo primo da allenatore e alla vigilia della sfida stracittadina, ha presentato l'incontro in conferenza stampa proprio dal cuore del centro tecnico giallorosso. Ecco le parole dell'ex centrocampista, oggi allenatore dei capitolini.

Questa è una sfida unica, come cambia vivere un derby da allenatore?

"Onestamente cambia. Con gli anni avevo imparato a gestirla. Oggi mi sento tranquillo, anche se sono emozionato, perché resta una sfida bella. I ragazzi la stanno approcciando bene, lavorano forte. Cerchiamo di dare equilibrio, la carichiamo il giusto senza andare troppo oltre, per non disperdere energie troppo presto e non entrare in campo troppo carichi".

Hai ricordi particolari dei derby da giocatore?

"Tanti episodi, tante notti fantastiche, tante notti meno belle. Il derby, se giochi 20 anni in un posto, non puoi pretendere di avere solo ricordi positivi. Ripenso al primo derby in cui ho giocato, con il gol di tacco di Mancini. A fine partita pensavo di essere l'uomo più felice del mondo, ero giovane, sono cose che non dimentichi. In mezzo ne ho giocati tanti e trovare un episodio è complicato. Ricordo con piacere il fatto di soffrirlo nei primi anni, entravo in campo teso, poi ho iniziato a giocarli, bene o male, ma i primi non li ho giocati veramente".

Questa sfida si prepara più sulle gambe o sulla testa?

"Devi preparare tutto, sapendo che è una partita che avrà conseguenze normali, c'è qualcosa di diverso. Abbiamo un passato non positivo nei derby recenti. Sicuramente c'è voglia di rivalsa, dobbiamo alimentarla, ma senza andare oltre. C'è una partita di calcio da preparare contro una squadra forte e per vincere dobbiamo rimanere lucidi".

Il suo attacco ha sempre prodotto molto, ma nelle ultime tre ha segnato solo un gol. Come stanno gli attaccanti?

"Penso che con il Lecce abbiamo fatto una delle nostre partite peggiori e abbiamo comunque creato alcune occasioni clamorose. Può succedere, così come con il Sassuolo, non siamo riusciti a trasformare. Non ci sono problemi riguardo ai nostri attaccanti, stanno tutti bene a parte Azmoun. Non si fa comunque gol con gli attaccanti, con un solo reparto, ma con tutta la squadra. Abraham convocato? Vediamo l'allenamento e quali saranno le direttive dei medici che lo stanno seguendo. Vediamo se ce lo lasciano convocare o ha bisogno di allenarsi ancora con la squadra. Per quello che vediamo noi fa tutto con i compagni, ma con infortuni così lunghi, ci sono scadenze da rispettare, oggi capiremo".

La proprietà si è fatta sentire per parlare del futuro in questa pausa per le Nazionali?

"Sì lo hanno fatto, parliamo spesso del futuro a breve termine, del campionato. Ho capito bene la domanda, ma la pausa ci è servita per parlare del futuro prossimo, che in questo momento è il più importante per noi".

Che Lazio si aspetta? La posizione di Felipe Anderson può influire sulle sue decisioni?

"Non sappiamo con certezza se Zaccagni ci sarà o meno, quindi non possiamo fare speculazioni. Ci stiamo concentrando su di noi. Sappiamo bene che Tudor ha una sua filosofia e la sta cercando di trasmettere ai suoi giocatori. Non giocherà per 90 minuti come ad esempio l'Hellas Verona perché ci vuole tempo, ma sono forti. Ipotesi vere e proprie sulla formazione non ne possiamo fare, abbiamo visto veramente poco finora. Ci sono tante cose che tu prepari, a volte in base alle qualità degli avversari fai delle scelte, ma non ci stravolgiamo per gli avversari, non l'abbiamo mai fatto. Potrebbe succedere qualora dovessimo incontrare giocatori veramente unici, per ora però affronteremo la sfida in maniera simile alle ultime".

Tudor che tipo di allenatore è? Sarà un derby con due allenatori diversi all'andata...

"Entrambi siamo subentrati, senza avere molto tempo per allenare. Con le coppe di mezzo, ci si allena poi molto poco e lui, essendo arrivato dopo, ne ha fatti meno di me. Lui è un allenatore importante, con un'idea ben precisa, una filiale di allenatori con Gasperini come capostipite. Lui è molto intelligente, sa che non con tutti si può fare un tipo di calcio come con l'Hellas Verona. Dipende molto dai giocatori che ha trovato, almeno a breve termine. Lo stimo molto come allenatore e con lui ho un buon rapporto".

Con Sassuolo, Lecce, Frosinone, Torino primi tempi non buoni. La preoccupa?

"Ne abbiamo parlato ma ci sono discorsi tattici da affrontare. All'inizio, quando sono arrivato, mi dicevate che calavamo nel secondo tempo, forse abbiamo puntato troppo nella ripresa ora (ride ndr). Anche la mia analisi post Fiorentina forse lascia il tempo che trova, quando parlavo della sofferenza con la difesa a tre. Parliamo comunque della Serie A: vedendo la situazione da dove siamo partiti, non è facile passeggiare a Firenze, Lecce, questi campi qui, forse solo l'Inter può passeggiare. Può essere normale soffrire un tempo a Firenze, poi è giusto pensare a noi, in ciò che potremmo migliorare. Con il Lecce è difficile giocare, campo difficile, la corsa salvezza, squadra difficile da affrontare. Ci sono tanti piccoli fattori ogni volta, che ti possono mettere in difficoltà. Nel primo tempo, abbiamo sofferto ma poi nella ripresa siamo stati un'altra squadra".

Che approccio hai rispetto alle polemiche arbitrali? Alcuni tifosi dicono che la società non si esponga su questi temi, ne avete parlato?

"Non ho una strategia. Do il tempo che merita alla questione, perché non posso allenare gli arbitri. A Lecce abbiamo avuto un danno, alcune volte è giusto parlarne, altre no perché vuoi focalizzarti su altre cose. Penso di essere un allenatore che può fare un discorso sano, non protesto come altri, se un mio giocatore butta la palla fuori non dico che è nostra. In questo caso, avevamo ragione ma lì mi fermo. La società parla con me anche di questo, ovviamente uno prende una posizione e si mette di traverso se l'episodio di Lecce si ripetesse ogni settimana. Invece è la seconda volta, dopo Firenze, niente di straordinario. Dovrebbero utilizzare noi giocatori come cavie per rendere il gioco più fluido. Nessuno come i giocatori sa riconoscere l'entità di un contatto. Arbitri e giocatori dovrebbero stilare insieme un regolamento. Sento spesso dire che se ha fischiato è rigore, ma se non avesse fischiato non sarebbe stato rigore, ma è una frase pericolosa".

In questo periodo come si gestiscono giocatore come Dybala o Spinazzola, dal punto di vista fisico?

"Nei primi due mesi non ho gestito particolarmente i calciatori, se non i reduci dagli infortuni. Per il resto, lo stesso Dybala che tu hai citato l'ho spremuto abbastanza. la gestione nostra è quella di allenarlo affinché possa spingere senza sentire dolore. In queste fasi, cerchiamo di evitare di fargli fare 90 minuti ogni partita di seguito ma si gestisce il tutto con loro, sono persone adulte. Abbiamo comunque fiducia nella rosa, è una rosa ampia, abbiamo fiducia anche in chi potrebbe giocare al posto loro".

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