Napoli, rivoluzione a centrocampo: chi esce e chi potrebbe entrare
Vicini all'addio Ndombele e Demme, in bilico Zielinski. A De Laurentiis piacciono Samardzic, Gabri Veiga e Baldanzi
Napoli, 19 giugno 2023 - La staffetta in panchina tra Luciano Spalletti e Rudi Garcia è ufficialmente avvenuta pochi giorni fa, con la conferenza stampa di presentazione dell'allenatore francese, in programma in pompa magna lunedì pomeriggio, che di fatto segnerà l'inizio reale del nuovo corso. Adesso il focus del Napoli si sposta sul mercato, con un reparto in particolare che si preannuncia vicino a una vera e propria rivoluzione.
I due addii sicuri
Si tratta del centrocampo, ma naturalmente proprio il cambio di guida tecnica imporrà delle riflessioni più generali per tutta la rosa: con un'attenzione particolare al fronte caldissimo legato al destino di Victor Osimhen. Le ultime indicazioni parlano di un rinnovo del contratto in scadenza il 30 giugno 2025 che si sta clamorosamente allontanando, aprendo così la porta alle sirene di mercato: un eventuale primo approccio positivo con Garcia potrebbe ovviamente capovolgere ancora la situazione per un giocatore che, si sa, basa molto le sue fortune sul feeling con la piazza e con l'ambiente. Insomma, ad oggi certezze non ce ne sono, mentre chi è già sicuro da un bel po' di salutare il capoluogo campano è Tanguy Ndombele, che tornerà al Tottenham dopo una stagione non memorabile sul piano personale. Il francese, il cui riscatto sarebbe costato al club partenopeo addirittura 30 milioni, una cifra che ad oggi Aurelio De Laurentiis non sembra disposto a voler sborsare per alcun giocatore, non ha mantenuto le aspettative che giravano sul suo conto fino a qualche anno fa. Per lui in azzurro qualche sussulto sul piano personale, macchiato da errori pesanti soprattutto nel doppio confronto con il Milan in Champions League: il bilancio alla fine però non può che essere positivo in una stagione in cui lo scudetto vinto dal Napoli ha di fatto sanato qualsiasi insufficienza. Sulla carta Diego Demme, in scadenza il 30 giugno 2024, ha ancora un futuro in azzurro: appunto, sulla carta. Nei fatti il tedesco è in uscita da tempo, con i venti di addio che soffiavano già lo scorso gennaio, quando la permanenza è stata decisa più che altro dalla mancanza di offerte concrete recapitate sulla scrivania di De Laurentiis e magari dalla voglia del diretto interessato di non scendere da una barca che stava per approdare nel porto più prestigioso. Adesso la musica cambia: le feste e la stagione trionfale sono alle spalle e quindi qualsiasi discorso legato alla riconoscenza o alla continuità del progetto viene messo in secondo piano per lasciare spazio alle priorità della società che, come ormai da filosofia di vecchia data, punta a mantenere il roster giovane e fresco.
Il caso Zielinski e i possibili sostituti
Non solo i comprimari: in questa mannaia potrebbe finire anche un veterano del calibro di Piotr Zielinski, un altro che ha il contratto in scadenza il 30 giugno 2024. In questo caso non è solo la durata dell'accordo a imporre delle riflessioni, ma anche (se non soprattutto) lo stipendio attualmente percepito dal polacco, che guadagna 4 milioni a stagione: troppi per le casse del Napoli che, a dispetto del tricolore da difendere e del nuovo assalto da lanciare alla Champions League, continua nella sua politica di abbattimento del monte ingaggi. La prima risposta dovrà fornirla proprio il diretto interessato, che in caso di assenso alla riduzione del proprio stipendio potrebbe segnare un primo colpo a favore della permanenza: sempre ammesso che questo sia il desiderio di entrambe le parti in causa. Alla finestra c'è la Lazio di Maurizio Sarri, il primo allenatore che ha di fatto dato fiducia a un giocatore che tuttora non fa della continuità la sua qualità migliore. L'ultimo contatto tra Zielinski e il Napoli è avvenuto prima dell'insediamento di Garcia che, dal canto suo, ovviamente non si è ancora espresso sulla questione: le priorità a Castel Volturno sembrano altre. Possibile che la prima svolta possa arrivare nel ritiro di Dimaro, dove magari salirà anche qualche volto nuovo della campagna acquisti condotta praticamente in prima persona da De Laurentiis. Uno dei pallini di vecchia data del patron è Lazar Samardzic, il cui arrivo potrebbe in un certo senso facilitare la decisione sul futuro di Zielinski. Sul taccuino del patron figurano anche Gabri Veiga, talento in forza al Celta Vigo e Tommaso Baldanzi, che invece non ha bisogno di presentazioni. La recente ottima vetrina del Mondiale Under-20 avrebbe potuto sparigliare le carte in tavola, invece l'Empoli, che notoriamente ha un ottimo rapporto con il Napoli, potrebbe continuare ad accontentarsi di 'appena' 15 milioni per uno dei talenti più cristallini del calcio italiano, chiamato ancora una volta a dare segnali di rinascita. I ruoli preferiti non sono proprio gli stessi, ma in molti notano delle analogie tra il classe 2003 e Giacomo Raspadori. La prima qualità in comune che balza agli occhi è la duttilità: per entrambi si fa prima a individuare la zolla di campo mai coperta in carriera che il contrario. Il discorso vale ancora di più per Baldanzi, uno che già aveva conquistato Spalletti. In attesa di conoscere il parere di Garcia, restando nel recente passato e continuando a battere il tasto Raspadori, è impossibile dimenticare gli esperimenti fatti durante la lunga sosta del campionato per far spazio ai Mondiali 2022. Raspadori in quel periodo fu abbassato con frequenza all'altezza della mediana, dimostrandosi una mezzala di tutto rispetto. I test sono nati e morti in quel periodo e quindi, per il momento, l'ex Sassuolo non può essere incluso nell'elenco dei centrocampisti (o presunti tali) toccati dalla rivoluzione che a breve stravolgerà l'intero reparto del Napoli. A cascata verranno affrontate tutte le altre questioni aperte: su tutte la delicata sostituzione di Kim Min-Jae, il pilastro della difesa che ha fatto appena in tempo a vincere uno scudetto (mica poco) prima di passare al Bayern Monaco, che nelle ultime ore ha superato la concorrenza del Manchester City. Se un centrocampista (forse) si può sbagliare, prendere un abbaglio su un centrale della retroguardia potrebbe essere un errore madornale.
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