Il designatore Rocchi sul Var: “Diffonderemo tutti i dialoghi con gli arbitri, non abbiamo segreti”
Il designatore arbitrale di A e B sulle conferenze stampa: "Dopo la partita non aiuterebbero: meglio uno spazio ogni quindici giorni per chiarire alcuni episodi"
Roma, 19 giugno 2023 - La terna arbitrale e i media: un rapporto che continua ad essere discusso. I tifosi spingono sempre di più per far parlare i direttori di gara sulle decisioni arbitrali più controverse prese durante le partite. Nonostante l'avvento della tecnologia, infatti, restano vive le moviole, le polemiche e, ogni tanto, si sollevano ancora illazioni sull'imparzialità della terna arbitrale. A questo riguardo e non solo ha parlato Gianluca Rocchi, designatore arbitrale della Serie A e della Serie B, ai microfoni di Rai Radio 1, durante la trasmissione Radio Anch'io Sport.
La nuova direzione dell'arbitraggio
La Serie A, nelle ultime stagioni, era uno dei campionati europei nei quali si fischiavano più falli. In merito a ciò, la terna arbitrale ha cercato di modificare, in maniera lenta ma costante, il metro di giudizio nei contrasti, per rendere il gioco più scorrevole. Rocchi ha così commentato: "Quest'anno abbiamo tenuto una linea di arbitraggio più europea, con un miglioramento nella fluidità del gioco. Non è stato un percorso semplice, ma i risultati sono molto positivi. Ma non dobbiamo dimenticare, in ogni caso, che il campionato italiano non è la Champions League: dobbiamo adattarci al nostro campionato, cercando di prendere spunto dalle competizioni europee che sono di riferimento per tutti. Sono contento di come hanno lavorato tutti gli arbitri, soprattutto nelle condizioni in cui lo hanno fatto. Abbiamo avuto anche alcuni problemi interni non indifferenti e, nonostante ciò, sono riusciti ad estraniarsi da tutto. Si può migliorare nella continuità di rendimento: ogni tanto abbiamo avuto anche noi qualche scivolone e, soprattutto i più giovani, devono meritarsi la grande fiducia nostra e dei club".
Un problema riguarda il numero di arbitri presenti nella massima serie: "L'organico è da ridurre in maniera drastica, dobbiamo tornare ad avere circa quaranta arbitri. In questo momento ne abbiamo dieci oltre il numero massimo e quest'anno scenderemo di tre: è un lavoro faticoso, per me il più difficile, da non dormirci la notte. Non è facile togliere il sogno della Serie A".
Il rapporto con Mourinho e i vari allenatori
Uno dei tecnici più difficili da "gestire" per gli arbitri è, da sempre, José Mourinho. Rocchi ha però precisato che non c'è alcun problema con l'allenatore della Roma, che spesso si presenta ai microfoni per lamentarsi della terna arbitrale e, anche sul terreno di gioco, è tra i più polemici: "Non esiste alcun problema Mourinho, né personale né di gruppo. Noi rispettiamo tutti alla stessa maniera. Non mi riferisco a lui, ma a tutti gli allenatori: quello che certamente chiederemo in futuro sono comportamenti sempre più corretti da parte della panchina e, già quest'anno, abbiamo avuto un miglioramento rispetto alla mia prima stagione, che sotto questo punto di vista fu un dramma".
Il designatore arbitrale ha poi proseguito, precisando le specifiche motivazioni per le quali gli animi dovrebbero restare, idealmente, sempre pacati: "Comportamenti non corretti della panchina provocano comportamenti non corretti in campo. Il nervosismo sale e chi dal campo vede le panchine agitarsi cambia atteggiamento. Quindi dobbiamo combattere questo malcostume, peraltro non solo italiano e, insieme a chi decide le sanzioni, essere molto severi e decisi".
Il ritorno di Rudi Garcia in Italia
Proprio Gianluca Rocchi dovette affrontare, da direttore di gara, Rudi Garcia nella celebre partita del "violino": Juventus-Roma del 2014. L'ex allenatore giallorosso ha firmato per il Napoli e tornerà in Serie A, motivo per cui Rocchi è stato interpellato su quanto accadde all'epoca: "Ricordo bene quella partita, perché mi creò parecchi problemi. Con una battuta, posso dire che con la tecnologia probabilmente in quella partita non ci sarebbe stato il violino di Garcia e avrei avuto molta più facilità nella risoluzione di alcuni problemi. Quel Juve-Roma è una di quelle partite in cui rimpiango di non aver avuto la tecnologia, poiché forse oggi discuteremmo di un'altra storia. Per il resto, mi fa piacere ritrovare Garcia, che reputo essere un grande allenatore".
Le conferenze stampa degli arbitri
Spiegare ai tifosi il perché di alcune decisioni arbitrali potrebbe aiutare a placare le polemiche o, quantomeno, a comprendere il punto di vista dei direttori di gara su determinate scelte. Rocchi si è dichiarato in parte d'accordo su questo punto, ma non sull'indire conferenze stampa della terna arbitrale immediatamente successive al fischio finale, come ad esempio accade con gli allenatori: "Il nostro obiettivo è quello di fare con più frequenza alcune conferenze stampa. Il presidente Aia, Pacifici, è d'accordo con me: quando abbiamo modo di spiegare un episodio, abbiamo sicuramente risolto tutti i problemi. Sulle interviste post-partita, invece, non trovo corretto farlo fare agli arbitri, non perché non ne siano in grado, ma perché l'adrenalina è ancora alta. Inoltre, in quei momenti, non c'è neanche grande voglia di ascoltare il motivo per cui un arbitro ha commesso o meno un errore. L'unica risposta che si vorrebbe sentire è 'sì, ho sbagliato'. Ma in questo modo avremmo risolto poco, perché a noi non interessa se un arbitro ha sbagliato o meno, bensì il perché, la motivazione. La soluzione può essere quella di avere uno spazio nostro ogni quindici giorni o una volta al mese per spiegare gli episodi più discussi. Gli assistenti devono invece tornare ad essere due arbitri aggiunti. La tecnologia ha invaso la loro area di competenza e, se vogliono avere un futuro vero, devono ritornare ad avere un ruolo tecnico".
Un altro tema caldo è quello delle comunicazioni tra arbitri e Var: "Non abbiamo alcun segreto, diffonderemo qualsiasi caso. Vogliamo avere comunicazioni pulite e ascoltabili. Purtroppo delle volte la comunicazione tra Var e arbitro ha fregato i ragazzi in campo. Ma ci abbiamo lavorato su".
Il tempo effettivo e il fuorigioco semi-automatico
Il regolamento del calcio è sempre in continua evoluzione. Una delle modifiche più drastiche che potrebbero esserci, nelle prossime stagioni, riguarda il tempo effettivo. Il designatore ha fatto alcuni esempi per far comprendere come funzioni attualmente il sistema di minutaggio dal punto di vista del direttore di gara: "Il tempo effettivo di gioco non lo dettiamo noi arbitri, ma i calciatori. Faccio un esempio: l'arbitro Massa ha arbitrato Spezia-Fiorentina con 45 minuti di tempo effettivo, cioè praticamente niente, e Juve-Lazio con 61 minuti. Il tempo effettivo lo hanno dettato le squadre coinvolte. Siamo partiti da 51 minuti di media e ora siamo arrivati a 54. Ho cercato di lavorare sulle perdite di tempo, limare gli on-field review. Non si può aspettare due minuti per battere un calcio di punizione. Su questo possiamo fare fino a un certo punto, ma poi la fluidità del gioco dipende dai giocatori stessi".
Infine, Rocchi ha chiosato parlando del fuorigioco semi-automatico: "Il termine semi-automatico fa capire come serva sempre la parte umana. Stiamo lavorando sulla velocità, ma la priorità è l'accuratezza della decisione. Riguardo le tempistiche, ci abitueremo ad essere più veloci".
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