Sentenza Ue sulla Superlega, il giurista: “Una giornata storica. Ci guadagna lo show”

Il professore Matera: Uefa indebolita, deve fare entrare nuovi enti

di ALESSANDRO D’AMATO -
22 dicembre 2023

Roma, 22 dicembre 2023 – "Sì, è una giornata storica che segna un cambiamento. Ma la sentenza della Corte Ue non dà il via libera alla Superlega". Pierluigi Matera, professore ordinario di diritto privato comparato alla Link Campus University e di corporations alla Boston University, spiega che la decisione dei giudici di sancire l’abuso di posizione dominante di Uefa e Fifa non è di per sé un automatico ok alla competizione di A22.

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"Cosa succede adesso? In primo luogo si torna davanti al tribunale del commercio di Madrid, che aveva adito alla Corte ex articolo 267 del Trattato. Ora la Uefa sa che alcune sue norme non sono compatibili con quelle europee in materia di competizione e libera circolazione dei servizi".

Questo, però, di per sé non mette gli enti in fuorigioco.

"No. La sentenza non dice che il ruolo di Uefa e Fifa è illegittimo. Ciò che non è legittimo è che l’autorizzazione preventiva non sia subordinata a criteri trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionali".

Quindi adesso le squadre non possono aderire alla Superlega?

"No, perché non è un soggetto autorizzato dall’Ue. Adesso la Uefa deve adeguare le proprie procedure. Perché attualmente è un regolatore, un organizzatore e un autorizzatore. Potrebbe rimanere regolatore, ma dovrà a quel punto lasciar organizzare a un altro. Possiamo immaginare che ci sarà un bando, e potrebbero anche vincerlo gli arabi o chiunque faccia la proposta migliore".

Eppure oggi (ieri, ndr) abbiamo visto squadre guadagnare in Borsa proprio grazie a questa prospettiva.

"I mercati a volte reagiscono anche soltanto al battito d’ali di una farfalla. Ma una ragione c’è: la Corte sostiene che non è detto che l’attuale assetto organizzativo garantisca ai club le maggiori risorse possibili e agli utenti il migliore spettacolo. Magari tra due anni l’organizzatore offrirà di più, e quindi le società avranno maggiori risorse. La battaglia economica sottesa è questa. Il modello? La Formula Uno o il Superbowl".

Ma se alla fine si andrà verso il calcio in chiaro, allora rischiano le pay tv.

"Forse sì. Ma magari l’offerta che vincerà prevederà la trasmissione in abbonamento. Oppure potrebbero trasmettere in chiaro. È il modello americano e potrebbe anche portare a un’esperienza di miglior qualità".

 

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